X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

“The family whistle” è il docufilm di Michele Salfi Russo dedicato al maestro del cinema originario della Basilicata

OGGI si chiamerebbe una storia di cervelli in fuga, all’epoca fu una delle migliaia di vicende di migrazione. Da Bernalda partì agli inizi del Novecento Agostino Coppola con Maria Zasa, i nonni di Francis Ford Coppola. Michele Salfi Russo per anni si è documentato sulla famiglia Coppola, tutti artisti, realizzando con l’aiuto della cineteca Lucana un film documentario che ora con il titolo “The Family Whistle-Il Fischio di Famiglia” è stato selezionato in Cannes Classics e sarà proposto in visione domani, alle ore 22.30.
Il film, che ha appena vinto l’Indie Spec Best Cinematography Award al Boston International Film festival ed è prodotto dalla Ulisse Cultural Association e presentato da American Zoetrope, è tra i nove film della sezione “Documentari sul cinema”. Ad accompagnare Michele Salfi Russo a Cannes sarà lo stesso Francis con la sorella Talia Shire (la Connie Corleone del Padrino e la Adriana di Rocky).
Girato fra l’Italia e gli Stati Uniti, racconta attraverso interviste, testimonianze e ricostruzioni storiche, le origini della famiglia Coppola, quattro generazioni di talenti a cui appartengono Francis Ford, Sofia, Roman, Nicholas Cage e molti altri cineasti e musicisti, come il padre del regista di Apocalypse Now, Carmine. Michele scopre di essere un parente dei Coppola, dopo più di un secolo riesce a ristabilire i contatti con i cugini oltreoceano e a ricostruire, grazie a una lunga e faticosa ricerca, l’albero genealogico di famiglia. Ogni gruppo familiare a Bernalda, in Basilicata, ha il suo fischio di riconoscimento, di qui il titolo e il commento musicale di Giuseppe Zambon che ha interpretato e sviluppato le tre note musicali alla base del fischio di famiglia dei Coppola.
“The Family Whistle” ricostruisce la storia straordinaria di Agostino Coppola, partito nel 1904 da Bernalda alla ricerca di un futuro migliore. Grande appassionato di chitarra e padre del “vitaphone”, il primo ingranaggio di sincronizzazione tra suono e immagine che influirà sulla nascita del sonoro cinematografico. Il padre di Francis Ford Coppola, Carmine, fu, invece, primo flauto nell’orchestra sinfonica di Arturo Toscanini e autore della colonna sonora del Padrino II. Anche i suoi fratelli hanno avuto un ruolo importante nella società americana, ma è con i figli di Carmine che il nome Coppola varca i confini statunitensi per affermarsi nel contesto cinematografico internazionale grazie a Francis Ford Coppola, al fratello Agostino, al nipote Nicolas Cage e a Sofia, figlia di Francis e premio Oscar per la miglior sceneggiatura in “Lost in Translation”.
Un viaggio che percorre le radici dei Coppola per cercare di scoprire i segreti della linfa vitale che continua ad alimentare la loro vena artistica.  Attraverso l’avventurosa vita di Agostino, il docufilm mette in luce l’ispirazione umana e il genio creativo della famiglia Coppola, cercando di scoprire come e quanto lo stesso Agostino sia riuscito a conservare e trasferire la storia, la cultura e la passione della sua terra di Lucania ai suoi eredi, aprendo loro la strada verso un futuro luminoso. La ricostruzione storica e antropologica, condotta attraverso archivi comunali, ecclesiastici e racconti popolari, si è avvalsa anche d’inserti tratti da vecchi documentari e reportage sulla Basilicata attinti dalla Cineteca Lucana di Oppido Lucano e canti tratti dalla collezione della fondazione Alan Lomax, antropologo della musica popolare che nel dopoguerra raccolse dai contadini nelle terre lucane canzoni e ballate di tradizione millenaria. A Cannes, insieme a Salfi Russo, è sbarcata una nutrita pattuglia di produttori e autori lucani presenti allo Short film corner: Gianni Saponara con “Cenere”, Andrea Filardi con “Tutti gli uomini hanno un problema”, Nicola Ragone con il pluripremiato “Sonderkommando” e l’inedito “Marciapiedi”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE