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POTENZA – Tanto tuonò che alla fine piovve. L’aggiornamento della Direzione regionale del Partito democratico di ieri mattina, ancora nella sala convegni del Principe di Piemonte a Potenza, non ha portato buone notizie per chi sperava che ci fossero ancora margini per ricomporre la frattura tra il vincitore delle Primarie del centrosinistra, Marcello Pittella, e la maggioranza del Partito democratico regionale. Certo è arrivato il documento di Epifani e quindi l’esplicitazione di una posizione come chiesto a gran voce fino all’ultimo da Giuzio. 

Ma nella sostanza la situazione rimane di muro contro muro. Perchè se non è ancora rottura ufficiale è solo per un estremo tentativo ancora concesso ai mediatori (Salvatore Margiotta in primis e lo stesso Giuzio) di tentare di ricomporre una situazione arrivata ormai al punto finale. E lo si è capito dall’inizio. Quando Marcello Pittella è arrivato in sala ha preso la parola e riconfermando la linea già espressa ampiamente nei giorni scorsi ha lasciato i lavori del massimo organismo politico del Pd adducendo importanti motivi di famiglia.  Insomma ha lasciato tutti  con un “palmo di naso” e ha preso la via di casa. 

Tra lo sgomento e il disappunto di tanti tra cui il segretario regionale del Partito democratico di Basilicata, Vito De Filippo. Ma prima che scoppiasse di nuovo il caso, la presidente della Direzione, pasquina Bona ha avuto la lucidità di sospendere i lavori. Sono stato minuti lunghissimi. Le riunioni dei big sono ricominciate all’esterno. Sotto una leggera pioggia. E si sono visti De Filippo e Bona passeggiare lontano dagli altri. Poi tornare verso la folla e annunciare: «La Direzione riprenderà ad horas». Giusto il tempo di sbollire un pò. E raccogliere le idee. E quindi si sono raccolti vicino al muretto esterno del Principe di Piemonte tutti i big democratici, “orfani” di Marcello Pittella. 

Da Roberto Speranza a Salvatore Adduce, allo stesso De Filippo e ancora Margiotta e poi Vincenzo Folino, con Vincenzo Santochirico, Vito Santarsiero, Antonio Luongo e altri ancora. I volti erano scuri. Si notava anche una certa tristezza. Poi qualcuno si è avvicinato e ha fatto notare che fosse il caso di reagire. E così è stato. De Filippo si è riavviato nella sala e ha comunicato che i lavori si riprendevano immediatamente. Con uno strappo alla regola. La riunione fino allora a porte chiuse è stata allargata alla stampa e agli altri dirigenti e tesserati del Pd che erano nel cortile in attesa di notizie dall’interno. Ma si è capito subito che la situazione in pochi minuti era mutata. 

Dal tentativo di trovare ancora il bandolo della matassa di un accordo ormai praticamente saltato, si è passato al tentare di capire come affrontare la seconda fase. E cioè preparare la controffensiva. Ha preso subito la parola il segretario regionale che ha chiesto alla Direzione una delega per riaprire la concertazione  con il tavolo del centrosinistra ed eventualmente anche iniziare a pensare a un candidato presidente alternativo a Marcello Pittella. Pieno appoggio gli è arrivato immediatamente da Vincenzo Folino, Roberto Speranza e Antonio Luongo. Di parere opposto invece Vito Giuzio che ha chiesto per l’ennesima volta di mettere tutto nelle mani di Epifani. Irremovibili tutti gli altri che hanno quindi parlato di dichiarazioni già giunte da parte del segretario. Alla fine lo stesso De Filippo ha chiesto il voto su un documento. Ad onore del vero dopo la presa di distanze di Salvatore Margiotta il documento è stato un pò ammorbidito nei toni lasciando di fatto alcune ore di ulteriori tentativi di mediazione. Questo il documento approvato da tutti tranne ovviamente Giuzio. 

«La Direzione regionale del Pd, in ossequio allo spirito del Documento approvato dall’assemblea regionale, ha chiesto al candidato presidente della regione designato con le primarie di coalizione di contribuire al rispetto dell’indicazione di rinnovamento venuta dal Partito e dal tavolo della coalizione. In tal senso la Direzione si è affidata alla cultura politica di Marcello Pittella nella convinzione che un pieno coinvolgimento dei partiti nel sostegno dell’amministrazione sia indispensabile tanto nella fase elettorale che in quella successiva della gestione della cosa pubblica, per evitare che una deriva personalistica possa esser protagonista del prossimo Consiglio regionale, inceppando la speditezza di un’azione amministrativa quanto mai necessaria in un momento di generale difficoltà della società e dell’economia. In questa ottica la direzione del PD è quella di favorire percorsi di innovazione e cambiamento che testimonino lo spirito di servizio della coalizione favorendo una visione innovativa della Regione. 

Questa esigenza, frutto di una visione politica insita nello stesso spirito del Pd, viene indicata dalla direzione regionale come prioritaria e per questo si dà mandato al segretario regionale di percorrere ogni strada, per quanto dolorosa, al fine di giungere tramite l’affermazione di questo principio, alla elezione di un consiglio regionale forte per autorevolezza e agibilità politica». Ora si attende fino a oggi quando la Direzione riprenderà i lavori. Ma è difficile che qualcosa sia cambiato. E la dichiarazione di Epifani è davvero l’ultima spiaggia. 

s.santoro@luedi.it

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