X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

PARTIAMO dal presupposto: «Non è solo la questione Rimborsopoli». E non solo perché le vicende giudiziarie vanno giudicate in altre aule. Ma anche perché «le responsabilità, seppure ci fossero, sarebbero individuali». A valutarle saranno i giudici. Allora, il nodo per Vincenzo Folino è un altro. E l’errore – anche se il deputato questa parola non la pronuncia mai – è stato commesso dall’ex presidente De Filippo. «Le valutazioni politiche di quella vicenda – spiega – andavano fatte altrove. Ovvero nella direzione regionale del partito, dove sarebbe stato possibile  distinguere i singoli casi. Dove si poteva decidere di cambiare insieme registro. Ma siccome non lo si è fatto allora, non li si può fare adesso». L’ex governatore «ha preferito fare una scelta solitaria». Su cui non si può tornare indietro e che adesso comporta «precise responsabilità». «Siamo  qui perché il Consiglio è stato sciolto anticipatamente. Non possiamo dimenticarlo. E ora non si può ripartire da quello stesso Consiglio».

E per spiegare ancora meglio cosa intenda con questo, Folino tira in ballo l’assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano, unico dei presenti in sala tra gli indagati della Rimborsopoli lucana. «E’ chiaro che oltre che sulla vicenda giudiziaria, Martorano (e cito lui solo perché è presente)  va politicamente giudicato per quello cha ha fatto in qualità di amministratore, e a mio avviso ha fatto molto bene. Ma in politica può succedere, in un determinato momento, di dover fare un passo indietro. E la capacità di rinuncia attiene alla responsabilità. Questo non significa andarsene a casa, ma arretrare un attimo, aspettare l’esito di vicende che sarà la magistratura a valutare, e poi, lì dove ce ne fossero le condizioni tornare in campo pienamente legittimati. Gli interessi personali non possono essere anteposti a quelli politici e istituzionali». Non vedere questo significa essere «ciechi». Affrontare i problemi con finte soluzioni. Ma ancora peggio fa chi «utilizza questo dato di fatto per attaccare me e chi la pensa in questo modo». Ed ecco allora chi sono i mistificatori, quelli che hanno sfruttato questa vicenda per ribaltare i fatti. «Tutti coloro che mi accusano  di usare in maniera strumentale la questione per tagliare alcune le testa. E che mi accusano di aver trovato il pretesto per infliggere il colpo finale al competitore di sempre, Vito De Filippo. Ne hanno approfittato. E qualcuno ha iniziato a triturare i miei amici sulla stampa. Una barbarie. Ma il tempo farà la sua parte».

marlab

m.labanca@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE