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Alt ai pianti eccessivi e alle facili cassandre. 

Se è vero che l’affluenza registra un calo spaventoso è anche vero che in altri posti accade di peggio. Il dato: in Basilicata più di un lucano su due ha disertato il proprio seggio. Insomma la maggioranza dei lucani questa volta non ha voluto nemmeno partecipare alla scelta del proprio presidente della Regione e dei legislatori regionali. 

È un record. Non era mai accaduto dentro i confini della Lucania (ex felix a tutti gli effetti). 

È un fatto epocale non c’è dubbio. Ma non è un caso isolato. Il dato dell’affluenza lucana ieri e oggi ha fatto registrare una percentuale di votanti pari al 47,62 per cento. Una scarsa presenza nei seggi che però è stata comunque superiore a quella di un anno fa in Sicilia (47,42 per cento) quando pure si votava per il rinnovo dell’amministrazione regionale. 

Pure allora i siciliani, come i lucani in questi due giorni, furono chiamati alle urne in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura. In Basilicata si è votato per lo scandalo dei rimborsi elettorali e le dimissioni del governatore Vito de Filippo. 

In Siclia si votò per le dimissioni anticipate dell’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo. Due casi simili con numeri dell’affluenza che alla fine si sono rivelati equivalenti. Questo per dire semplicemente che siamo difronte a una dinamica che va analizzata in maniera un po’ più larga rispetto ai confini regionali. Certo si tratta di un dato che è la fotografia plastica di una disaffezione, di una sfiducia generalizzata, dei lucani nei confronti della classe dirigente. 

Una diserzione di massa che rappresenta una bocciatura anche per quello che verrà. Ma non è nemmeno il caso di allarmismi troppo eclatanti. 

Si tratta di un fenomeno, quello, dell’emorragia di votanti, che attraversa tutte le più moderne democrazie. E il dato va di pari passo alla maggiore informatizzazione della società. Basti pensare che negli Stati uniti, il dato dell’affluenza anche per quell’enorme spettacolo globale rappresentato dalle presidenziali supera di rado il 30 per cento. Cioè nella più grande e moderna società del Mondo, vota un cittadino su tre. Il dato lucano quindi va analizzato nel suo complesso. Senza eccessi sia da un lato che dall’altro. 

L’epoca della rete e dei social network non è garanzia di democrazia più estesa ma solo più elitaria. In fondo nella società lucana degli anni ’60 quando i politici raggiungevano alcuni comuni a dorso di mulo si arrivava agilmente a percentuali di adesione superiore all’80 per cento. Non è tutt’oro quello che luccica e così il contrario.

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