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Il murale di Montalbano jonico

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MONTALBANO JONICO (MATERA) – Capita che in periodi difficili, come quelli che si stanno attraversando, le discussioni di paese si concentrino su una delle questioni, apparentemente più effimere e relative.

È quanto sta accadendo a Montalbano Jonico, attorno a un murales realizzato dall’artista argentina di fama internazionale, Milu Correch, su commissione dell’assessore alla Cultura Ines Nesi, con fondi comunali nell’ambito del progetto “AppArtengo”, che da 5 anni sta portando l’arte pubblica in tutta la Basilicata, e presto arriverà in tutte le regioni d’Italia.

A Montalbano sono previsti 4 murales e l’allestimento di un laboratorio, con un investimento iniziale di 14mila euro (costi che ricadono per il 60% sul territorio, tra materiali, noleggio di cestelli, vitto, alloggio e viaggi degli artisti). Correch è un’artista “dark”, che ama i soggetti esoterici ed il colori cupi, da qui sono nate le polemiche tra alcuni notabili cittadini. Malocchio sulla città, o al contrario scaramanzia e buon augurio del soggetto rappresentato?

«L’opera realizzata a Montalbano – spiega l’assessore Ines Nesi –  rappresenta, in linea con lo studio e la ricerca che l’artista sta portando avanti in questo periodo storico, una masciara intenta ad eseguire un rito propiziatorio, finalizzato a liberarsi dal malocchio. L’opera, letta ai giorni nostri, vuole essere simbolo di prosperità e buon auspicio per la comunità; il tutto, attraverso la rappresentazione di un’icona arcaica ben radicata nella cultura popolare lucana».

Il murales sorge sulla parete di un’abitazione al centro città, in piazza Risorgimento, è quindi frutto di uno studio realizzato dall’artista sulle tradizioni pagane caratteristiche del meridione di Italia, come già il noto Ernesto De Martino ebbe modo di raccontare, anni orsono. Naturalmente, lo studio dell’artista non si ferma a Montalbano, nè all’Italia meridionale, ma tocca altri importanti centri europei. Conosciamo tutti la figura carismatica delle masciare, e quanto ancora il timore del malocchio regni sovrano fra le popolazioni, malgrado gli insegnamenti della chiesa e la diffusa fede fra le stesse. Il male si teme, oggi come ieri e, gli scongiuri o le benedizioni che si fanno per esorcizzarlo,  sono ancora oggi molto diffuse.

Se il murale e il monocolore coraggioso che è stato utilizzato, verde scuro, è piaciuto a tanti, non sono mancate critiche da parte di chi prende le distanze dal punto di vista artistico, dalla scelta amministrativa o anche solo dal colore troppo cupo per una piazza popolata da giovani. E i social sono stati la piazza ottimale perché ognuno potesse dire la propria, fra esperti e non. «Sotto il punto di vista tecnico – aggiunge l’assessora Nesi – l’artista, in linea con il suo personalissimo universo iconografico, ha lavorato con toni scuri per fare in modo che la luce diventasse protagonista. Un istante della cultura popolare lucana che vuole essere di buono auspicio per tutta la comunità». 

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