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POTENZA – Donne e lavoro. Donne e disabilità, famiglia, creatività, arte. Donne e politica. Donne e democrazia. Tante sfaccettature quante sono quelle che animano l’universo femminile, a cui la prima festa della Cgil provinciale ha voluto dedicare l’incontro conclusivo che si é svolto ieri a Potenza in piazza Don Bosco.

«Una scelta coraggiosa e poco scontata. Dopo aver parlato di sviluppo concludere con il dibattito su donne, lavoro e precarietà significa mettere al centro la persona, cosa che la politica non fa più», ha affermato Serena Sorrentino della segreteria nazionale della Cgil con delega al welfare e alla legalità, intervistata dal direttore de Il Quotidiano della Basilicata Lucia Serino.

Bisogna che la politica riporti all’attenzione la persona ma c’è anche bisogno di ricostruire la fiducia. «La politica di questi ultimi 20 anni – continua Sorrentino– ci ha fatto credere che sia difficile, che l’esercizio dei diritti dipenda dall’austerità delle risorse economiche. Non è così. L’alternativa c’è e si chiama redistribuzione. La diseguaglianza e la crisi economica sono le fondamenta della politica che contrastiamo».

E’ in questo contesto che si inserisce la differenza di genere e il discorso sulle pari opportunità. «Siamo sicuri – chiede provocatoriamente la sindacalista – che in questa società delle differenze le pari opportunità siano necessarie?».

Le donne lavorano in media un’ora e mezza in più degli uomini al giorno. Il così detto lavoro informale solo in Italia non è riconosciuto. Eppure le donne, nella riforma Fornero, non possono andare in pensione prima degli uomini. «Non è solo la conciliazione quella che noi donne chiediamo – riprende Serena Sorrentino – ma è la coresponsabilità». A casa, a lavoro, nelle sedi istituzionali, nelle stanze del potere. E ciò si traduce in parità contrattuale, salariale.  Ma per arrivare a ciò non occorre solo un cambiamento culturale. Sì al «ribilanciamento delle relazioni» ma sì anche a «una grande manovra finanziaria ridistribuitiva», a un «patto di stabilità basato sull’equità». Perché ciò «aiuterebbe di più l’occupazione femminile – conclude la dirigente nazionale della Cgil – di molti incentivi sporadici».

L’obiettivo comune è dunque “l’inclusione”, intesa come entrata nel mondo del lavoro e permanenza nell’esercizio dei propri diritti in maniera dignitosa. Da qui il contrasto, per esempio, alle dimissioni in bianco, vero e proprio “ricatto” da parte del datore di lavoro. E ancora, nel piccolo, lotta contro al chiusura degli asili nido comunali in città – battaglia vinta a Potenza dal sindacato, come ricorda Anna Russelli, della segreteria provinciale. Tutti in campo, infine, per l’introduzione del “codice rosa” al pronto soccorso per le donne vittime di violenza, perché abbiano un’assistenza adeguata.

Sono esempi concreti di quanto possa essere fatto per esercitare per davvero quel diritto all’uguaglianza che è poi “diritto al futuro”, riprendendo e sviluppando un po’ lo slogan della festa della Cgil provinciale “liberiamo il futuro”.

Perché è attraverso questi strumenti che la donna potrà scegliere, come ha sottolineato Lucia Serino, chi vorrà essere. Solo allora vivremo in un Paese democratico, libero di andare incontro al proprio futuro.

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