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POTENZA – Siamo alle fasi finali. E con il diminuire dei giorni (ormai ore) a disposizione per la campagna elettorale per le Primarie del centrosinistra che si svolgeranno domenica prossima in tutti e 131 comuni della Basilicata aumenta l’attesa per capire chi sarà il candidato governatore del centrosinistra per le elezioni del 17 e 18 novembre.

Ma non cresce solo l’attesa. Sarebbe il minimo. E in definitiva sarebbe comprensibile. Sale anche il clima di sospetto e le inevitabili polemiche. Di più. Non sono pochi quelli che ormai palesano delle vere e proprie crisi di nervi.

Sui social netwok ma anche per strada, tra la gente. C’è chi si lamenta di chi all’improvviso magari gli ha tolto il saluto o di chi (aderente a una fazione) addirittura si sente pedinato dagli “altri”. Sono esagerazioni. Non c’è dubbio. Ma fotografano una realtà che ha superato i limiti di “guardia” già da un pezzo. Eppure si tratta di Primarie. Insomma non si vince mica il “Nobel”. Chi prevarrà avrà il diritto di sfidare i candidati delle altre coalizioni. E non sarà facile per il centrosinistra riconfermarsi vincitore anche questa volta. Chiaro che parte con i favori del pronostico. Non fosse altroche sono 20 anni che vince a mani basse in Basilicata. Ma la situazione è cambiata, nonostante al momento gli sfidanti storici e cioè quelli del Pdl – centrodestra sembrino gli unici a non essersi resi conto della grande occasione. Solo i grillini sembrono prendere fiducia.  Ma c’è ancora tempo. In fondo al netto delle Primarie del centrosinistra che di fatto hanno anticipato il clima elettorale alle elezioni vere e proprie mancano due mesi circa. Pochissimo o un’eternità a seconda dei punti di vista.

Ad ogni modo non c’è dubbio che queste Primarie così condotte con una sfida tra Pittella e Lacorazza – che ha sin da subito sfondato il perimetro della lotta intestina al Pd – rischia di indebolire chiunque sia il vincitore poi nella battaglia vera. Insomma che questa competizione lasci sul campo un Pd lacerato è un dato di fatto. Molto più diviso del momento iniziale della campagna elettorale delle Primarie che pure sono partite con un Pittella che ha gridato allo scandalo e innescato una campagna elettorale di denuncia politica contro i vertici del suo stesso partito.

In ogni caso il tema che si pone è: riusciranno, comunque andrà la partita, Pittella e Lacorazza a stringersi la mano il giorno dopo i risultati. Loro probabilmente sì. In fondo si parla di politici navigati, esperti e di uomini entrambi intelligenti.

Ma i loro fedelissimi che hanno affrontato questa campagna elettorale con il coltello in bocca – come se davvero fosse una questione di vita o di morte –  riusciranno a mettere da parte adrenalina e sospetti in po che ore e stare tutti insieme di nuovo per affrontare altri due mesi di campagna elettorale a favore di quello che sino a poche ore prima era non solo l’avversario ma il “nemico”? A sensazione sembra complesso. Tanto più che già si annunciano polemiche accese sulla scelta dei seggi. Prevedere inoltre, che si scateni il putiferio durante e dopo le operazioni di voto e di conteggio non è esercizio profetico. Basti ricordare che in Primarie meno accese come quelle per la scelta dei parlamentari di qualche mese fa ci fu un epilogo a carte bollate tra Antezza e Chiurazzi.

Ad ogni modo la questione dei seggi è già cronaca. Dall’entourage di Pittella hanno già fatto sapere di non accettare che a Lauria sia installato un solo seggio. In pratica viene denunciato: «Così non si favorisce la partecipazione». Lauria è il paese dei Pittella. Ma c’è anche da ricordare che a Lauria in tutte le ultime Primarie c’è sempre stato un solo seggio. Potrebbe apparire una piccola cosa. Ma non in queste Primarie. Tanto che se fosse confermato un solo seggio è già stato preannunciata una conferenza dello stesso Pittella sabato mattina. I toni sono immaginabili.

s.santoro@luedi.it

 

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