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POTENZA – Erano alleati, saranno sfidanti. Tra l’ex presidente della Giunta e il suo vice gli equilibri si sono stravolti nel giro di poche ore. Un amore – se c’è mai stato – durato nemmeno il tempo di un’estate.

E alla luce degli ultimi sviluppi  diventano più tutte  le vere mosse giocate fino a questo momento: De Filippo dice di voler sostenere Marcello Pittela come sfidante del candidato dei progressisti, Piero Lacorazza. Ma il governatore dimissionario le primarie non vuole affatto. Serve solo a far paura agli avversari di partito. E mentre cerca di cucire le trame della mediazione fino all’ultimo momento, il suo candidato s’intestardisce, alzando  tanto la posta  in gioco da rendere impossibile ogni tentativo d’intesa. Li avevamo lasciati così, lunedì sera, dopo un’estenuante giornata di attesa, e dopo l’ennesimo vertice consumato di notte, in cui Pittella avrebbe dovuto scrivere una lettera in cui rinunciava ufficialmente alla competizione. Solo che la lettera non è mai arrivata. Ma allo scadere dell’ultimatum, De Filippo decide di caricare la sfida: se Pittella sarà candidato, lo sarà anche lui. Il presidente che lo scorso 24 aprile aveva rassegnato le sue dimissioni, e che fino a qualche giorno fa ha rifiutato qualsiasi proposta su un possibile De Filippo ter, ci ripensa e scende in campo. O almeno minaccia di farlo. Quel che è certo è che la raccolta firme per la sua candidatura è partita. A sostenerlo sul campo di battaglia ci sono il senatore Salvatore Margiotta e l’ex parlamentare, Salvatore Chiurazzi. A questo punto due sono le possibilità: o si è trattato di una mossa strategica  escogitata in extremis per far “rinsanire” le schegge impazzite e   tentare l’ultima possibilità di mediazione che chiaramente sarebbe passata anche dalla soluzione del nodo De Filippo; oppure, l’ex governatore ha intenzione di andare veramente fino in fondo verso un De Filippo ter.

Solo le evoluzioni delle prossime ore ci diranno quali siano le vere intenzioni del governatore dimissionario, dopo che l’assessore di Lauria ha ufficializzato la sua corsa. Ma un dato è certo: lì dove c’era un’alleanza, ora c’è lo scontro aperto. La mossa improvvisa e inattesa del presidente è sembrata  proprio una reazione allo scatto in avanti di Pittella. Pronti, a questo punto, a giocare a giocare la partita fino in fondo in solitaria, con o senza l’appoggio di De Filippo e Margiotta.  E alla fine di questa vicenda kafkiana è sempre più chiaro che all’interno dell’area moderata ci fosse un’allenza pronta a saltare da un momento all’altro.  Da una parte la sponsorizzazione di una candidatura di facciata, non sostenuta nei fatti né nella rosa dei quattro nomi indicati dal presidente De Filippo al segretario Speranza, poi “barattata” con quella del fratello di Marcello, Gianni Pittella, e infine il tentativo estremo di convergere su Adduce. Dall’altra, invece, Marcello Pittella, che sostenuto strategicamente anche dall’eurodeputato Gianni, a questo punto avrebbe annusato la puzza di bruciato già da lontano, tanto da scegliere di ignorare la ritirata  suonata dagli alleati. Se De Filippo dovesse confermare la sua candidatura, si profilerebbe una battaglia in area moderata fino all’ultima goccia di sangue. Con equilibri politici futuri completamente stravolti.

m.labanca@luedi.it

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