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POTENZA – Hanno atteso tutto questo tempo per capire come andasse a finire la partita dei democratici lucani e poi, ad accordo Pd fatto, si sono decisi anche loro a convocare un incontro per discutere alleanze e candidato presidente.

Al Park hotel di Potenza, ieri ser,a c’era anche il senatore Guido Viceconte, insieme a Cosimo Latronico e Vincenzo Taddei per il grande giorno, ormai a ridosso della scadenza per la presentazione delle liste. L’occhio puntato fino alla serratura della porta dell’avversario  è servita a comprendere quale linea da adottare in vista del voti novembre. Nonostante il documento con cui il Pdl annunciava la propria disponibilità a rinunciare al nome del candidato presidente in favore degli alleati, il deputato Cosimo Latronico aveva preso in considerazione l’ipotesi di scendere in campo personalmente. Questo nel caso in cui il Pd fosse arrivato diviso alle regionali, con due distinti candidati. Quella di Latronico sarebbe stata una candidatura dal valore politico. Un segnale che gli sarebbe stato chiesto direttamente dai vertici nazionale del partito.

L’accordo del Partito democratico arrivato all’improvviso è servito a rimescolare ancora una volta le carte. Passo indietro di Latronico e cinque in avanti per cercare di sbrogliare la complicata matassa insieme agli alleati di centrodestra alla ricerca di una soluzione che appaia quanto più credibile possibile, nonostante il notevole ritardo sulla tabella di marcia. Tra gli elettori – come testimoniano le bacheche facebook – prevale il malcontento per l’ennesima partita elettorale fino al momento gestita malissimo, tra assordanti silenzi, riadattamenti e vuoti.  Anche perché questa volta la crisi politica interna al Partito democratico avrebbe dovuto rappresentare la carta vincente dell’eterno secondo. Ma neanche questa volta si sono visti grandi fuori classe portarsi avanti con coraggio e voglia di vincere. La ritrovata unità del centrosinistra non facilita le cose. E allora ieri sono iniziati i confronti, quelli veri per sondare i possibili perimetri dell’alleanza. Una serie di incontri separati con le varie forze che si sono protratti  fino a tarda sera. I primi a essere stati convocati sono stati gli esponenti locali di Scelta civica. Che, però, a questo punto – sembra di capire – accetterebbero la proposta di alleanza solo nel caso in cui la corsa per la presidenza venisse offerta al consigliere Ernesto Navazio. Ma le resistenze a questa ipotesi, oltre che da una parte dello stesso Pdl, potrebbero arrivare anche da una parte della coalizione. Come Fratelli d’Italia, che  non sembra gradire molto il suo nome e che anzi ne ha altri da proporre: o lo stesso coordinatore regionale, Gianni Rosa o quello di Marco Saraceno.

Ma intorno alle decisioni di Scelta civica continua a esserci quella divisione interna che era emersa già nelle scorse settimane. Il solo confronto con il Pdl ha prodotto le immediate dimissioni del coordinatore regionale, Domenico Bronzino. Si tratta del secondo passo indietro in un mese. Il motivo, sempre lo stesso: Bronzino, che ha sempre spinto per un’allenza con il centrosinistra, non gradisce l’apparentamento con gli avversari. «Diversità di vedute politiche», le chiama lui che spiega il suo gesto con la necessità e la volontà di non   «creare danni al partito».

Ma tra i nodi da scegliere rimane anche quello relativo alla cosiddetta questione morale. I minori di centrodestra hanno sottoscritto la carta d’intenti proposta da Scelta civica che prevede di tenere fuori gli indagati dalle liste regionali. Ma il Pdl, oltre che da sempre di cultura garantista, non potrebbe mai digerire la ricandidatura di due ex consiglieri come Michele Napoli e Paolo Castelluccio. E tra coloro che sono stati ricevuti dai vertici del Pdl lucano, oltre agli esponenti di Fratelli d’Italia e Grande Sud, anche i consiglieri Franco Mollica e Agatino Mancusi (appena scaricati da Pittella).

marlab

m.labanca@luedi.it

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