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FERRANDINA – Basta alle filiere del consenso e alla sottomissione della discrezionalità della politica. Lo dice forte e chiaro Maria Murante, candidata presidente di Basilicata 2.0 alla Regione qual è la strada da percorrere per risollevare le sorti di una Basilicata in paurosa recessione economica e sociale. Superata la naturale emozione per la prima uscita davanti al “pubblico di casa”, la candidata di Sel, Prc e Di Bello, ha illustrato con lucidità e determinazione il progetto di una sinistra finalmente unita in nome di una missione comune: dare un’alternativa di governo alla Basilicata. 

A sostenere la candidatura di Maria Murante i due parlamentari di Sel Giovanni e Antonio Placido, entrambi caparbi assertori di un altro centrosinistra possibile anche in Basilicata. Ma le parole più belle per la giovane candidata di Sel arrivano da Emilia Simonetti, un raro esempio di pulizia nella Regione di “rimborsopoli” citato per questo persino dal Corriere della Sera: non solo nei 5 anni in consiglio a via Anzio non si è approfittata di un centesimo, ma addirittura ha restituito delle somme accreditategli in eccesso dagli uffici regionali. «Questo consiglio regionale- dice la Simonetti- non avrebbe dovuto sciogliersi per la questione rimborsi ma per la vergogna: la politica è altro da inquinare, far vincere i concorsi ai figli di! Maria Murante è una bella scoperta, perchè giovane e capace, il compito di noi “anziani” è esserle a fianco in questa battaglia. E’ tempo di superare rancori e pregiudizi e dare una mano a chi si avvia a una nuova vita». 

Appassionato anche l’appello di Giuseppe Di Bello: «Maria Murante è una ragazza pulita e trasparente, può rappresentare degnamente l’altra Basilicata: quella che si oppone con forza allo sfruttamento intensivo del territorio da parte non solo delle multinazionali del petrolio, ma anche da quelle dell’energia come Veolia azionista di Tecnoparco e Edf dell’inceneritore Fenice. Se non interrompiamo questa catena mefitica, saranno loro a interrompere noi. Anche se con una palese ingiustizia hanno escluso la mia lista dalla competizione elettorale- aggiunge Di Bello – sono in prima linea a sostegno del progetto Basilicata 2.0 perchè ne condivido la battaglia sul reddito minimo di cittadinanza e contro le nuove trivellazioni». 

Ovviamente da parte del tenente non mancano frecciate agli ex compagni di strada del Movimento 5 stelle: «Pedicini è il prodotto del dittatore Grillo non dei cittadini, hanno avuto due mesi per dirmi che c’era un problema, invece mi hanno fatto vincere per ben due volte con oltre il 60% dei consensi, prima di mettermi fuori in favore di chi ha preso un minoritario 20%. Ma quali battaglie potranno mai fare i rappresentanti di M5S contro lobby del petrolio e inquinatori, sapendo che per queste battaglie si prendono le denunce e quindi si diventa incandidabili?». Ma le critiche principale di Basilicata 2.0 vanno a Pittella e al centrosinistra: «Come si può credere alle promesse elettorale di un centrosinistra vecchio che si presenta come nuovo?»- osserva Placido. «In Basilicata – ribadisce Maria Murante- non siamo noi a volere il dialogo, è il Pd che non crede al progetto “Italia bene comune”. Il mio impegno nasce proprio dalla voglia di “rialzare” la testa, perchè non ho mai ceduto al ricatto della politica nostrana. Perché credo che il lavoro sia un diritto e non una merce di scambio, non una concessione che risponde alla discrezionalità del politico di turno. E la politica, quella buona, dovrebbe garantire questo diritto e non mercificarlo per rimpinguare la propria filiera di consensi, per ricattare i propri elettori, per barattare la dignità con il diritto al voto. Il diritto alla libertà. Perché credo nel riscatto. Nel riscatto di una generazione precaria e sospesa nell’esistenza e nella prospettiva di futuro. Una generazione che in nome della “flessibilità” ha ceduto i propri sogni, le proprie aspirazioni. Ha perso il diritto ad avere diritti». 

Ed è proprio agli altri ragazzi come lei che Maria Murante rivolge le parole più commosse e appassionato: «Io non penso di essere migliore di nessuno di voi- dice, guardando negli occhi uno per uno gli amici di sempre- ma credo di potervi rappresentare meglio di chiunque altro perchè vivo la stessa vostra condizione di disagio e sogni negati».

La giovane candidata di Basilicata 2.0 lancia la sfida di una rivoluzione culturale che parte dalla Bellezza: «Perché credo nella Bellezza. Della nostra terra. Dei nostri mari. Dei bambini dallo sguardo malinconico che non conoscono spensieratezza. Dei nostri genitori dallo sguardo triste perché si sono visti fallire. Dei giovani di cui faccio parte che forse un figlio mai potranno desiderare».

m.agata@luedi.it

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