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SEGUO con attenzione il dibattito politico lucano e vorrei sommessamente raccogliere l’invito a contribuire fatto da Lucia Serino, direttora de Il Quotidiano. Lo voglio fare come donna di sinistra, per alimentare una discussione che mi pare necessaria. Non mi dilungo sulla crisi politica, economica e sociale, è evidente che quella lucana si inserisce in un contesto drammatico del paese e dell’Europa. Questo da un lato rende  il dibattito più complesso, dall’altro richiede uno sforzo di elaborazione tale da trasformare questo tornante elettorale in una occasione per costruire una  politica in grado di indicare una strada da percorrere per uscire dalla crisi, non solo a noi. Spesso la Basilicata è stata terra di sperimentazioni sia sul piano economico che politico, basti pensare a come è stato “melfizzato” il mondo del lavoro o alla scelta di costruire un blocco sociale e politico moderato con pezzi di centro destra, penso alle giunte De Filippo.

Si potrebbe, quindi coltivare, con uno scatto attivo, l’ambizione di dare vita ad un laboratorio per un nuovo centrosinistra che disegna la sua identità sul desiderio di rimettere in campo la politica come relazione che risponde ai bisogni e costruisce opportunità per rendere possibile la connessione di due parole: libertà e uguaglianza. Si può fare.

L’occasione arriva da una proposta del Pd: le primarie di coalizione. Non mi sfugge la forza e l’importanza dell’intervento di Folino, che condivido, ma esso assume valore dentro primarie di coalizione vere. Non credo che le primarie siano un valore in sé, penso ad uno strumento che in una situazione di crisi di presenza forte, come quella che segna oggi la politica, può essere usato per allargare la partecipazione e confrontarsi sui contenuti.

Il cambio di gruppo dirigente, di cui si avverte una grande necessità, avviene solo in mare aperto mentre proponi soluzioni ai problemi e costruisci così relazioni nuove. La sinistra soprattutto ha il compito di trasformare questo blaterare di primarie per avere una sorta di sigillo più o meno largo a scelte di oligarchie in battaglia politica. Le questioni all’ordine del giorno, a partire dalla questione morale richiedono coraggio e risposte politiche non sentenze di giudici. Il toto presidente a cui abbiamo assistito, per altro si parla sempre e solo di uomini, non annuncia nessun cambiamento.

Le questioni invece di come ridisegniamo la regione con misure di reddito per giovani e disoccupati, con un rapporto nuovo con l’ambiente senza subire diktat dalle grandi lobby energetiche, con un forte investimento su Università e innovazione, con una cultura dell’accoglienza che guarda al mediterraneo, possono essere gli elementi decisivi per una svolta nel modo di fare e vivere la politica e la democrazia. Le primarie con una candidatura condivisa della sinistra, dei movimenti che in questi anni pure hanno continuato a vigilare, a costruire mobilitazione e sapienza collettiva e perché no, con il M5S che in questa occasione potrebbe addirittura misurarsi con una esperienza nuova di collaborazione tra diversi e motivati dal provare a cercare una strada davvero alternativa.

Le primarie così praticate possono produrre energie ed entusiasmo da parte di tanti cittadini accasciati dal bisogno, silenziati da una sorta di incapacità di pensare al futuro, perché come recita un terribile motto popolare “munno era, munno è e munno sarà”. Partecipiamo, costruiamo queste primarie, facciamo democrazia. La sinistra può in questo ambito giocare una grande partita non solo per sé ma per un’altra regione. 

* (Ex deputata Prc)   

 

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