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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Ci sono ancora più nodi che certezze. Più incognite che soluzioni. Sono trascorsi poco più di dieci giorni dalle elezioni regionali che hanno consegnato la Regione nelle mani di Marcello Pittella. E che hanno riconfermato il centrosinistra al governo della Basilicata. 
Ma la “macchina” regionale è ancora ferma ai box. Il passaggio di consegne tra uscente e nuovo non è ancora avvenuto. I tempi burocratici sono lenti in tal senso. Tecnicamente i poteri da presidente sono ancora nelle mani di Vito De Filippo e il consiglio in carica è ancora quello uscente. 
C’è da attendere quindi la convalida del presidente eletto e dei consiglieri. Non prima dell’inizio di dicembre. Solo allora partirà la nuova legislatura con tutto quelle che ne consegue. Convocazione della prima assemblea, nomina della giunta e partenza effettiva del nuovo Consiglio regionale. 
Ed è inevitavibile che questa fase sia utilizzata più per le esplorazioni e per il monitoraggio della situazione che per le decisioni. 
Ovviamente il tema che più stimola la curiosità è la composizione della nuova squadra di assessori. E c’è la prima novità che porta con sè anche un bagaglio di difficoltà. Sono 4 gli assessori da nominare e non 6 come si è sempre fatto. C’è quindi anche da ricomporre la mappa delle competenze di ciascun futuro assessore e l’individuazione delle persone adatte per quel ruolo. Ma ovviamente il tema è anche politico. Molto politico. 
La scelta degli assessori è direttamente legata alle forze politiche e ai partiti. Il Pd e la lista Pittella contano tre quarti della maggioranza. Se si usasse la “calcolatrice” e si optasse per tutti assesori interni al Consiglio regionale tre dei prossimi assesori sarebbero del Pd. Ma è complicato che sia così. Marcello Pittella ha sempre parlato di un Pd in grado di essere inclusivo e non chiuso. In tale logica un paio dovrebbero essere i papabili democratici. In corsa sicuramente Piero Lacorazza, Vito Santarsiero e pure Carmine Castelgrande (che pare in pole anche per la carica di presidente del Consiglio). Ma c’è il tema donne con nessuna consigliere eletta. De Filippo tre anni fa nominò tre assessori al femminile (Gentile, Mazzocco e Mastrosimone) per ovviare alla mancanza di quote rosa. Anche Pittella potre optare per una scelta simile. Ma non è detto. C’è poi il tema degli alleati. E in tal senso pare che Nicola Benedetto del Centro democratico non veda l’ora di proseguire la sua avventura da assessore (è uscente all’Agricoltura). Ma hanno legittime aspirazioni anche i socialisti (con un esterno) e quelli di Realtà Italia con Paolo Galante se la scelta dovesse essere ristretta agli interni o magari Mazzeo cicchetti se la scelta si allarga agli esterni. Ma è ovvio che la partita vera è solo all’inizio. 
s.santoro@luedi.it

POTENZA – Ci sono ancora più nodi che certezze. Più incognite che soluzioni. 

 

Sono trascorsi poco più di dieci giorni dalle elezioni regionali che hanno consegnato la Regione nelle mani di Marcello Pittella. E che hanno riconfermato il centrosinistra al governo della Basilicata. 

Ma la “macchina” regionale è ancora ferma ai box. Il passaggio di consegne tra uscente e nuovo non è ancora avvenuto. I tempi burocratici sono lenti in tal senso. Tecnicamente i poteri da presidente sono ancora nelle mani di Vito De Filippo e il consiglio in carica è ancora quello uscente. 

C’è da attendere quindi la convalida del presidente eletto e dei consiglieri. Non prima dell’inizio di dicembre. Solo allora partirà la nuova legislatura con tutto quelle che ne consegue. Convocazione della prima assemblea, nomina della giunta e partenza effettiva del nuovo Consiglio regionale. Ed è inevitavibile che questa fase sia utilizzata più per le esplorazioni e per il monitoraggio della situazione che per le decisioni. 

Ovviamente il tema che più stimola la curiosità è la composizione della nuova squadra di assessori. E c’è la prima novità che porta con sè anche un bagaglio di difficoltà. Sono 4 gli assessori da nominare e non 6 come si è sempre fatto. C’è quindi anche da ricomporre la mappa delle competenze di ciascun futuro assessore e l’individuazione delle persone adatte per quel ruolo. Ma ovviamente il tema è anche politico. Molto politico. 

La scelta degli assessori è direttamente legata alle forze politiche e ai partiti. Il Pd e la lista Pittella contano tre quarti della maggioranza. Se si usasse la “calcolatrice” e si optasse per tutti assesori interni al Consiglio regionale tre dei prossimi assessori sarebbero del Pd. 

Ma è complicato che sia così. Marcello Pittella ha sempre parlato di un Pd in grado di essere inclusivo e non chiuso. In tale logica un paio dovrebbero essere i papabili democratici. In corsa sicuramente Piero Lacorazza, Vito Santarsiero e pure Carmine Castelgrande (che pare in pole anche per la carica di presidente del Consiglio). 

Ma c’è il tema donne con nessuna consigliere eletta. De Filippo tre anni fa nominò tre assessori al femminile (Gentile, Mazzocco e Mastrosimone) per ovviare alla mancanza di quote rosa. Anche Pittella potre optare per una scelta simile. Ma non è detto.

C’è poi il tema degli alleati. E in tal senso pare che Nicola Benedetto del Centro democratico non veda l’ora di proseguire la sua avventura da assessore (è uscente all’Agricoltura). 

Ma hanno legittime aspirazioni anche i socialisti (con un esterno) e quelli di Realtà Italia con Paolo Galante se la scelta dovesse essere ristretta agli interni o magari Mazzeo cicchetti se la scelta si allarga agli esterni. Ma è ovvio che la partita vera è solo all’inizio. 

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