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SONO più di quaranta, quasi un terzo del totale degli amministratori comunali lucani, e ora fanno paura. I sindaci che sostengono il progetto politico che ha individuato, domenica scorsa a Muro lucano, il primo cittadino di Lagonegro, Domenico Mitidieri, come proprio candidato presidente per le regionali di novembre, hanno le carte giuste per far tremare i due più grandi schieramenti di Pd e Pdl.

Rappresentano i canali privilegiati attraverso cui passano sui singoli i territori i consensi per questo o quell’altro schieramento. Amministratori che si sono già misurati con il consenso elettorale e, nei propri comuni, la sfida l’hanno vinta. Ora che hanno confermato la loro discesa in campo per il rinnovo del Consiglio regionale più di qualcuno li guarda con sospetto. Perché sono in grado di spostare importanti fette di elettorato.

 Se non fosse che gli stessi protagonisti di quello che si va configurando come il partito dei sindaci, all’indomani dell’ufficializzazione di una propria lista, non escludono nessuna possibile alleanza.

Il dialogo, potenzialmente, è aperto con tutti. Con i centristi, ma anche con democratici e azzurri. Loro non sbarrano nessuna strada. E anzi ufficialmente comunicano: staremo con chi saprà proporre un progetto credibile fondato su rinnovamento e cambiamento autentici.

Insomma, le ipotesi sono ancora tutte in campo. Anche perché la composizione del movimento è varia, con amministratori che provengono da differenti culture politiche. Tra di loro, a esempio, anche l’ex sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, il primo cittadino di Ferrandina, Saverio D’Amelio e il collega di Tito, Pasquale Scavone. Tutti di area centrodestra che però hanno aderito al progetto senza fare una grinza. Nonostante il loro candidato governatore  sia non solo uomo del partito democratico, ma fervente defilippiano e amico intimo del governatore dimissionario.  

E insieme a lui c’è anche un altro fedele sostenitore del presidente uscente, come il sindaco di San Chirico Raparo, Claudio Borneo. Saranno in grado di andare fino in fondo, al punto di diventare avversari  del loro governatore? I diretti interessati rispondono in maniera affermativa, asserendo che questa volta la compatibilità con i possibili alleati sarà misurata sulla base del grado di coinvolgimento vero e dei progetti reali. Anche perché le dinamiche che si sono consumate in casa dei democratici negli ultimi giorni non sono state improntate a quella capacità di rinnovamento che viene richiesta oggi alla nuova classe dirigente. E quell’apparentamento che qualcuno aveva prospettato con il candidato alle Primarie del pd, Marcello Pittella, sarebbe saltato all’ultimo momento. Per ora il proprio candidato presidente ce l’hanno. Chiaramente, se in futuro ci dovessero aprirsi spiragli di coalizione a quel punto il capolista sarebbe frutto di concertazione.  Una corsa “solitaria” è improbabile. Ma alla fine bisognerà capire da quale parte propenderanno con amministratori comunali aspiranti consiglieri regionali.

marlab

m.labanca@luedi.it

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