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MATERA – È indubbio. Matera, i fischi, quella piazza piena, sono stati un po’ lo spartiacque di questa ultimissima corsa della campagna elettorale. Ed è stato anche un punto di rottura in senso positivo per il Movimento 5 Stelle.

Beppe Grillo è certamente la forza trainante dell’entità politica, ma in questo tour lucano si è capito anche che quello che sta chiedendo Grillo ai suoi è di “staccarsi” dalla sua gigantesca ombra. E ieri mattina a Venosa, prima tappa del secondo giorno elettorale del comico genovese, la grande rappresentanza di studenti, soprattutto liceali, ha fatto il resto. Grillo ha visitato la cantina sociale di Venosa ma ha soprattutto cercato, nonostante i tempi strettissimi, di stabilire una serie di principi generali.

Non a caso in tutti i suoi passaggi al microfono in questi giorni ha preferito guardare oltre la Basilicata, immaginarla come leva importante per descrivere una “nuova utopia politica”. Utopia che deve arrivare a Bruxelles per smontare completamente l’eurocentrismo.

A parlare di Basilicata, quella regione «che non ha bisogno di grandi investimenti, gigantesche infrastrutture, ma soltanto di piccole cose: una stazione – dice Grillo – una strada». Ci devono pensare Piernicola Pedicini e gli altri candidati alla corsa delle regionali. Per questo l’imponente assalto dei 5 stelle ai luoghi “simbolo” della Lucania è fondamentale.

Uno degli argomenti che Grillo tira fuori più spesso è la questione dello spopolamento della regione, non ha soluzioni, ma procedimenti. Ma ritornando ai fischi, stavolta sul palco di Potenza, Grillo ribadisce la posizione di Venosa: «Lo avevo detto a Matera, restate e ascoltate cosa hanno da dire», ma stiamo parlando sempre di una classe politica “fossile”. Questo vuol dire anche petrolio. La posizione è chiarissima, è un punto saldo. No, non è l’oro nero lo sviluppo della regione. Sono le sue meraviglie, i luoghi, il cibo, gli spazi. L’energia è “l’intelligenza” dice dal palco di Potenza, ma è chiaro che il discorso è più ampio. Davanti l’inceneritore Fenice, a Melfi, sembra di tornare indietro nel tempo. Grillo parla alla folla con un microfono amplificato ad a una piccola Fiat 126, dice di essere “orgoglioso di essere un populista”.

Nessuna soluzione, semplicemente “non lasciate la vostra vita in mano a questi mentitori”. A Melfi si discute di ambiente nel luogo dove i rifiuti speciali vengono inceneriti. “Fenice è un totem al nulla, stando alla legge i livelli di pm10 sono nella norma, la legge è dalla loro parte. Ma da qui escono anche le nanoparticelle. Questa è una fabbrica di tumori”. Ancora una volta nessuna soluzione diretta, semplicemente discutere con le intelligenze, gli esperti sulle quali possibili soluzioni alternative possibili all’incerimento. E si rientra al discorso sulla conoscenza, sull’università, sulle intelligenze lucane. Come fare per farle tornare? Al teatro Due Torri di Potenza se ne discute con forza, perché il Movimento 5 Stelle deve essere partecipativo, creare programma in base alla unione delle forze esperte. Il vero mostro da combattere oggi è l’economia, questo è il grande motore dei comizi di Grillo a Venosa, Melfi, al teatro Due Torri e infine dal palco di Piazza Prefettura circondato dalla folla. Numeri forse inferiori a Matera, ma comunque significativi. “Detassare le pmi e reddito di cittadinanza per tutti” sono altri due cavalli di battaglia. E c’è da ricostruire il rapporto con i cittadini, a dispetto di quei partiti come il Pd “che si blindano, si chiudono nelle loro tane”. La politica e la burocrazia, Equitalia e la grande finanza sono parte di un unico sistema “da rivoluzionare completamente”. La Cancellieri e Vendola sono le due “vittime” di questo tour, esempi del declino della politica, di quei partiti “finiti”. “Ognuno deve dare il proprio apporto – dice Grillo – non è il voto. Bisogna piuttosto capire in che cosa un cittadino può risultare utile. Da domani mattina dobbiamo mandarli a casa e ricominciare a ragionare su qualcosa di nuovo”. La grande economia è il nemico da combattere, il fiscal compact. “O il debito si spalma – insiste – oppure si fa un’Europa svalutato per Italia, Spagna e Grecia. In poche parole un piano B. “Siate curiosi – dice – avete cose straordinarie in questa regione, lasciatele crescere, siate voi gli artefici”. “Qui siete in un piccolo luogo, si tratta di tornare a ripensare la rete, il lavoro, la conoscenza. Sono tutte cose che già si hanno”. I giovani all’estero non stanno bene, se gli si dà un segnale positivo tornano tutti quanti. Fuori non hanno speranze migliori. Hanno comunque stipendi da fame, vivono in posti orribili. Qui c’è tutto”.

Pescatori, contadini, artigiani, studenti, sono i protagonisti di questo sogno della decrescita evoluta di Grillo. Decrescita che corre velocissima sulla rete ma che ha bisogno dei tecnici per funzionare. Come amministrare economicamente questa regione? “Bilanci partecipativi, dove tutto è pubblico e si decide, con referendum senza quorum, cosa farne di questi soldi”. Rimborsopoli si combatte in questo modo: taglio degli stipendi, bilanci partecipati. Grillo tira fuori un rapporto: questo movimento è più vicino ai gruppi anti capitalisti di Occupy Wall Street che alla politica. Nato per riempire il vuoto “che in altre nazioni è stato occupato da Le Pen, Alba Dorata e i partiti fascisti. E allora “Battaglie da cittadini, per mandarli tutti a casa. Se i soliti saranno riconfermati allora vuol dire che tutto resterà tutto come sempre”.

v.panettieri@luedi.it

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