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POTENZA – Non l’ha proprio digerita Marcello Pittella. La contestazione, i fischi, gli spintoni sono «un’offesa alla democrazia». E così, a piazze svuotate, la questione si è estesa su twitter, facebook e oltre. 

La scusa è la puntata di Servizio Pubblico, il blocco sulla Basilicata e l’intervento di Giuseppe Di Bello che già due giorni fa a Roma aveva sputato veleno contro Grillo. Marcello Pittella usa twitter per cercare di denigrare il guru dei 5 Stelle. Spara battute, cerca di essere velenoso. E in questa battaglia crossmediale tra web e tv, dopo lo scontro “fisico”, si capisce finalmente chi è il vero nemico del centrosinistra in queste ultime giornate di campagna elettorale. Servizio Pubblico manda spezzoni dell’intervento di Grillo a Scanzano, quello sull’abolizione delle tassazioni a favore di una sola tassa sui consumi per coprire le spese del reddito di cittadinanza. «Anche senza reddito – incalza Pittella – abbiamo fatto molto per la Basilicata». E ancora «abolire tutto, tasse, commercialisti, finanza. Sì e poi vestito da Superman si vola verso Bruxelles». 

Insomma è uno scontro senza indugi. Dall’altra parte c’è Giuseppe Di Bello che già sulle pagine del Fatto Quotidiano ha raccontato la sua storia: «Prima – racconta della sera dell’esclusione Di Bello – vengo chiamato dal deputato Vito Petrocelli che mi preannuncia problemi e una telefonata in arrivo poi mi chiama Grillo che, in modo scortese e insensibile ad ogni rapporto umano, mi dice che devo fare un passo indietro, perché in qualche modo ci si mette d’accordo. Poi aggiunge che anche lui è stato condannato, ma io a differenza sua ho una sentenza in primo grado che è una medaglia al merito». Intanto Pittella twitta ancora: «In Germania si sono dimessi per 800 euro. Io lo farei anche per 200». Ma non se rinviato a giudizio però.

v.panettieri@luedi.it

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