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POTENZA – Salute, ambiente e occupazione: i tre punti fondamentali sui quali si muove la grande riunione dei sindaci a Grumento sono questi. E da un pugno di sindaci si è passati a 31 ai quali si sono aggiunti altri 31 comuni della provincia di Matera, che hanno consegnato la delega alla stessa provincia. Quei 13 punti proposti dai sindaci “ribelli” stanno unendo la Basilicata sotto un preciso schema: se è vero che il petrolio deve essere un bene comune, allora ne dovranno beneficiare tutti e 131 i Comuni della Basilicata. E la prova di unità cercata c’è stata, è praticamente un successo per loro. Adesso quel documento sarà ulteriormente integrato e passerà nelle mani dei candidati alle prossime elezioni regionali. I sindaci, quindi, vogliono un impegno concreto sul futuro della Regione. Per ora il comitato strettamente tecnico è stato composto dai sindaci di Paternò, Missanello, Montemurro, Sarconi e Pisticci ma all’appello continuano a rispondere delegati dalla Val d’Agri, Val Camastra e Val Basento, per loro il petrolio deve diventare cosa di tutti.

Il messaggio politico è chiaro, segue le line dettate da “salute, ambiente e occupazione”. Non si tratta di redistribuire le royalties a tutti i comuni, consegnare l’obolo agli amministratori, ma democraticizzare tutto, a partire dalle tasse che per più della metà finiscono allo Stato. Devono passare per le mani della regione, così come dal 7% di royalties bisognerà premere per arrivare quantomeno al 30%. È un’operazione che è assolutamente di cesura rispetto al passato politico di questa regione e nessuno dei sindaci pensa di voler tornare indietro, soprattutto per quanto riguarda la tutela della salute. Il sindaco di Pisticci Di Trani racconta di una riunione proficua dove si è discusso di tutto.

SALUTE E TERRITORIO – Non si può più soprassedere su quanto sta accadendo in Basilicata perché «da queste parti – dice Di Trani – regna il cancro». La proposta è chiara: creare un registro dei tumori in basilicata, un sistema di monitoraggio della salute dei cittadini che indichi con precisione quali possono essere le cause scatenanti. Bisogna costringere Eni, Total e le altre multinazionali ad applicare nuove tecnologie per la tutela ambientale, rinnovare i sistemi, abbattere le emissioni, è una questione di principio. C’è la necessità di indagare sulle cause dei mali che affliggono le valli petrolifere e non si può continuare ad attendere. Il piano di monitoraggio deve esser totale partire dalla salute dei cittadini e indagare sulle cause dei decessi legati a malattie tumorali, e poi lavorare su tutela del territorio e della sua fauna.

INFRASTRUTTURE – Ecco l’altro nodo da sciogliere. La Regione è carente e ha bisogno di un ammodernamento generale. Per fare questo però c’è bisogno di denaro, denaro che deve arrivare dalle royalties. L’esempio lampante riguarda la morte di una donna sul percorso alternativo tra Pisticci e Craco. Una bretella utilizzata per colpa del crollo di un ponte che i sindaci addebitano al continuo transito dei mezzi pensanti che trasportano acqua da Viggiano a Tecnoparco. E questo è solo un esempio, perché ogni sindaco porta con sé l’esperienza personale.

ROYALTIES – Se è vero che il petrolio è la fonte di sviluppo di questi territori allora che lo sia per tutti. Per incasellare questo concetto c’è bisogno di altro: il 7% di royalties attuale è assolutamente misero. Qui bisogna arrivare al 30% e sfruttare questo denaro prioritariamente per due cose: il primo è quello di mettere a punto dei sistemi capaci di arginare i danni legati alle attività estrattive e il secondo guarda ad un riammodernamento delle infrastrutture regionali. A beneficiarne dovranno essere tutte le amministrazioni, con una priorità alle situazioni più critiche della filiera del petrolio.

SENZA QUESTO NIENTE RADDOPPI – Il futuro delle estrazioni lucane deve partire da questo: non si possono pensare raddoppi estrattivi senza aver rivisto royalties, rimodulato l’intero sistema di analisi e tutela di ambiente e paesaggio, costruito un sistema di tutela della salute pubblica e applicata la redistribuzione su assi economiche ben precise. La sfida ai candidati è lanciata: adesso tocca a loro provare a smuovere la Basilicata.

v.panettieri@luedi.it

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