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POTENZA – «Se mi dimettessi il consiglio dovrebbe essere sciolto». E in calendario, da approvare, la Provincia di Potenza ha diversi provvedimenti importanti. Ma per fugare ogni dubbio, Piero Lacorazza ha passato ai suoi assessori ogni delega che abbia a che fare con fondi, risorse, finanziamenti. «Persino i patrocini morali, anche quelli ho trasferito alla giunta». Tanto per evitare anche solo l’ipotesi, caso mai qualcuno possa pensare che la campagna elettorale da candidato al consiglio regionale si accompagni in maniera poco trasparente al resistere ancora qualche mese nella carica istituzionale.

«Davvero, la mancata dimissione ha solo un motivo istituzionale e credo sia la soluzione migliore per tutti».

Non farà come il suo candidato presidente, Marcello Pittella, che ha lasciato l’incarico di assessore regionale. Il punto, spiega Lacorazza, è che «se a dimettersi per questioni di opportunità è un consigliere o un assessore, qualunque sia l’ente di riferimento, non cambia la situazione complessiva. Se a dimettersi è il presidente della Provincia, lo scioglimento dell’assemblea elettiva è a un passo».

Visto che tra la carica attuale e quella per cui corre c’è incompatibilità, ma non ineleggibilità, ecco spiegata la scelta. Conti alla mano.

«Se scegliessi la via delle dimissioni, salterebbe l’iter di un provvedimento importante come il piano strutturale provinciale, adottato alcune settimane fa e che, dopo le osservazioni, dovrebbe tornare in aula per l’approvazione nella seconda metà del mese di novembre». Non è tutto. Sarebbero a rischio anche alcuni «adempimenti importanti legati, per esempio, alla viabilità. Penso – aggiunge – all’accelerazione per la spesa dei fondi Cipe sulla viabilità».

Queste le priorità sul tavolo per cui le dimissioni  e il conseguente scioglimento del consiglio «sembrano la scelta peggiore».

Ma come la mettiamo con il patto con gli elettori assunto nel 2009? Lacorazza, in caso di elezione, dovrà rinunciare al ruolo istituzionale prima della scadenza naturale del mandato: tradimento dell’impegno?

«Ma no, davvero. Le elezioni, in modo naturale, sarebbe fissate per giugno/luglio. Ma una volta convocate, l’attività amministrativa, salvo l’indifferibile e la pratica quotidiana, si fermerebbe da prassi almeno un paio di mesi prima». Così, in caso di elezione a via Verrastro, spiega Lacorazza, si troverebbe  a chiudere il mandato di piazza Pagano solo un paio di mesi prima della scadenza “normale”.

Sulla scelta, però, ha avuto un peso anche il quadro nazionale, quello in cui si sta procedendo con la riforma dell’architettura istituzionale. Al vaglio dei parlamentari e del governo anche una soluzione temporale che, vietando il commissario, ammetterebbe in tutte le Province che si trovassero in questa situazione, il prosieguo delle attività con la sola giunta e il consiglio.

Lacorazza comincia la corsa al consiglio regionale «nel proporzionale, non nel listino», come tiene a precisare. Tra piazza, comitati, incontri pubblici e i social network, quotidianamente lancia spunti, idee e fa proposte. E c’è chi dice siano persino troppi.

«Ma io spero che dall’interlocuzione con i cittadini nascano idee da inserire come contributo nel programma del centrosinistra che sostiene Pittella. Non è un mio programma, io cerco di dare un contributo». Lo sta costruendo giocando anche un po’. Persino con l’hashtag scanzonato (#campierò) perché, dice, dopo le primarie tutti quanti hanno detto che «si poteva fare di più», almeno nei toni della comunicazione. «Allora ho provato a ironizzare. E poi se vuoi cambiare le cose devi iniziare a cambiare da te», sorride.

Sa che le cose cambieranno molto in caso di elezione. «Un altro mondo, quello della Regione. Un ente dedicato alla programmazione, le cui sfide sono quelle sciali del lavoro, delle emergenze della cassa integrazione, delle infrastrutture». Si lascerà dietro la Provincia, l’ente locale delegato ai territori. Quelli che ha percorso in lungo e largo, «incontrando persone, storie, disagio. Me li porto dietro, mi hanno cambiato, mi hanno insegnato e stanno tutti lì, nel mio bagaglio».

s.lorusso@luedi.it

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