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«L’IMPIANTO di Porto Viro ha una capacità di rigassificazione di otto miliardi di metri cubi. Questo comporta costi ambientali e contribuisce a liberare il Paese dalla dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento energetico. Era giusto che anche al Veneto fossero riconosciuti dei vantaggi».

E’ quanto ha affermato l’assessore regionale al bilancio della Regione Veneto Roberto Ciambetti incontrando la stampa d’oltre Po per commentare la vittoria nel ricorso sulla card benzina. Da ora in avanti infatti per effetto della sentenza emessa martedì scorso dal Consiglio di Stato i lucani dovranno “spartire” i soldi del 3% aggiuntivo di royalties versato allo Stato da Eni e – a breve – Total, in base alla legge 99 di luglio del 2009. Ne beneficieranno anche le popolazioni vicine agli impianti di rigassificazione italiani: veneti, liguri e in futuro toscani. Oltre a chissà quanti altri potrebbero cercare di infilarsi nelle maglie di una legislazione a dir poco insidiosa, per effetto dell’emendamento a firma di 3 senatori della Lega Nord approvato a Palazzo Madama con voto bipartisan, e a lungo sminuito dal Governo nella sua reale portata.

Ieri le parole di Ciambetti sono rimbalzate sui principali organi d’informazione, a cominciare dal dorso regionale del quotidiano di via Solferino, il Corriere del Veneto, per cui «ai polesani e ai residenti del basso veneziano per un totale di 2-300 mila residenti» sarà riconosciuto un bonus carburanti come quello dei lucani «che ogni anno ricevono compensazioni per le attività estrattive lungo le loro coste». Ebbene sì: «lungo le loro coste». Se qulcuno dubitava del fatto che lassù sappiano davvero di che si sta parlando.

«Non abbiamo nessuna intenzione di portare via soldi alla Basilicata – ha aggiunto l’assessore leghista – Questo è affare del governo. È di Roma il compito di trovare le risorse». Inoltre ha evidenziato che la capacità del rigassificatore di Porto Viro «al largo di Porto Levante, nell’alto Adriatico» equivale a circa il 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale, che ne fa «la prima struttura off-shore al mondo in cemento armato per ricezione, stoccaggio e rigassificazione di gas naturale liquefatto». Perciò «nella classifica dei produttori del gas consumato in Italia dopo Algeria e Russia vien appunto il Veneto, che si posiziona prima di Quatar e Norvegia». In altri termini: rigassificazione uguale produzione. Poco importa che il gas si sia stato estratto altrove.

A breve quindi la Regione Veneto intavolerà una trattativa con il Ministero per lo Sviluppo economico per dare seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato i decreti che avevano escluso il Veneto dal bonus carburanti. «Non dobbiamo coltivare eccessivi entusiasmi – ha concluso Ciambetti – Le precedenti esperienze con Roma insegnano».

l.amato@luedi.it

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