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E’ attivista dall’epoca del Meetup 2007 di Beppe Grillo e con il Movimento condivide la convinzione che la politica ospiti ormai troppi “furbetti” del quartierino.

Grazie alla sua laurea in lingue Angela Calia ha sempre viaggiato molto,  ma ora ha deciso: è il momento di restare nella sua terra e contribuire al suo cambiamento e per farlo è pronta anche ad occupare lo scranno più alto, quello di presidente della Regione con BAsilicata 5 Stelle.

Sa che “rischia” di entrare nella storia come prima presidente-donna in Basilicata?

«Me lo auguro, non perchè sono una donna ma perchè penso di rappresentare buona parte dei lucani che è stata costretta ad andare via, e ora vuol ritornare a casa, in una regione in cui ci sono cose meravigliose da fare  che finora sono state impedite dalla casta, dal regime, dal malaffare. Ogni volta che tornavo dai viaggi per lavoro, vedevo solo squallore. In Francia, Spagna, Polonia, la stessa Croazia che si è ripresa dalla guerra civile, vivono di turismo. Noi abbiamo cose meravigliose e le stiamo distruggendo».

Il difetto dei lucani è di non avere coraggio o è colpa della politica sbagliata?

«I lucani sono buoni cittadini ma a volte si fanno trascinare. In altre regioni sono molto più intraprendenti anche  a livello imprenditoriale. I lucani, da troppo tempo, sono come anestetizzati e non hanno sufficiente senso dell’appartenenza. Il campanilismo delle altre regioni italiane, qui manca. La Basilicata è una delle regioni più ricche, in termini di risorse naturali, ma siamo i più poveri».

Due volti della politica al femminile: Debora Serracchiani e Renata Polverini, quest’ultima con un esito catastrofico. Come le giudica?

«Non giudico, ma so che se dovessi essere eletta, non deciderò da sola ma lo farà il Movimento. Io come persona risponderò ad alcune situazioni, ma a livello politico non sarò solo io a decidere».

Parole chiave della Regione a 5 stelle?

«No ai privilegi, tema che ci ha già visti impegnati con la raccolta firme, energie alternative come il miniecolico e la svolta dell’agricoltura e del turismo, i due strumenti  economici della Basilicata. Non possiamo più pensare che la Basilicata faccia industria, non ha senso».

Cosa manca a Matera per il salto di qualità nel turismo?

«La professionalità, innanzitutto nelle strutture ricettive. Nell’80% dei casi il personale non sa parlare inglese; ma questo serve anche nei supermercati o in un negozio di abbigliamento. L’unica cosa che sanno fare in questa città è far pagare un conto caro ai turisti che non torneranno mai più».

I mal di pancia dopo il voto di questi giorni, come si curano? 

«C’è stato un po’ di amaro in bocca ma questo accade in qualsiasi aggregazione c’è chi vuole arrampicarsi, chi  pensa di avere diritti. Ovviamente questo vale in generale, ma il Movimento è fatto di persone così intelligenti e capaci che alla fine il meglio emerge. La voglia di cambiamento appartiene a tutti noi ed è così in tutta la Basilicata. Ciò che è accaduto a Tramutola è bellissimo».

Se dovesse essere eletta, governerà con i partiti protagonisti di Rimborsopoli e di tanti scandali. Come farà?

« Seguiremo la linea che il Movimento ha voluto dare a livello nazionale. La prima cosa che faremo sarà aprire tutti i faldoni e scoprire cosa c’è dentro dopo tanti anni di monopartito. Capiremo quali scheltri ci sono nell’armadio». 

a.ciervo@luedi.it

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