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POTENZA – E’ mistero sulla scelta di Ignazio Petrone. Al cellulare l’ex sindaco di Pignola risultava irraggiungibile per tutta la giornata di ieri. Eppure entro la mezzanotte di ieri (secondo le fonti ufficiali della Regione) doveva decidere se restare ancora consigliere regionale in carica.

La questione è qella che riguarda l’incompatibilità tra la carica di legislatore regionale e la presidenza dell’ente lucano publico Sel (Società energetica lucana).

Ma a ieri sera nessuno sapeva nulla. All’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale fino alle 21 non era arrivata nessuna comunicazione ufficiale sulla decisione finale. L’ultimo atto di cui l’Ufficio di presidenza era a conoscenza era una lettera inviata dallo stesso Petrone che annunciava una imminente decisione. In merito alle dimissione da un incarico o dall’altro.

Possibile, ma altamente difficile, che le dimissioni Petrone le abbia protocollate ieri sera all’Ufficio protocollo della Regione e che le dimissioni vengano portate direttamente stamani sui banchi della presidenza del Consiglio che è convocato per le 10 e 30 per il dibattito e l’eventuale approvazione dell’Assestamento di bilancio. Sarebbe una procedura inedita.

Ma se ciò non fosse avvenuto (molto più probabile) domani la massima assemblea regionale si troverebbe con un’altra questione da affrontare oltre lo scoglio di per sè già complicato della Finanziaria estiva che notoriamente non è una “passeggiata” istituzionale con maxiemendamenti presentati a lavori in corso e votazioni che vengono afrontate nel pieno della notte.

In pratica se Petrone entro la mezzanotte di ieri ha “deciso di non decidere” tra la presidenza della Sel o il posto in Consiglio (per i tre mesi restanti di legislatura) l’assemblea dovrebbe inserire un punto all’ordine del giorno per votare sull’immediata decadenza dell’incarico e provvedere alla surroga.

Da indiscrezioni si è appreso che Carmine Miranda Castelgrande sarebbe già stato allertato in tal senso: nel caso di sostituzione in corsa è proprio Castelgrande che entrebbe in Consiglio al posto di Petrone. Sostituzione che servirebbe anche a blindare il voto sull’Assestamento di bilancio.

In una situazione politica così complicata anche un voto, ovviamente, può risultare decisivo.

Ad ogni modo anche questa situazione non è un bel segnale per il Partito democratico di Basilicata di cui Petrone fa parte a pieno titolo essendo anche il capo della segreteria politica regionale di Roberto Speranza. Perchè non c’è dubbio che il “temporeggiamento” dell’ex sindaco di Pignola è figlio dei posizionamenti tattici dei big democratici in vista delle elezioni regionali del 17 e 18 novembre. In pratica se Petrone lascia il Consiglio per restare alla Sel (dove il suo incarico scade nella primavera del 2015) si chiude per lui la strada per la Regione.

Se invece lasciasse la Sel dovrebbe sfidare molti pezzi da Novanta in campo aperto nella prossima competizione elettorale senza molte certezze di essere rieletto. In tutto questo aspetta per capire meglio le dinamiche. Ma oggi il Consiglio potrebbe decidere per lui ecludendolo di imperio dall’assemblea a meno che non ci sia “cavilli” particolari a cui “aggrapparsi”.

Ad ogni modo è altra benzina sul fuoco già appiccato nel Pd. E ci si mettono anche gli “alleati” possibili. Prima c’è stata la coordinatrice regionale della Sel Maria Murante che ha posto con forma la questione morale sulle prossime scelte per i canditati sia per le Primarie per l’aspirante governatore del centrosinistra che per i semplici consiglieri.

Ieri è toccato invece a Mario Di Dio del “Gruppo promotore azione civile Basilicata” (Ingroia) lanciare strali e denunciare «il ritardo del centrosinistra lucano sul progetto, sui programmi e persino sulla definizione del perimetro dell’alleanza in vista delle prossime elezioni regionali . Un centrosinistra chiuso, disconnesso dalla società lucana, impegnato a sistemare pedine su una ipotetica scacchiera».

Eppure avverte Di Dio «la crisi economica , sociale e morale della Basilicata ha ormai raggiunto la soglia del collasso. Ed il centrosinistra è in ritardo. Diamo l’impressione di una chiusura ingiustificabile e sbagliata». 

Di Dio quindi incalza: «In tutto questo la colpa maggiore è sicuramente del Pd nazionale e lucano , ma anche della “sinistra”. Quella sinistra che ha avuto la sua origine durante gli Stati Generali del Re di Francia, nel maggio 1789 agli albori della Rivoluzione Francese e che ancora oggi conserva un senso preciso nella sua accezione più autentica. Credo sia importante non perdersela per strada e nominarla più spesso senza usare troppo altri succedanei perché Sinistra, al di là delle sue declinazioni storiche, rappresenta qualcosa di molto alto, una visione del mondo che da sempre identifica chi rivolge la sua attenzione e il suo fare politico verso le fasce più deboli, verso la garanzia dei diritti, la ricerca di libertà, uguaglianza, solidarietà, sussidiarietà, il rispetto dell’ambiente».

Anche dall’Idv, secondo quanto dichiarato da Cantisani, arrivano richieste di chiarimenti ma anche un chiaro sostegno alle «primarie di coalizione per individuare il candidato Governatore e perimetro di coalizione per un nuovo centrosinistra sono finalmente diventati gli obiettivi politici prioritari in vista delle regionali. L’Italia dei valori, che  vuole ripartire dalle sue origini, darà tutto il suo contributo di idee, progettualità e passione».

s.santoro@luedi.it

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