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di PIERO QUARTO
MATERA – «Tutte le iniziative dei circoli del Pd nella provincia di Matera saranno concordate con i reggenti provinciali; i circoli altresì saranno a disposizione dei soli candidati per le iniziative del Pd e non di altre Liste. Pertanto le sedi del Pd non potranno essere utilizzate da nessun altra Lista, Lista del Presidente compresa; tutti i candidati del Pd che compongono la lista del Presidente sono temporaneamente sospesi dal Pd».
E’ la dichiarazione che è pervenuta in questi ultimi giorni via mail ai presidenti dei Circoli del Pd del Materano dai reggenti provinciali del partito Vito Lupo e Francesco Bianchi e che ha mandato di fatto su tutte le furie una buona parte del Pd che è nella lista del presidente e che fa capo alle componenti Antezza e Viti. 
I dissidi interni dunque al Pd materano riesplodono clamorosamente fino ad arrivare ad un documento che iscritti al partito e candidati sono pronti ad inviare alla commissione di garanzia del Pd regionale e provinciale. E anche ad una comunicazione che nelle prossime ore potrebbe arrivare fino al Pd nazionale e direttamente al segretario Guglielmo Epifani. 
Nel documento che comporrà il ricorso si parla di «assurda logica politica e di una disposizione che tende ad operare con un chiaro atteggiamento di chiusura nei confronti di militanti e dirigenti del Pd presenti nella lista del Presidente ed espressione incontrovertibile del Pd.
La menzionata disposizione è non solo politicamente censurabile e moralmente inaccettabile quanto nulla poichè ignora palesemente tutte le norme che presiedono al funzionamento degli istituti di garanzia regolate dallo statuto». 
Parole che rendono l’idea dello scontro in atto e che solo una decisione chiarificatrice potrebbe in qualche modo avvicinare ad una qualche forma di rasserenamento che nemmeno l’accordo interno su Pittella, questo è evidente, ha portato.
In questo scenario Luca Braia esponente di punta del Pd ma anche tra i fautori della Lista del Presidente della provincia di Matera ha commentato così i fatti: «mi trovo fuori per motivi istituzionali ma mi è arrivata informalmente notizia di una comunicazione di cui emerge l’irritualità, è una comunicazione fatta da un reggente e non istruita da un organismo politico. 
Dopo lo sforzo che ha portato, con diverse forze, a dar corpo ad un processo di condivisione interna mi trovo contrariato da questa scelta di cui non capisco quale è l’obiettivo e sono preoccupato da come si possa interpretare questa decisione da parte della gente in un momento particolare della campagna elettorale. 
Mi sembra infine» conclude Braia, «che ci possano anche essere dubbi sulla legittimità di una sospensione che non è decisa da alcun organismo di partito e tra l’altro con candidati che erano, in qualche caso, pronti a candidarsi con il Pd prima che venissero fatte altre scelte». 
Diversa e basata sull’ineludibilità di una scelta la spiegazione che invece viene indicata da uno dei due reggenti provinciali cioè Vito Lupo che spiega: «motivi di opportunità a tutela del simbolo e delle sedi del Pd ci hanno spinto a fare questa scelta. Anche per evitare di ingenerare nei circoli e tra gli iscritti confusione. Del resto lo statuto non prevede la possibilità che ci si possa candidare con altre liste. Noi non potevamo certo continuare a vedere le sedi del Pd che vivevano il paradosso di una campagna elettorale per altre liste. Ma di certo non c’è alcun retropensiero da creare, non esistono due Pd ma il Pd è uno solo. In questo momento l’opportunità politica condivisa anche con i vertici regionali richiedeva questo tipo di scelta». 
Di sicuro e al di là delle spiegazioni che da una parte e dall’altra vengono date gli elementi per tornare a fibrillare all’interno del partito ci sono tutti ed è bastato davvero molto poco per creare una nuova tensione a poche settimane dal voto ed in piena campagna elettorale. 
Tra l’altro il ricorso imminente ai vertici di garanzia regionale e il possibile coinvolgimento anche di quelli nazionali potrebbero costituire il motivo per ampliare ulteriormente una distanza che indubbiamente c’è già nel Partito Democratico, almeno in quello della provincia di Matera. 
La piena campagna elettorale che stiamo vivendo potrebbe essere, nelle prossime ore e forse già stasera nel comizio in piazza Vittorio Veneto, l’unico motivo di mediazione e di attenuazione delle contrapposizioni che pure esistono. E lì ci sarà da capire quale Pd sarà presente al fianco di Marcello Pittella e di Vito De Filippo. Lì si comincerà a capire se il Pd è uno solo oppure forse ce ne sono ancora due o più.
p.quarto@luedi.it

MATERA – «Tutte le iniziative dei circoli del Pd nella provincia di Matera saranno concordate con i reggenti provinciali; i circoli altresì saranno a disposizione dei soli candidati per le iniziative del Pd e non di altre Liste. Pertanto le sedi del Pd non potranno essere utilizzate da nessun altra Lista, Lista del Presidente compresa; tutti i candidati del Pd che compongono la lista del Presidente sono temporaneamente sospesi dal Pd».

 

E’ la dichiarazione che è pervenuta in questi ultimi giorni via mail ai presidenti dei Circoli del Pd del Materano dai reggenti provinciali del partito Vito Lupo e Francesco Bianchi e che ha mandato di fatto su tutte le furie una buona parte del Pd che è nella lista del presidente e che fa capo alle componenti Antezza e Viti. 

I dissidi interni dunque al Pd materano riesplodono clamorosamente fino ad arrivare ad un documento che iscritti al partito e candidati sono pronti ad inviare alla commissione di garanzia del Pd regionale e provinciale. E anche ad una comunicazione che nelle prossime ore potrebbe arrivare fino al Pd nazionale e direttamente al segretario Guglielmo Epifani. Nel documento che comporrà il ricorso si parla di «assurda logica politica e di una disposizione che tende ad operare con un chiaro atteggiamento di chiusura nei confronti di militanti e dirigenti del Pd presenti nella lista del Presidente ed espressione incontrovertibile del Pd.

La menzionata disposizione è non solo politicamente censurabile e moralmente inaccettabile quanto nulla poichè ignora palesemente tutte le norme che presiedono al funzionamento degli istituti di garanzia regolate dallo statuto». 

Parole che rendono l’idea dello scontro in atto e che solo una decisione chiarificatrice potrebbe in qualche modo avvicinare ad una qualche forma di rasserenamento che nemmeno l’accordo interno su Pittella, questo è evidente, ha portato.

In questo scenario Luca Braia esponente di punta del Pd ma anche tra i fautori della Lista del Presidente della provincia di Matera ha commentato così i fatti: «mi trovo fuori per motivi istituzionali ma mi è arrivata informalmente notizia di una comunicazione di cui emerge l’irritualità, è una comunicazione fatta da un reggente e non istruita da un organismo politico. Dopo lo sforzo che ha portato, con diverse forze, a dar corpo ad un processo di condivisione interna mi trovo contrariato da questa scelta di cui non capisco quale è l’obiettivo e sono preoccupato da come si possa interpretare questa decisione da parte della gente in un momento particolare della campagna elettorale. Mi sembra infine» conclude Braia, «che ci possano anche essere dubbi sulla legittimità di una sospensione che non è decisa da alcun organismo di partito e tra l’altro con candidati che erano, in qualche caso, pronti a candidarsi con il Pd prima che venissero fatte altre scelte». 

Diversa e basata sull’ineludibilità di una scelta la spiegazione che invece viene indicata da uno dei due reggenti provinciali cioè Vito Lupo che spiega: «motivi di opportunità a tutela del simbolo e delle sedi del Pd ci hanno spinto a fare questa scelta. Anche per evitare di ingenerare nei circoli e tra gli iscritti confusione. Del resto lo statuto non prevede la possibilità che ci si possa candidare con altre liste. Noi non potevamo certo continuare a vedere le sedi del Pd che vivevano il paradosso di una campagna elettorale per altre liste. Ma di certo non c’è alcun retropensiero da creare, non esistono due Pd ma il Pd è uno solo. In questo momento l’opportunità politica condivisa anche con i vertici regionali richiedeva questo tipo di scelta». 

Di sicuro e al di là delle spiegazioni che da una parte e dall’altra vengono date gli elementi per tornare a fibrillare all’interno del partito ci sono tutti ed è bastato davvero molto poco per creare una nuova tensione a poche settimane dal voto ed in piena campagna elettorale. Tra l’altro il ricorso imminente ai vertici di garanzia regionale e il possibile coinvolgimento anche di quelli nazionali potrebbero costituire il motivo per ampliare ulteriormente una distanza che indubbiamente c’è già nel Partito Democratico, almeno in quello della provincia di Matera. La piena campagna elettorale che stiamo vivendo potrebbe essere, nelle prossime ore e forse già stasera nel comizio in piazza Vittorio Veneto, l’unico motivo di mediazione e di attenuazione delle contrapposizioni che pure esistono. E lì ci sarà da capire quale Pd sarà presente al fianco di Marcello Pittella e di Vito De Filippo. Lì si comincerà a capire se il Pd è uno solo oppure forse ce ne sono ancora due o più.

p.quarto@luedi.it

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