X
<
>

Condividi:
7 minuti per la lettura

segue dalla prima
di PIERO QUARTO
 “cerchiamo una mediazione, vogliamo una soluzione unitaria”, in realtà però e nei fatti ognuno va per la sua strada perchè qui nessuno ha voglia di fare un passo indietro. Si pensa più a correre in proprio le primarie e a non rimanere indietro e non, davvero, a trovare una soluzione che le eviti o comunque costituisca una mediazione politica reale.Ed allora il rischio è che  ci siano delle primarie con Pittella da un lato e Lacorazza dall’altro. 
L’impressione diventa sempre più una certezza e il bluff quasi scoperto.
 Perchè altrimenti assistere ad un’impasse che non si sa bene su quali basi si poggia?
 Una volta si diceva che carta canta ed allora i fatti scritti ed ascoltati parlano di Bubbico e Folino che aprono a D’Andrea o Adduce per la presidenza della Regione non più tardi di sabato scorso.
Solo 48 ore dopo, siamo a lunedì, De Filippo indica quattro nomi a Speranza e tra questi ci sono appunto D’Andrea e Adduce. Dunque siamo d’accordo, i nomi sono quelli e le scelte e gli indirizzi politici vengono di conseguenza. Invece nulla. Decisioni zero. In cinque giorni e a poche ore dalla scadenza dei termini il pensiero che concentra gli sforzi è la raccolta di firme, ognun per sè. 
Da Roma vogliono D’Andrea ed allora a Potenza e Matera preferiscono Adduce, una specie di lagna senza via d’uscita che rischia di arrivare all’ultimo minuto utile. Ed allora cosa succede che si raccolgono le firme per le primarie, il primo a partire è stato Restaino già lunedì pomeriggio perchè in quel caso la corsa alle primarie è indipendente da qualsiasi mediazione, poi Adduce, Pittella, Santochirico. Perchè? Qui il bluff sembra scoperto o quasi. Restaino evidentemente a questa mediazione non ci ha mai puntato o non è mai stato interessato, Pittella ha fatto probabilmente il passo del gambero avanti e indietro ma l’intenzione ferma è stata sempre quella di candidarsi magari con la convinzione-certezza di prevalere, Adduce raccoglie le firme per essere pronto ad una decisione in extremis. Santochirico raccoglie le firme perchè se si corre lui non si tira indietro. Ognuno mostra i suoi muscoli. La conferma è che il Pd è questo cioè spaccato, spaccatissimo e l’illusione di evitare la deflagrazione è solo una romantica visione di un partito in crisi.
In realtà la morale è chiara: tutta questa voglia di mediare ed arrivare ad una sintesi non c’è. Ci possiamo sbagliare? 
Certo, magari c’è già un accordo sconosciuto a tutti mentre scriviamo ma in realtà le sensazioni sono altre. La voglia di mediare non c’è, c’è voglia di andare, così come lo avevano definito nell’ultima assemblea a Matera esponenti dell’area Bubbico-Folino, “ad un bagno di sangue”, se preferite ad uno scontro senza esclusione di colpi.
La dimostrazione è negli atti, a parole tutti vogliono mediare ma poi ognuno fa corsa per sè, ognuno raccoglie le firme e va per la sua strada. Di soluzioni politiche ragionate neanche l’ombra. Non era difficile scegliere in una settimana tra D’Andrea e Adduce, i profili politici sono chiari, le personalità e il background personale anche. 
Invece le strade sono altre, nessuna apertura, nessuna novità. 
Di sicuro più di qualcuno è convinto così di essersi “lavato la coscienza”, per la serie abbiamo voluto la mediazione ma gli altri non l’hanno accettata. Un gioco, il classico rimpiattino, che difficilmente avrà successo. Anche perchè le primarie valgono molto se c’è un partito forte pronto ad accettarne il responso ma qui divisioni e spaccature sono talmente profonde che non si parla di confronto ma di “guerre intestine” con deflagrazioni e spaccature che diventerà impossibile ricomporre.
Le prossime ore chiariranno lo scenario. Ma i sintomi del grande bluff ci sono tutti. Con l’appunto che, bontà loro,  almeno una settimana di stucchevoli mediazioni ce le potevamo davvero risparmiare tutti. Oramai manca poco, questione di ore e salvo clamorosi ribaltoni in extremis il bluff sta per essere scoperto.
p.quarto@luedi.it

C’È ARIA di grande bluff. Il Pd nasconde ancora le carte ma di assi nella manica non se ne vede l’ombra anzi quella di questi giorni assume sempre di più l’aria di una manfrina: “cerchiamo una mediazione, vogliamo una soluzione unitaria”, in realtà però e nei fatti ognuno va per la sua strada perchè qui nessuno ha voglia di fare un passo indietro. 

Si pensa più a correre in proprio le primarie e a non rimanere indietro e non, davvero, a trovare una soluzione che le eviti o comunque costituisca una mediazione politica reale.Ed allora il rischio è che  ci siano delle primarie con Pittella da un lato e Lacorazza dall’altro. 

L’impressione diventa sempre più una certezza e il bluff quasi scoperto. Perchè altrimenti assistere ad un’impasse che non si sa bene su quali basi si poggia? Una volta si diceva che carta canta ed allora i fatti scritti ed ascoltati parlano di Bubbico e Folino che aprono a D’Andrea o Adduce per la presidenza della Regione non più tardi di sabato scorso.Solo 48 ore dopo, siamo a lunedì, De Filippo indica quattro nomi a Speranza e tra questi ci sono appunto D’Andrea e Adduce. 

Dunque siamo d’accordo, i nomi sono quelli e le scelte e gli indirizzi politici vengono di conseguenza. Invece nulla. Decisioni zero. In cinque giorni e a poche ore dalla scadenza dei termini il pensiero che concentra gli sforzi è la raccolta di firme, ognun per sè. Da Roma vogliono D’Andrea ed allora a Potenza e Matera preferiscono Adduce, una specie di lagna senza via d’uscita che rischia di arrivare all’ultimo minuto utile. 

Ed allora cosa succede che si raccolgono le firme per le primarie, il primo a partire è stato Restaino già lunedì pomeriggio perchè in quel caso la corsa alle primarie è indipendente da qualsiasi mediazione, poi Adduce, Pittella, Santochirico. Perchè? 

Qui il bluff sembra scoperto o quasi. Restaino evidentemente a questa mediazione non ci ha mai puntato o non è mai stato interessato, Pittella ha fatto probabilmente il passo del gambero avanti e indietro ma l’intenzione ferma è stata sempre quella di candidarsi magari con la convinzione-certezza di prevalere, Adduce raccoglie le firme per essere pronto ad una decisione in extremis. Santochirico raccoglie le firme perchè se si corre lui non si tira indietro. 

Ognuno mostra i suoi muscoli. La conferma è che il Pd è questo cioè spaccato, spaccatissimo e l’illusione di evitare la deflagrazione è solo una romantica visione di un partito in crisi.In realtà la morale è chiara: tutta questa voglia di mediare ed arrivare ad una sintesi non c’è. 

Ci possiamo sbagliare? Certo, magari c’è già un accordo sconosciuto a tutti mentre scriviamo ma in realtà le sensazioni sono altre. La voglia di mediare non c’è, c’è voglia di andare, così come lo avevano definito nell’ultima assemblea a Matera esponenti dell’area Bubbico-Folino, “ad un bagno di sangue”, se preferite ad uno scontro senza esclusione di colpi.La dimostrazione è negli atti, a parole tutti vogliono mediare ma poi ognuno fa corsa per sè, ognuno raccoglie le firme e va per la sua strada. 

Di soluzioni politiche ragionate neanche l’ombra. Non era difficile scegliere in una settimana tra D’Andrea e Adduce, i profili politici sono chiari, le personalità e il background personale anche. Invece le strade sono altre, nessuna apertura, nessuna novità. Di sicuro più di qualcuno è convinto così di essersi “lavato la coscienza”, per la serie abbiamo voluto la mediazione ma gli altri non l’hanno accettata. Un gioco, il classico rimpiattino, che difficilmente avrà successo. 

Anche perchè le primarie valgono molto se c’è un partito forte pronto ad accettarne il responso ma qui divisioni e spaccature sono talmente profonde che non si parla di confronto ma di “guerre intestine” con deflagrazioni e spaccature che diventerà impossibile ricomporre.Le prossime ore chiariranno lo scenario. Ma i sintomi del grande bluff ci sono tutti. Con l’appunto che, bontà loro,  almeno una settimana di stucchevoli mediazioni ce le potevamo davvero risparmiare tutti. Oramai manca poco, questione di ore e salvo clamorosi ribaltoni in extremis il bluff sta per essere scoperto.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE