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POTENZA – Accordo sì. Accordo no. Accordo forse. Alla fine probabilmente tutto sarà chiaro. Ma non c’è dubbio che la situazione, da qualunque lato la si guardi, ha creato non poco scontenti.

Le Primarie del centrosinistra si sono volte il 22 settembre scorso.

Non esattamente alcune ore fa. Sono passate oltre due settimane. Eppure le Primarie dovrebbero chiarire le questioni non complicarle. Ma non è andata così. A oggi ancora non è chiaro come andrà a finire. Sono serviti oltre dieci giorni per ufficializzare la vittoria di Marcello Pittella. E’ quanto si è letto dopo il vertice di Roma. Bene. Ma serviva tutto questo tempo per capirlo? Piero Lacorazza non aveva ammesso la vittoria di Pittella poche ore dopo lo spoglio stesso nella notte di domenica 22 settembre?

La sensazione è che la politica, o meglio il centrosinistra, o meglio ancora il Pd lucano che per la prima volta nella storia ha dovuto ricorrere alle Primarie popolari per la scelta del candidato governatore si sia incartata. E che le Primarie non abbiamo risolto le questioni. Anzi probabilmente i problemi che c’erano prima del 22 settembre sono rimasti intatti amplificandosi addirittura.

Ma se tutta questa melina, tutta questa diplomazia, tutti questi calcoli ai protagonisti che affannosamente sono ancora alla ricerca di un “compromesso” può apparire un percorso obbligatorio non lo è per la gente.

Sul web – che ormai è lo specchio dei malesseri della gente nei confronti dei big della politica, la sensazione che si percepisce è questa: non capire costa stia realmente succedendo sta scatenando reazioni scomposte anche tra chi appena dieci giorni fa scegliendo di sostenere un candidato piuttosto che l’altro aveva le idee molto più chiare. Oggi no.

In questa situazione c’è un doppio rischio. Il primo che la gente si disinnamori ancora di più della politica. Il secondo è che il clima di sospetto diventi così stratificato che anche un eventuale accordo pacificatore arrivi troppo tardi dopo che le convinzioni e l’astio (sì anche astio) si siano ormai stratificate.

Un esempio di questo sono alcuni post. Sanchirico: «E smettiamola con i veti … lasciamo scegliere all’elettorato .. si candidassero tutti … resta fermo il fatto che chi ha vinto le primarie è Marcello Pittella».

Poi c’è il candidato alla Primarie che ora è entrato nel Pd,  Miko Somma che prima chiede: «Io non ci sto di certo a consegnare al nulla progettuale, alle larghe intese ed alla Dc per storia interposta la mia regione… ipotesi autoconvocazione della base del Pd per una lista autonoma».

E poi ancora Somma: «Bene, è ora che la sinistra in basilicata esprima un proprio candidato presidente, visto che alcuni inciuciano a destra. Dunque gira aria che viceconte (pdl) sta pensando di candidare Pittella come presidente comune di strane larghe intese alla lucana».

Per continuare con il sindaco Giovanni  Petruzzi: «Il Pd lucano, in vista delle elezioni regionali, sembra ispirarsi a Mike Bongiorno: dopo “Rischia tutto” ora va in onda “lascia o raddoppia”. Noi altri, militanti di trincea, chiediamo solo coerenza con i vincolanti deliberati politici, trasparenza nelle cosiddette “trattative”, se possibile partecipazione e, comunque, di fare subito».

A chiuder l’ex segreatari odei Giovani democratici, Giovanni Casaletto  che ironizza lanciando comunque delle bordate: «Tra i pali Pittella Marcello, in difesa il Pd (al quale sono iscritto), a centrocampo la “Lista della spesa”, in attacco la famosa “Resistenza armata di Via Anzio (meglio nota). E dunque perché mai dovrei pagare il biglietto? Allegri va… ma senza esagerare».

sal.san.

s.santoro@luedi.it

 

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