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segue dalla prima
di LUIGI SCAGLIONE*
lucana chiamata, nella sua interezza, a rispondere di tante e tali nefandezze, da far dubitare di tutto e di tutti. Nessuno escluso, ne vecchi ne nuovi.Non c’è stata autoassoluzione, lo assicuro e possono testimoniarlo le delegazioni dei sanfelesi nel Mondo con ilm, suo Presidente Ticchio e l’associazione, dei satrianesi, dei lucani di Settimo incontrati insieme ad altri amministratori locali nei comuni lucani di appartenenza e lo stesso dicasi per gli incontri tenuti con associazioni locali ed estere, in questo intenso mese di agosto.
Anzi, in qualche caso, il confronto aperto e franco, ci ha fatto riflettere sulle ragioni dello stare in politica ed in prima linea proprio per quel misto di orgoglio e di risposta a chi ci chiede ancora maggiore impegno e più severità con noi stessi per dare risposte alla gente ed ai giovani in particolare colpiti dal nuovo fenomeno emigratorio. 
Ed in questo franco confronto è emersa anche la ragione del non voler passare per capri espiatori di situazioni francamente poco comprensibili che, come rilevato il giorno del dibattito sulle dimissioni del Presidente De Filippo, hanno sicuramente ben altre motivazioni che quelle di un giudizio morale tout court sul nostro impegno. 
In sintesi, ancora nessuno ci ha spiegato davvero perché si va verso elezioni regionali anticipate e dietro tali scuse, giudicare ancor prima che il Tribunale lo abbia fatto, passa come un’altra solenne ingiustizia nei confronti di tutti i lucani e di tutta la Regione. Lo capiscano bene i tanti novelli politologi a volte ispirati da vecchi marpioni. Al netto delle nostre personali responsabilità da cui, io per primo, non fuggo.
Lo ribadisco, questo si a livello personale, non sono il migliore, ma sono onesto perché amo la Basilicata. Ma se vedo l’agitarsi dello strumento discriminatorio, se vedo novelli politicanti cavalcare la tigre, neo giacobini e giustizialisti dal levati tu che mi metto io, se vedo amici giocare di sponda e strumentalmente intessere relazioni con chi vuole la cacciata delle streghe, non posso non evocare lo spettro di sciacalli ed avvoltoi che non si vogliono misurare con i problemi veri e con la inconsistenza di alcune politiche di sviluppo regionale che, queste si, stanno dietro la vera crisi esistenziale della Basilicata di oggi. Oltre cioè gli schieramenti che in maniera interessata qualcuno vuole smontare e ricostruire dopo averne compartecipato.
Tanto di cappello allora a quegli schieramenti che legittimamente invocano una nuova politica di Governo regionale, ragionando e promuovendo idee e strumenti di azione nuova della politica di rinascita, ma nessuna concessione a chi gioca su più tavoli e vuole vestirsi di novità senza essersi mai misurato con il consenso elettorale. E qui condivido il ragionamento che proprio stamattina, faceva sulla stampa il collega Falotico ampliando, il raggio di azione non solo alle prossime elezioni regionali ma anche alle amministrative di primavere. E’ da qui che deve partire, ho ribadito con i nostri corregionali trovandone ampia condivisione, il riscatto della nostra Regione, anzi, la conferma che la nostra Basilicata è ancora migliore ed al disopra di tante altre Regioni, se proprio vogliamo fare il confronto con le mancanze e le risultanze anche di inchieste giudiziarie e non con il valutare le politiche di sviluppo messe in campo. E la Basilicata resisterà oltre il tempo che sta vivendo e che qualcuno artatamente dipinge come oscuro.
 *Popolari uniti

In questi giorni di agosto, incontrare le comunità dei lucani emigrati fuori regione e spiegare il tempo che viviamo in Basilicata, è stata l’occasione per andare oltre lo sterile e strumentale dibattito sulle condizioni di agibilità politica della classe dirigente regionale lucana chiamata, nella sua interezza, a rispondere di tante e tali nefandezze, da far dubitare di tutto e di tutti. Nessuno escluso, né vecchi né nuovi.

Non c’è stata autoassoluzione, lo assicuro e possono testimoniarlo le delegazioni dei sanfelesi nel Mondo con ilm, suo presidente Ticchio e l’associazione, dei satrianesi, dei lucani di Settimo incontrati insieme ad altri amministratori locali nei comuni lucani di appartenenza e lo stesso dicasi per gli incontri tenuti con associazioni locali ed estere, in questo intenso mese di agosto.

Anzi, in qualche caso, il confronto aperto e franco, ci ha fatto riflettere sulle ragioni dello stare in politica ed in prima linea proprio per quel misto di orgoglio e di risposta a chi ci chiede ancora maggiore impegno e più severità con noi stessi per dare risposte alla gente ed ai giovani in particolare colpiti dal nuovo fenomeno emigratorio. 

Ed in questo franco confronto è emersa anche la ragione del non voler passare per capri espiatori di situazioni francamente poco comprensibili che, come rilevato il giorno del dibattito sulle dimissioni del Presidente De Filippo, hanno sicuramente ben altre motivazioni che quelle di un giudizio morale tout court sul nostro impegno. 

In sintesi, ancora nessuno ci ha spiegato davvero perché si va verso elezioni regionali anticipate e dietro tali scuse, giudicare ancor prima che il Tribunale lo abbia fatto, passa come un’altra solenne ingiustizia nei confronti di tutti i lucani e di tutta la Regione. 

Lo capiscano bene i tanti novelli politologi a volte ispirati da vecchi marpioni. 

Al netto delle nostre personali responsabilità da cui, io per primo, non fuggo. Lo ribadisco, questo si a livello personale, non sono il migliore, ma sono onesto perché amo la Basilicata. 

Ma se vedo l’agitarsi dello strumento discriminatorio, se vedo novelli politicanti cavalcare la tigre, neo giacobini e giustizialisti dal levati tu che mi metto io, se vedo amici giocare di sponda e strumentalmente intessere relazioni con chi vuole la cacciata delle streghe, non posso non evocare lo spettro di sciacalli ed avvoltoi che non si vogliono misurare con i problemi veri e con la inconsistenza di alcune politiche di sviluppo regionale che, queste si, stanno dietro la vera crisi esistenziale della Basilicata di oggi. Oltre cioè gli schieramenti che in maniera interessata qualcuno vuole smontare e ricostruire dopo averne compartecipato.

Tanto di cappello allora a quegli schieramenti che legittimamente invocano una nuova politica di Governo regionale, ragionando e promuovendo idee e strumenti di azione nuova della politica di rinascita, ma nessuna concessione a chi gioca su più tavoli e vuole vestirsi di novità senza essersi mai misurato con il consenso elettorale. 

E qui condivido il ragionamento che proprio stamattina, faceva sulla stampa il collega Falotico ampliando, il raggio di azione non solo alle prossime elezioni regionali ma anche alle amministrative di primavere. 

E’ da qui che deve partire, ho ribadito con i nostri corregionali trovandone ampia condivisione, il riscatto della nostra Regione, anzi, la conferma che la nostra Basilicata è ancora migliore ed al disopra di tante altre Regioni, se proprio vogliamo fare il confronto con le mancanze e le risultanze anche di inchieste giudiziarie e non con il valutare le politiche di sviluppo messe in campo. 

E la Basilicata resisterà oltre il tempo che sta vivendo e che qualcuno artatamente dipinge come oscuro. 

*Popolari uniti

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