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POLICORO –  Franco Labriola, 44 anni, geometra, residente a Policoro, sposato e padre di tre figli, è candidato nella lista del Partito democratico alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale del 17 e 18 novembre prossimo. Dopo aver maturato esperienze amministrative nella Provincia di Matera da assessore, ora si candida alle Regionali. Il giusto approdo, verrebbe da dire. Per onorare al meglio il suo impegno si è dimesso qualche giorno fa da consigliere comunale di minoranza del suo Municipio. In passato è stato anche segretario della sezione locale degli allora Democratici di sinistra. L’intervistato insiste molto sul fatto di voler dare rappresentanza al Metapontino ma anche al Basso Sinni, territorio da cui trae le origini familiari poiché suo padre è natìo di Colobraro. Il suo slogan è: “La nostra terra prima di tutto”.

Quali sono le sue intenzioni? Per cosa si batterà, una volta eletto?

«La mia candidatura ha l’obiettivo di dare una vera rappresentanza istituzionale a un territorio, il Metapontino, per troppo tempo relegato a comparsa; colpa di certa rappresentanza che, nel recente passato,  si è comodamente seduta, disinteressandosi delle varie vertenze aperte. Mi batterò, una volta eletto per aprire una “vertenza Metapontino”, tesa a mettere a sistema le enormi potenzialità di un territorio a chiara vocazione turistica ed agricola. Lo farò, nella consapevolezza che, allentando il freno e schiacciando sull’acceleratore, questa area potrà dare impulsi positivi anche alle aree interne del Basso Sinni e  della stessa Matera. Accorciare le distanze tra Metapontino e città capoluogo è un obiettivo, non può esserci crescita economica se queste due importanti realtà non si completano. Come credo che le aree interne possano e debbano ricevere le giuste attenzioni, con politiche di salvaguardia del territorio.

L’abbandono delle aree interne ha effetti devastanti sull’ecosistema; le alluvioni di questo ultime periodo devo farci riflettere e correre ai ripari. La manutenzione idraulica e forestale è una priorità non più rinviabile ed in questo contesto sosterrò con forza la proposta dell’Agenzia regionale agro-forestale, unico strumento di programmazione e gestione degli interventi idraulici e forestali in un territorio vasto che ne ha tanto bisogno. In conclusione, la nostra terra, prima di tutto».

Lei è di Policoro, città della Riforma fondiaria, ma ha origini familiari nel Basso Sinni. Che tipo di territorio è quello dell’Area programma Metapontino?

«Io sono un uomo di questo territorio vasto, il Metapontino che si completa con l’area del Basso Sinni. Un territorio, come ha chiara valenza turistica, con un territorio agricolo che produce primizie e colture di alta qualità.

Se a questo aggiungiamo una chiara valenza storico-culturale, le potenzialità sono enormi ma vanno messe a sistema e per questo i vari strumenti regionali messi a disposizione per le politiche, mi riferisco ai Piot, al Distretto Agroalimentare e ai Gal, devono superare le logiche di parcellizzazione delle risorse per indirizzarle allo sviluppo di idee forza che spingano in avanti l’intero territorio».

Può essere più esplicito?

«Certamente. A questi strumenti rivisitati e assestati; vanno definiti i sistemi produttivi, sia nel comparto turistico, agricolo e culturale, ma anche di quello ambientale, dove i ritardi nella definizione di un idoneo sistema di raccolta differenziata vanno recuperati velocemente.

Il Basso Sinni non potrà che beneficiare da tutto questo, in uno spirito solidaristico tra comunità che dovrà essere l’elemento caratterizzante dei prossimi anni. C’è, insomma, da lavorare tanto, con sobrietà e serietà. I cambiamenti sono il frutto di una lavoro, non di una semplice enunciazione e tutti dobbiamo cambiare, soprattutto nell’approccio culturale. Non c’è cambiamento della politica se non cambia la società. Dobbiamo essere, tutti, più esigenti».

Tornando a Policoro, ci sono diversi candidati in diversi schieramenti, perché i suoi concittadini dovrebbero votarla?

«Io chiedo alla mia città di votarmi per quello che sono, un uomo cresciuto, come si suol dire pane e politica, perché amo la politica, la passione della mia vita, che vuole contribuire alla crescita, attraverso la costruzione di un circuito virtuoso di concertazione positiva ed attiva tra sistema privato e sistema pubblico. Voglio prendere a braccetto i sindaci per costruire, insieme a loro, un portato di proposte, frutto di una elaborazione dal basso. Ho tanti difetti ma ho anche qualche pregio, metto a disposizione della mia città la testardaggine, necessaria in questo momento particolare, per smovere il palazzo dal torpore nel quale è caduto nell’ultimo periodo, metto a disposizione la mia onestà e sobrietà, perché in un momento di scoramento socio-economico non sono ammesse stravaganze e esagerazioni, metto a disposizione la mia grande capacità di ascolto, anche quando c’è bisogno di criticare.

Voglio, insomma, chiedere alla mia città, ma all’intera provincia di Matera di votarmi per cambiare gli usi e i costumi della politica, per cambiare noi stessi. Insieme, si può fare».

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