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MATERA –  «Sull’onda dell’emozione la Basilicata può passare dalla padella alla brace noi ci candidiamo per andare ai fornelli e per creare l’alternativa per il rilancio della regione».

Sono alcune delle parole di Tito Di Maggio nel corso della chiusura della campagna elettorale ieri sera a Matera al cinema Comunale davanti ad una platea ridotta ai minimi termini.

«Abbiamo voluto prendere questo rischio nonostante sapevamo che molti dei nostri candidati sono impegnati sul territorio» ha spiegato Cosimo Latronico e poi dal palco lo stesso Di Maggio.

Il candidato alla presidenza della Regione ha appreso dal “Quotidiano” proprio in quei minuti dell’ingresso di Matera nella short list delle candidate per il 2019 “una ventata di entusiasmo fondamentale per il territorio che viene a darci un buon auspicio nell’ambito di una campagna elettorale in sordina per tante cose di cui devono vergognarsi».

In riferimento ad una piazza calda giovedì sera con Grillo e il Pd protagonisti che rischiano di mettere secondo piano il Pdl. «Siamo ben contenti di non essere protagonisti di queste risse che non ci appartengono.

Li vedo lontani dal centrodestra con piacere perchè non ci serve una battuta ad effetto ma la politica del fare.

Senza andare avanti con gli slogan che segnano una testa vuota come quelli che si ascoltano in queste ore.

Quanto al Pd i fatti sono figli di una politica scellerata per cui il Pd raccoglie ciò che ha seminato in questi anni».

Di Maggio non nega che la preoccupazione e la sfiducia nei cittadini rischiano di prendere o abbiano preso il sopravvento e spiega: «la politica in questi anni non ha dato una bella immagine di sè e la risposta di totale sfiducia è una conseguenza, per uscire da questo lento declino va cambiato il sistema di gestione.

Ci sono i margini per creare alternanza in questa regione e c’è questa volontà nelle aspettative della gente anche se colgo ancora molta paura nel sistema di ritorsione che sono capaci di mettere in campo».

Poi un’accusa diretta al centrosinistra.

«Questa giunta regionale è stata capace il 13 novembre di approvare un bando per 300.000 euro per imprese giovanili, io chiedo ai giovani lucani di non partecipare perchè non si può avallare questa forma di prostituzione della politica e soprattutto non si può buttare altro fumo negli occhi dei giovani lucani».

Dal canto suo Cosimo Latronico segretario provinciale ammette il sentimento «di disaffezione nella politica ma mi auguro che si possa cogliere il testimone di un’alternanza che dia normalità al governo regionale.

Riteniamo di aver fatto la nostra parte e di aver messo in campo una proposta politica con un candidato che rappresenta il territorio, un imprenditore che può essere il punto di svolta».

Poi un auspicio «se prevale la protesta diventa una sconfitta per tutti, nelle forze che catturano la protesta non c’è alcuna proposta e si rifuggono le responsabilità».

Infine l’appello di Di Maggio «ad avere coraggio per rilanciare la regione e non cadere dalla padella alla brace».

p.quarto@luedi.it

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