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HA destato particolare curiosità la notizia dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Bologna sui rimborsi del Consiglio regionale emiliano.

A rilanciarla ieri sera su fronti opposti sono stati il presidente della giunta regionale Vito De Filippo e il consigliere regionale Luigi Scaglione, che già a maggio si erano trovati su posizione contrapposte durante la discussione nel parlamentino di via Verrastro seguita alle dimissioni del primo il giorno dell’esplosione dello scandalo con gli arresti, gli obblighi di dimora e i sequestri sui conti corrente di una quindicina di consiglieri ed ex. Dimissioni che Scaglione non ha mai mostrato di aver compreso, su cui anche ieri De Filippo è tornato replicando dalla sua pagina di facebook ai commenti sotto un post in cui riportava dell’iscrizione sul registro degli indagati dei 9 capigruppo emiliani, incluso quello del Movimento 5 Stelle. «La mia scelta è stata chiara ed unica…. Vedi i gruppi coinvolti in Emilia… La presunzione di innocenza è un fondamento della nostra costituzione Gerardo vedremo e abbiamo visto cosa hanno fatto altrove».

Gli ha fatto eco da twitter con una certa verve polemica Scaglione: «e ora anche il presidente emiliano si dimetterà come il suo collega lucano?» A quanto pare non ci pensa neanche.

l.amatoluedi.it

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