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POTENZA – Sul volto del senatore Guido Viceconte non c’è ombra di alcun dubbio: Tito Di Maggio è l’uomo giusto per unire il centrodestra e creare un’alternativa di governo – forte, credibile e competitiva – al centrosinistra. Perché – spiega il senatore – dopo 18 anni di mala amministrazione e dopo la crisi politica che ci ha portato al voto anticipato per «evidente incapacità della sinistra di gestire la cosa pubblica», è ora che i lucani diano l’opportunità agli altri di vedere cosa sanno fare. Viceconte ostenta sicurezza e non sembra affatto scalfito dalle accuse di chi sostiene che anche questa volta il centrodestra abbia perso la sua grande possibilità con una scelta che è arrivata sì, ma comunque in ritardo. Nè tantomeno  appare turbato dalle peripezie – a tratti comiche – delle ultime 48 ore che hanno visto la coalizione brancolare nel buio e che non sembrano del tutto risolte nemmeno mentre la conferenza stampa è in corso. 

«E’ vero – ammette – è stato un parto difficile. Ma è del tutto  comprensibile, dato lo sforzo fatto per mettere insieme tutti i tasselli di un quadro di alleanze più ampio possibile». E poi – aggiunge il coordinatore regionale del Pdl – «nulla a che vedere con quanto accaduto nel Partito democratico. Da noi qualche polemica c’è stata. Ma nel Pd abbiamo assistito a vere e proprie lacerazioni e accoltellamenti tra “fratelli”». E allora Viceconte confida e si affida – «con energia ma anche con umiltà» – a quei lucani saggi «ormai stanchi di un’amministrazione fallimentare». Quel che è certo «è che loro che hanno governato male. Dopo 18 anni «è arrivato il momento di mettere alla prova gli altri». E a dirla tutta è lo stesso neo candidato presidente che va anche oltre: «Non ci sarebbe bisogno nemmeno di campagna elettorale, tanto è stato disastroso il governo di centrosinistra. Non sarà difficile riuscire  a fare meglio di loro. E questo il lucani lo sanno bene».

In che cosa si traduce questo meglio, l’aspirante governatore – da febbraio scorso senatore di Scelta civica – lo dice subito: dimezzare il tasso di disoccupazione e alzare il reddito delle famiglie. Rispetto al come realizzare questi obiettivi, l’appronfondimento è rinviato alla presentazione del programma. «Fatto sta – aggiunge Viceconte – che sarà una campagna elettorale realmente competitiva, basata sul rinnovamento». E a proposito di questo Di Maggio spiega: «Le liste sono composte da nomi – non solo di uomini – nuovi e giovani».  Come sia stata sbrogliata la matassa rispetto alla cosiddetta questione morale, che vede Scelta civica (che in proposito si è data anche una sorta di carta d’intenti) e Pdl su posizioni completamente opposte, Di Maggio lo spiega così: «Vigilerò io personalmente sulla “pulizia” delle liste. Vagliando caso per caso. Ma chiaramente non saranno i giudici a fare le nostre liste. Io mi assumo la rensponsabilità politica, perché la politica è fatto anche di questo. Del resto in questa regione abbiamo visto tanti esempi di casi giudiziari che hanno mietuto vittime e che alla fine si sono risolti in bolle di sapone ». Il che, nei fatti concreti, dovrebbe tradursi in: nessun indagato ma con due deroghe. 

Una per il capogruppo in Consiglio regionale, Michele Napoli (presente alla conferenza) e l’altra per il collega consigliere, Paolo Castelluccio. Non chiaro, invece, il contributo che apporteranno i due consiglieri uscenti, Agatino Mancusi e Franco Mollica, che fino dalle prime ore dal “tradimento” di Marcello Pittella sono passati dall’altra parte, e ieri presenti entrambi all’appuntamento con la stampa. Mentre è quasi certo che l’ex assessore alle Infrastrutture rimarrà fuori dall liste, pare che Mollica, invece, ci stia ancora stia valutando la possibilità di una sua discesa in campo. L’Udc di Nunzio Testa appoggia comunque la corsa del senatore di Scelta civica. «Siamo abituati a sentire – dice il commissario del partito nel corso della conferenza – che la Basilicata è una regione di centrosinistra. A mio avviso questo deve cambiare. E sono sicuro che con Tito Di Maggio si cambierà». Non prende parte fisicamente all’assemblea, invece, quel pezzo di Udc che fino a ora si è confrontato con le forze centriste, ovvero quello che fa capo a Marina Boncristiano e Gaetano Fierro. Ma Testa assicura: «C’è una sola Udc. Resta ancora da livellare qualcosa ma anche loro staranno con noi». Oltre all’Udc appoggiano l’alleanza Pdl-Scelta civica: Fli, La destra, Fiamma tricolore, Mir, Fli. Gran mistero, invece, sulle intenzioni di Fratelli d’Italia e Grande Sud. In sala Gianni Rosa e Gianfranco Blasi non ci sono. Ma Viceconte e Di Maggio rassicurano: «E’ un’assenza solo fisica. Ci siamo lasciati questa notte (ieri per chi legge ndr) alle tre con un’intesa». Dopo 24 ore di estenuanti trattative per i due senatori di Pdl e Scelta civica la partita con FdI e GS sarebbe stata definitivamente chiusa. Ma – raggiunto telefonicamente – il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia mette le mani avanti: «Accordo? Non abbiamo sottoscritto niente. Verbalmente hanno assunto degli impegni. Ma di concreto non abbiamo visto nulla». 

Insomma, Rosa e Blasi sembrano intenzionati a sfruttare fino all’ultimo momento utile prima di assumere la decisione. Di Maggio aggiunge pure: «Ritendo che Rosa sia un’importante risorsa». E il via libera di Fratelli d’Italia sarebbe arrivato solo a fine giornata.  Mentre l’appello di Viceconte resta: «Fino a quando ci sarà tempo utile, rimarremo aperti a tutte le forze moderate che vogliano condividere la nostra battaglia».

Ma ieri sera nuove polemiche si sono verificate per la composizione delle liste con prese di posizione da parte dell’Udc per la quale era presente anche il segretario nazionale Cesa.        

m.labanca@luedi.it

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