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POTENZA – L’incontro è decisamente mattutino per chi, come lui, ha fatto le ore piccole per festeggiare e fare andata e ritorno da Lauria, e per chi, come i giornalisti convocati al Gran Caffè di Potenza (non casuale l’incontro nel cuore del centro storico), ha lavorato fino a notte fonda. Ma la promessa (o la minaccia?) è quella che è solo il primo di una lunga serie.

Il nuovo governatore della Basilicata, Marcello Pittella ha aperto il lungo corso del suo mandato facendo intendere quanto voglia essere il presidente del coinvolgimento e delle comunicazione, della partecipazione condivisa, “delle buone pratiche amministrative, del contatto e del coinvolgimento dei cittadini”. Sono parole usate per circoscrivere una strategia.

Perchè qualsiasi chiacchierata rigenerante dopo la lunghissima battaglia elettorale, dopo i fatti che gli hanno procurato “profondo sconforto” (l’esclusione della sua lista, poi riammessa dal Tar e i fischi  di Matera, ndr), non può non partire dal dato inconfutabile che alla “sua” maggioranza bulgara  fa da contraltare quel 53% di lucani  che ha preferito non  recarsi alle urne.

«Li comprendo – ha detto Pittella – perchè si è creato nella politica un cortocircuito tale da determinare sgomento. La gente ha deciso di non votare, più che protestare. Questo  suscita in me grande responsabilità e grande amarezza.  La politica, anche a livello regionale, deve cambiare passo o si suicida. Dobbiamo recuperare chi non ha votato con un’azione che sarà inevitabilmente lunga che però non può prescindere dalla buona politica, dal contatto per ascoltare, dalla trasparenza  e dalla sburocratizzazione.  Chiedo in cambio solo sopportazione – ha aggiunto – dal momento che intendiamo comunicare, fornire  dati di fatto, ai cittadini per metterli al corrente di quello che facciamo, passo dopo passo».

Traccia qualche linea di azione Pittella (al cui fianco sedevano Giacomo Olivieri, presidente di Realtà Italia e Paolo Galante, dello stesso schieramento, appena eletto consigliere) non potendo fare a meno di iniziare da Vito De Filippo: «Con lui inizieremo a parlare  di una riorganizzazione degli uffici regionali e di un accorpamento di qualche dipartimento», senza ovviamente tralasciare l’aspetto fondamentale: la squadra di governo.

«Ci vorranno 10 giorni per la convalida dei voti, ma ci pensiamo. Posso dire che non ho intenzione di ripiegarmi sulle pastoie interne alla politica. Mi guarderò attorno, rifletterò, parlerò con persone e partiti, recuperando i contatti con i candidati che rappresentano comunque patrimoni elettorali e di esperienze che saranno un valore aggiunto per il sottoscritto. Poi deciderò”.

Certamente il suo peso potrebbe averlo Piero Lacorazza, suo concorrente nelle infuocate primarie, al di là dell’elevatissimo numero di voti raccolti. Su Lacorazza c’era stato  l’endorsement del segretario nazionale del Pd, Guglielmo Epifani, nella sua recente venuta a Potenza per la chiusura della campagna elettorale del centrosinistra. L’esponente nazionale ha telefonato a Pittella per congratularsi e, chissà, anche per uno scambio di vedute.

Lo sguardo del neo presidente sarà comunque bipartito tra la direzione nazionale e quella regionale: «La Basilicata contribuisce alle sorti del paese ed ha diritto di ricevere attenzioni sull’occupazione, lo sviluppo e i disastri ambientali». Riferimento esplicito alle estrazioni petrolifere e alle emergenze territoriali.

«E’ necessario creare un nuovo rapporto  con il Governo. Voglio inserirmi a pieno titolo nel tavolo già in corso al Ministero dello Sviluppo economico per discutere sul memorandum. Occorre ripensare anche a quello che  versano le compagnie petrolifere e a come utilizzare anche i diritti di sfruttamento che versano, magari dirottando l’Ires (imposta sul reddito delle società, ndr) nelle casse regionali. Le alluvioni? La Regione non può fare tutto e ha bisogno del sostegno del Governo. Se il Governo si distraesse su temi come questi è  nostro compito sottolinearlo».

L’ultimo passaggio, non meno intenso, su un’analisi del voto e del partito: «E’ un dato di fatto che il Pd ha recuperato quel consenso che ne ristabilisce il primato. Le nostre divisioni interne devono rappresentare il valore del confronto, ma non  occupare spazi prioritari. Sono uomo del Pd che cercherà di risolvere i problemi mantenendo unità,  consapevolmente insieme agli altri. Non si possono fare le rivoluzioni da soli».

a.pecoraro@luedi.it

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