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POTENZA – Domani il centrosinistra si riunirà. Sarà  il quarto incontro da quando sono cominciate le operazioni più o meno tecniche di preparazione della prossima campagna elettorale. Il punto più urgente da risolvere resta quello del candidato governatore: un nodo che se ne porta dietro tanti, tantissimi altri. Chi? soprattutto, come? a quali condizioni? secondo quali criteri? 

Nonostante qualcuno nella coalizione abbia suggerito di tentare la via del nome che metta tutti d’accordo, al momento nessuno, soprattutto in casa Pd, ha smentito che si debba fare ricorso alle primarie per scegliere il candidato alla guida della Regione Basilicata. Al momento le primarie sembrano il metodo  messo sul tavolo. 

Ma la prontezza con cui erano state lanciate ha lasciato ora spazio a una fase di stallo. Nessuna retromarcia, assicurano in ambienti democratici. Fatto sta che il comitato tecnico provvisorio – un membro per ogni partito di coalizione – che avrebbe dovuto redigere una bozza di regolamento per le primarie si è fermato e ha passato le consegne al tavolo politico. 

Anche in questo caso, fanno notare in quegli stessi ambienti, non si tratta di un dietro front. Il punto è che per costruire il regolamento delle primarie bisogna affrontare alcuni nodi che sono squisitamente politici. Non solo i due euro per accedere alle urne, oppure l’età minima per esercitare il voto di consultazione popolare. 

Se il regolamento deve affrontare anche il tema del “chi” e “come” candidare, allora la questione diventa politica. In quel regolamento infatti – tra le poche cose più o meno certe il termine del 2 settembre per presentare le candidature supportate da 1.500 firme – rientra a pieno titolo la «questione morale». Capire quanto e in che termini il caso “rimborsopoli” influirà sulla selezione delle candidature spetta al dibattito di maggioranza. Ci sarà anche il segretario del Pd  (e capogruppo alla Camera) Roberto Speranza domani a tirare le fila della discussione. 

Di questione morale si parlerà, prevedibilmente, a lungo. Ma la questione – fanno notare in coalizione – non si riduce soltanto a una selezione tra nomi e paletti rispetto, magari, alle indagini a cui si è sottoposti. 

È stata la Sel, per esempio, a far notare che nonostante la sua drammaticità, la vicenda di un consiglio regionale sciolto, con le dimissioni del governatore e buona parte degli amministratori in carica indagati in un’inchiesta sui rimborsi gonfiati, non è l’unico perimetro entro cui ragionare. La questione morale, spiegano, va anche oltre. È un problema di cambiamento. Di cambiamento generale, ampio e molto più profondo dell’età anagrafica o della carriera partitica dei singoli. 

Ancora, al tavolo di maggioranza Speranza dovrà rispondere anche a un’altra domanda degli alleati: il perimetro della coalizione. Chi ci sarà nel prossimo centrosinistra lucano? Quanto spostato al centro? Quanto movimentismo? A queste domande, tuttavia, si può rispondere – fa notare un altro fronte – anche in un tempo successivo lasciando che sia l’esito delle primarie a segnare la via. Una volta indicato un candidato governatore, si avvierà il percorso di mediazione ed equilibrio su nomi e programmi. 

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