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POTENZA – Un caso nel caso. Durante la Direzione allargata del Partito democratico di Basilicata che è stato convocato per l’analisi del voto e per fare sintesi in vista della partenza della legislatura è esplosa la rabbia delle dirigenti democratiche. Il tema è quello dell’assenza totale delle donne, per la seconda volta consecutiva, dall’assemblea legislativa regionale. Ha esordito il presidente regionale del Pd di Basilicata, Pasquina Bona che intervenuta subito dopo la relazione iniziale del segretario Vito De Filippo gli ha detto: «L’analisi sul listino l’hai liquidata frettolosamente».

E quindi Pasquina Bona rivolgendosi a tutti i colonnelli del Pd (uomini) ha tuonato: «E’ imbarazzante che nessuna donna sia entrata in Consiglio. Dovevate fare e decidere in maniera diversa».

Pasquina Bona quindi ha criticato anche la scelta della composizione del listino che non ha privilegiato nessuna donna nelle posizioni utili (c’era solo al quarto posto Maria Chiara Montemurro).

Imbarazzo in sala dopo lo sfogo di Pasquina Bona. Ma sulla questione è poi intervenuta anche Rossella Brenna (presidente della Componente femminile del Pd lucano)  che prima ha consegnato un documento e poi spiegato che l’assenza delle donne «era del tutto prevedibile in assenza del nuovo Statuto regionale e della conseguente nuova Legge elettorale che avrebbero introdotto criteri favorevoli all’affermazione della rappresentanza di genere».

«Nella veste di Portavoce delle donne democratiche – ha sottolienato Rossella Brenna – non posso non mettere in evidenza questo aspetto che risulta essere in antitesi con i dettati statutari del nostro partito e con la necessità che le donne debbano essere  protagoniste in politica come lo sono in tutti gli altri settori della vita sociale ed economica Purtroppo, anche l’attribuzione di postazioni di Giunta per un riequilibrio di genere, come la stessa Portavoce nazionale Roberta Agostini dice nella lettera che qui allego, sebbene necessaria, non è sufficiente a colmare questa grave carenza del centro sinistra a del Pd in particolare. Superfluo commentare come anche la presenza di una donna nel listino in posizione non utile ha fatto si che la stessa rimanesse, come si suol dire, al palo. Non mi resta che confidare nel buon senso e nella reale voglia di cambiamento e di rivoluzione democratica annunciata in campagna elettorale ed affido il problema alla vostra sensibilità».

Immediata la replica del presidente della Regione, Marcello Pittella, sia a caldo durante la riunione e sia dopo quando ha affidato il proprio pensiero con un una nota sul web: «A quanti mi interrogano sulla mancanza di donne in Consiglio rispondo, come già fatto in altre sedi, che poche donne sono state candidate, è vero. Non è sempre vero che sia accaduto solo per scelta degli uomini. I partiti e la partecipazione politica non sono club esclusivi per soli uomini. Alle donne ripensare come motivare questi “contenitori di partecipazione” con una passione politica vera, grazie alla quale molte di loro avrebbero trovato spazio e modi per emergere, a partire dalle candidature».

Pittella quindi riservandosi ogni decisione sull’eventuale nomina di donne nella prossima giunta ha puntato l’attenzione sulla giornata internazionale contro la violenza sulle donne (che si è celebrata proprio ieri). Queste le considerazioni del neo predidente della Regione: «Per prevenire ogni tipo di violenza sulle donne, vanno aiutati gli uomini a capire cosa accade nelle loro teste. Un percorso da far partire nelle scuole, con collaborazioni mirate tra educatori e vari soggetti da coinvolgere. Da subito, per far crescere uomini migliori, in un mondo che non tollera la violenza verso le donne, verso nessuna persona in generale. In un mondo in cui i due generi, vivono serenamente insieme, crescono democraticamente con uguali diritti e doveri, rispettano reciprocamente le proprie diversità che diventano ricchezza per la società civile. Deve cambiare il codice di lettura del mondo femminile che è complesso, variegato. Deve maturare il rispetto. E’ una questione primariamente culturale. Il decreto contro il femminicidio e la violenza di genere è legge dello Stato da ottobre. La sua applicazione è un impegno che deve coinvolgere la collettività. I casi di violenza sulle donne possono essere molto più vicini a noi di quanto immaginiamo». E quindi Pittella ha anticipato: «Penso anche a una legge regionale contro la violenza sulle donne».

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