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MATERA – «La sfida verso la capitale della cultura nel 2019 è una sfida di tutta la  città e io mi sento impegnato a lavorare perchè questa cosa funzioni».

Angelo Tosto parla al “Quotidiano”, non tanto e non solo dell’attività di mediazione di qualche giorno fa in Consiglio comunale su Matera 2019 e sul dossier di candidatura ma anche su basi, prospettive, necessità di una candidatura che rimane decisamente strategica per la città ma per la quale «bisogna battere in particolare gli scettici cioè coloro che ancora manifestano dubbi sulla scelta e sul risultato».

«Io credo che nella short list noi possiamo e dobbiamo arrivarci. Se non sarà così è perchè o non ne saremo capaci oppure ci sarà un gioco di interessi ad impedircelo. E credo anche che l’obiettivo del 2019 è fattibile a patto che ci crediamo tutti quanti. Se non ci si arriva sarà solo colpa nostra, abbiamo un vantaggio sugli altri» spiega ancora Tosto perchè noi siamo la capitale mondiale che può da sola raccontare 10mila anni di storia. Un luogo unico, il primo agglomerato che è stato certificato anche sotto un profilo antropoligico».

Come giudica e cosa pensa delle parole dette qualche giorno fa dall’ex sindaco Nicola Buccico?

«Io credo che ci fosse in quelle parole una visione troppo pessimistica, senza prospettive di una realtà accartocciata su se stessa. Mi domando perchè Buccico non è stato coinvolto in questo tipo di progetto e perchè oggi non interviene per bloccare gli errori e manifestare le sue perplessità. Lo dico vista la mia stima per le qualità di Buccico e il suo sapere.

Ricordo che al momento di nominare un tecnico nel Comitato la proposta mia e di Acito fu quella di Buccico che doveva essere parte attiva di questo progetto. Adduce rifiutò e quello fu un grande errore sotto un profilo strategico».

Cosa serve a Matera 2019?

«Serve sforzarsi di comprendere tutti e chi ha la responsabilità deve cercare di farlo».

Cosa bisogna fare?

«Bisogna realizzare subito le cose più semplici e soprattutto avere la possibilità di anticipare i cambiamenti che la società sta avendo e avrà ancora verso il 2019. Ciò che conta è riuscire a mantenere il più possibile le persone in città, l’aumento dei flussi turistici può essere interpretato positivamente ed è e sarà sempre più la vera via d’uscita economica cioè riscuotere quell’appeal necessario per attrarre nuovamente investimenti e cervelli. Dopo il buco del salotto e il rischio di perdere gli enti locali sul territorio quella turistica deve diventare la vera chance di crescita economica».

Come si anticipano i cambiamenti in un dossier come quello che presenta la candidatura di Matera 2019?

«Oggi manca il punto di forza del progetto che va fatto e presentato. Matera deve scatenare investimenti nell’area mediterranea. Io credo che i Sassi debbano essere il sasso (il gioco di parole è voluto, ndr) con il quale creare una serie di cerchi concentrici che comprendano e si allarghino dal Piano, ai quartieri, ai borghi, alla provincia, alla regione, all’Italia ed all’Europa. Nel 2019 si crescerà in Europa più lentamente ancora rispetto ad altre realtà del mondo ed allora io credo che bisogna vedere, per esempio il Nord Africa, come la nuova area di crescita del mondo e pensare che noi possiamo essere crocevia nel mediterraneo e essere culla dell’umanità e crocevia di culture che dovremo riuscire ad attrarre. Solo così recupereremo appeal, investimenti economici ed anche cervelli».

Come mai Angelo Tosto è così ottimista su Matera 2019 tanto da favorire anche la mediazione in Consiglio. E’ strano?

«Io credo che solo un cretino possa dividersi su questo tema, anzi devono star dentro più persone possibili a questo progetto.

 Quanto al Consiglio lunedì abbiamo evitato di sposare una ragazza senza neanche conoscerla. Ora lo sforzo è quello del coinvolgimento e della partecipazione, non ci si può dividere su Matera 2019 perchè in gioco c’è la città».

Ma è sicuro che Adduce abbia questa voglia di coinvolgere?

«Deve averla e se non la ha ed allora lo obbligheremo ad averla per fare scelte condivise. Ripeto, in gioco c’è la città».

Cosa pensa di tutte queste polemiche di questi giorni su Verri, sul suo lavoro e sul suo stipendio?

«Io credo che il lavoro di Verri si giudicherà alla fine quando arriveranno i risultati. Mi pare che finora qualche segnale si sia visto e che l’ingresso della short list sia davvero possibile.  Restando all’esempio calcistico che ho letto credo che un buon allenatore abbia anche il suo prezzo. Per arrivare ad un risultato come questo non ci si può affidare ad uno a caso. Poi tutto dipende, ripeto, dal risultato che ottiene».

Invece rispetto al dibattito su movida sì e movida no di questi giorni?

«Io sono contrario all’idea che possa regnare in una città turistica il silenzio. Non condivido l’ipotesi che la città possa diventare un luna park ma nemmeno questa cultura del silenzio. Meglio far coesistere insieme le due cose, del resto nessuno si è mai trasferito da Campo dei Fiori a Roma dove c’è sempre gente. Anzi quelle case acquistano ancora più valore. Io credo che bisogna usare il buon senso.

Movida sì o no?

«Se devo scegliere così, ed allora movida sì. Il problema è cosa è la movida cioè la possibilità per me di soddisfare piacevolmente una sera a Matera, senza schiamazzi ma con servizi, musica e divertimento».

p.quarto@luedi.it

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