X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

POTENZA –  Soprattutto libri, quasi tutti gli scatoloni contengo dei libri. Volumi un po’ ovunque, sul pavimento, sulla scrivania, ancora impilati e ordinati nella libreria strabordante. E lei, presidente, come sta? «Bene, sereno. «È che nei traslochi, a riempire la scatole va così. C’è da conservare le cose, pezzi di vita, ma è segno di nuove avventure che cominciano, no?».

Vito De Filippo sta mettendo via quello di personale che in otto anni ha accumulato nella stanza dal primo piano di viale Verrastro. Volumi – tanti – qualche regalo degli amici, un paio di fotografie. Scatoloni aperti, da riempire, pacchi già chiusi con dentro qualche souvenir portatogli da lontano. Come le due statuette in legno che ritraggono Obama, regali di amici di ritorno da un viaggio in Kenya: lì, nel pese originario della famiglia del presidente degli Stati Uniti, si sono inventati un business con queste lavorazioni artigianali. La foto del padre è il pezzo di famiglia che ha sempre tenuto sulla scrivania e che si riporta via. Porta a casa anche diverse taratarughe. Ne ha collezionate tante, di legno, pietra, acciaio. «Me le hanno regalate, sono portafortuna». La foto con il Papa è ancora attaccata alle pareti, un quadro colorato,  i crest delle forze dell’ordine. Rovista in un cartone semivuoto. «Eccola». Ancora una tartaruga. De Filippo si muove nella stanza e nel corridoio, ci sono ancora alcuni adempimenti da portare a termine e impegni da assecondare. Presidente della Regione per quasi due mandati, tra pochi giorni il passaggio di consegne con Marcello Pittella, eletto da neanche 48 ore. E allora come sta? «Bene, davvero. Quando finisce un percorso per scadenza naturale, c’è l’idea di qualcosa che doveva finire. Io ho deciso di chiudere questa esperienza, l’ho fatto per scelta. Ecco, sì, sono sereno».

s.lorusso@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE