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POTENZA – E’ stato uno show più che un comizio elettorale. Marcello Pittella sta a “mille”. Sarà il fatto che si sta giocando la partita della vita. Sarà che all’inizio della partita i pronostici lo davavo nettamente sotto. Saranno altri cento motivi. Ma sta di fatto che ieri sera al Don Bosco di Potenza, l’assessore regionale alle Attività produttive e candidato alle Primarie per la scelta del candidato governatore del centrosinistra ha dato vita a un’ora di politica altamente spettacolare.

Anche il contorno, studiato, lo ha aiutato. Al suo fianco per tutto il tempo un tecnino ha utilizzato il linguaggio dei segni per i non udenti. E lui, in maniche di camicia, bianca, e auricolare senza microfono ha praticamente saltato da un lato all’altro del palco coinvolgendo il pubblico. E’ partito leggendo un intervento di sandro Pertini. Da attore consumato.

Molti in sala lo hanno paragonato a Obama. Ovviamente il paragone è azzardato e forse pure irriverente ma sta di fatto che Pittella junior ieri ha suscitato emozioni forti a Potenza. Gli applausi non si sono contati.

Questo per il contesto scenografico. Per il resto è stato un Marcello Pittella all’attacco. La linea dall’inizio della sia avventura da candidato alle Primarie non è mutata: polemica aperta con il resto dei dirigenti del Pd e alta tensione dialettica sui temi dell’innovazione e del sistema Basilicata. Linea che può anche essere contestata ma che evidente sta facendo presa.

E attacchi diretti ai vertici del suo stesso partito non sono mancati nemmeno ieri sera. Non ha fatto mai nomi. Non ha mai nominato nemmeno l’avversario Lacorazza. Ma chiaro è stato l’attacco al capogruppo del Pd alla camera dei deputati, Roberto Speranza quando ha detto: «Si può avere 51 anni ed essere freschissimo. E si può avere 34 anni ed essere vecchissimo». Dalla sala un boato. Questo il clima. Nei confronti del Pd in generale «che voleva isolarmi e ignorarmi e farmi piegare» tanti attacchi. Ma i vari dirigenti per tutto il tempo sono stati indicati solo dicendo “loro”.

Ovviamente Pittella non era solo, politicamente parlando, nemmeno ieri sera al don Bosco. C’era poco Pd. In prima fila solo la parlamentare Maria Antezza e l’assessore regionale Luca Braia. Ma per il resto c’erano tanti altri. Solo citando alcuni occupavano le prime file: Agatino Mancusi, Roberto Falotico, Franco Mollica, Rocco Vita, Emilio Libutti, Donato Salvatore, Franco Adamo, Rocco Rosa, Angelo Laieta. Tanti anche gli amministratori comunali.

Comunque il mattatore della serata è stato lui. Si è mostrato fiducioso. Ha parlato di vittoria e di una Basilicata che «cambierà il 22 settembre ma che sta già cambiando in queste ore». E ancora ha parlato di sogni e di sfide da vincere per “liberare” la Basilicata.

Insomma un Pittella che si proietta sulle Primarie con tanto entusiasmo.

La seconda parte del discorso quindi è stata più incentrata sui programmi e sulle cose fatte da assessore e da amministratore. Ora la parola passa agli elettori. Pittella la sua sfida l’ha giocata in attacco. Non c’è dubbio.

s.santoro@luedi.it

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