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POTENZA – La Basilicata che verrà dovrà affrontare sfide difficili, potendo contare, però, su buoni condizioni di salute. Sicuramente migliori di quelle in cui versano le altre Regione del Sud. Dopo otto anni di governo, il presidente De Filippo fa calare il sipario sull’ultima legislatura durata solo tre anni per via delle sue dimissioni   anticipate, descrivendo un quadro fatto più che altro di luci. In cui di ombre pure ce ne sono state, ma dovute soprattutto alla sfavorevole congiuntura economia nazionale e internazionale e quel triplo livello istituzionale (Regione-Paese-Ue) che spesso non è garanzia di strumenti in sintonia. «Rispetto agli sforzi che abbiamo provato a mettere in campo, i risultati non sempre sono stati soddisfacenti così come avremmo sperato – dice – Soprattutto per via di dinamiche che si decidono altrove». E’  conferenza stampa di chiusura dell’ultima Giunta del De Filippo bis, per lui l’ultima da governatore. Al suo fianco ci sono i quattro assessori rimasti in carica, Luca Braia, Attilio Martorano, Roberto Falotico e Nicola Benedetto, dopo le dimissioni, prima di Mazzocco, poi di Pittella. L’atmosfera è rilassata. Il presidente promette un resoconto “asciutto”.

Siede alla stessa poltrona da cui per tutti questi anni ha lanciato proclami, pronunciato scomuniche, annunciato vittorie, analizzato sconfitte. Ma questa volta il tono del governatore lucano è più tranquillo che mai. Ha l’aria di chi si sente sostanzialmente sereno e soprattutto  di chi  sa di non aver più nulla da perdere. Nessun rimorso, nemmeno rispetto alle sue dimissioni. «Non me ne sono pentito. Sono ancora convinto che non c’era più spazio per quello che avrebbe finito per essere un accanimento terapeutico». Bypassa aggettivi per qualificare la sua amministrazione. Nel resoconto amministrativo il presidente preferisce elencare direttamente i risultati raggiunti. Uno su tutti: «L’aver salvato l’Università lucana. Quindi l’aver dato un futuro a questa terra». Ma c’è qualcosa su tutto per cui De Filippo vorrebbe essere ricordato dai lucani: «La disponibilità e l’amore per la Basilicata». Tra i momenti più brutti, «tutti quelli in cui il dibattito ha subito involuzioni». Ha avuto molto tempo per maturare l’addio e non sembra particolarmente perplesso su quello che sarà.

«Per il “gladiatore” che arriverà dopo di me – aggiunge lui – le cose non saranno facili. Per il contesto economico in cui oggi le regioni si muovono, ma anche per le importanti sfide che la Basilicata dovrà affrontare». Che a suo avviso dovranno essere giocate tutte sul potenziamento dell’asse Potenza Roma. A partire dal petrolio, per continuare con le infrastrutture. «Ma c’è un’eredità positiva  su cui chi arriverà dopo il voto di novembre potrà contare».

La situazione finanziaria

I punti di forza della Basilicata che verrà per De Filippo sono rappresentati prima di tutto da un fatto: “ la virtuosa condizione del bilancio regionale”. Una Basilicata che, «a differenza di quanto è accaduto altrove non si presenta con le casse in rosso». Che, anzi, «è riuscita a garantire gli stessi standard di welfare e assistenza sociale (anzi ha aggiunto anche qualcosina in più), nonostante i tagli a livello nazionale». E che potrà permettersi una «buona capacità di reazione». In questo quadro, per il governatore, va inquadrata anche la polemica sull’utilizzo delle royalty, non sempre incanalate su politiche di sviluppo. «Abbiamo dovuto fronteggiare riduzioni dei trasferimenti centrali per garantire la tenuta dei conti pubblici nei settori sottoposti alla spoliazione di risorse. Siamo interventi anche grazie ai fondi comunitari (e in particolare il Fondo sociale), che ci hanno consentito di trovare la copertura finanziarie per garantire gli ammortizzatori sociali pure a soggetti che ne beneficiano da oltre  anni». Un caso per tutti, il salvataggio dell’ateneo lucano. O anche le risorse spostate sulla Sanità, che però richiede le dovute precisazioni.

La sanità

«E’ una falsità tecnica dire – spiega De Filippo – dire che, a differenza di quanto è avvenuto nelle restanti regioni del Mezzogiorno, la sanità lucana si sia salvata dal commissariamento grazie alle royalty del petrolio. Semplicemente il deficit lucano non ha mai sforato la soglia del 5 per cento, oltre alla quale scatta il commissariamento». Negli ultimi due anni, poi, in fatto di conti del comparto,  «sono stati fatti passi da gigante». A spiegarli è lo stesso assessore Martorano: «Se nel 2011 il deficit sanitario era di 36 milioni di euro, il 2012 si è chiuso con un avanzo di oltre 7 milioni. Questo vuol dire – aggiunge l’assessore – che per gli anni a venire il sistema sanitario lucano non avrà bisogno di risucchiare risorse regionali o provenienti dalle compensazioni del petrolio. Potrà reggersi esclusivamente sulle proprie gambe, ovvero sul riparto del fondo nazionale. Inoltre – ricorda ancora Martorano – la Basilicata è l’unica Regione ad aver eliminato il ticket sulle prestazioni specialistiche».

Il petrolio

De Filippo non usa mezzi termini: «Il primo decreto attuativo dell’articolo 16 (Memorandum) è una vera schifezza». E’ la prima bocciatura ufficiale da parte del governatore, che fino a questo momento non si era espresso, almeno non pubblicamente. «Ma – dice – ho scritto subito al ministro. Spiegando che il decreto nella sua parte attuativa tradisce lo spirito dell’articolo 16 che io stesso ho scritto». Dunque, l’intuizione era buona, ma la parte attuativa non è stata all’altezza. Se per intuizione si intende un cambio di prospettiva. Ovvero: «Il vero “tesorone” legato alle attività estrattive non deriva dalle royalty ma dal gettito fiscale, che per le compagnie petrolifere è il più alto al mondo. Io penso che se avessimo alzato le royalty al 50 per cento avremmo ottenuto l’effetto di allontanare le compagnie dal territorio regionale. Agire sulla tassazione, invece, rappresenta la via migliore per la Basilicata per ottenere il massimo. Ma certo, il decreto, così come ci è stato presentato, non può andar bene. E smentisce anche le rassicurazioni che erano arrivate dal ministro Zanonato, solo qualche giorno prima, nel corso della festa della Cgil, alla quale non sono stato presente, perché non invitato». De Filippo ammette che l’ultima fase della trattativa sulla partita del petrolio lucano ha pagato anche lo scotto di una forza negoziale indebolita di una giunta ormai proiettata versa lo scioglimento anticipato. «Lascio la palla a chi verrà dopo di me». Ma nel frattempo, De Filippo non ci sta a definire «fallimentare» la politica della Regione – che oltre a un decreto attuativo del Memorandum che sembra una beffa, ha dovuto digerire anche della bocciatura da parte della Corte Costituzionale della cosiddetta moratoria lucana – in fatto di petrolio. «La moratoria non è stato un fallimento. La linea che abbiamo adottato non si è spostata di un millimetro: no degli uffici regionali a tutte le singole richieste di nuove istanze. Per quanto riguarda la decisione della Suprema Corte, pende ancora il nostro ricorso», conclude De Filippo

Lavoro e Obiettivo Basilicata 2012

«Devo dire che in questo settore – spiega il presidente – va sottolineata con forza la buona esperienza rappresentata da Obiettivo Basilicata 2012. Uno strumento che ci ha consentito di fornire risposte importanti attraverso misure come credito d-imposta e apprendistato. Uno strumento importante, raro e innovativo. Nato dalla concertazione sulla programmazione con parti datoriali e sigle sindacali, in un momento in cui, a livello nazionale, Cgil, Cisl e Uil non siedevano allo stesso tavolo, e il sindacato di Camusso aveva interrotto ogni tipo di trattativa con Confindustria.

Le mancate riforme

Rispetto alla contestazione di un Governo regionale incapace di portare avanti le riforme degli enti strumentali come Asi e Consorzi di bonifica, da anni in crisi e a un passo dal default definitivo, pia cui più spesso la Giunta fa fronte con interventi tampone che consentono solo di superare le emergenze, De Filippo non spreca troppe parole: «Sono in cantiere disegni di legge che stanno seguendo il necessario iter istituzionale».

Ambiente

Dopo che tutte le faglie del sistema pubblico di monitoraggio sono venute fuori, anche a seguito dell-inchiesta giudiziaria sulla “macchia nera” che rappresentato lo scandalo Fenice, «abbiamo fatto un lavoro importante di recupero che oggi collocano molto più avanti». In particolare – sottolinea il governatore – «per quello che riguarda i controlli (aria, acqua, suolo, rumore) relativi al Centro Oli, e a un raggio che si estende su cento chilometri. «Abbiamo stretto importanti accordi con con l’Ispra e l’Istituto superiore di sanità. Abbiamo fatto importanti investimenti nel settore gestioni dei rifiuti. Per i due siti di interesse nazionale da bonificare, Tito e Valbasento, ci sono complessivamente 46 milioni di euro. Insomma, in questi tre anni il sistema di monitoraggio pubblico si è radicalmente trasformato».

Infrastrutture

«Vi invito a una scommessa e poi mi direte: nei prossimi 15 anni la Basilicata potrà scordarsi investimenti da parte dello Stato come quelli da 200 milioni di euro stanziati per la Potenza – Foggia». Il pacchetto delle infrastrutture da 1358 milioni di euro nell’ambito dell’accordo quadro è stato presentato di recente dalla giunta regionale. E ieri ulteriori dettagli sono stati forniti dall’assessore Braia. Con una conferma: il primo intervento, da 125 milioni di euro, riguarderà il completamento della Tito Brienza.

Ma il presidente De Filippo cita anche le risorse stanziate per le reti immateriali, e in particolare per la banda larga e ultra larga.

m.lab

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