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POTENZA – C’è un particolare nella lettera che Marcello Pittella ha inviato a Letta per chiedere aiuti a favore della Basilicata colpita dalle alluvioni che è di puro interesse politico. un particolare che guarda soprattutto alle geografie del potere, al rapporto quasi privilegiato che la regione ha con il Governo. Una sorta di nuovo corso, dove il nuovo governatore tenta di inchiodare il governo alle proprie responsabilità. Ma non è soltanto una questione di rapporto, ma una presa di posizione che parte dalla possibilità di potersi aiutare reciprocamente.  Pittella chiama in causa i parlamentari lucani, dice che è «necessario e imprescindibile rivedere con immediatezza la legge 99/2009 che, all’articolo 45, disciplina l’utilizzo del fondo unico nazionale per la riduzione del prezzo dei carburanti nelle regioni interessate da estrazioni petrolifere». L’obiettivo, vista la sentenza del Consiglio di Stato, è quello di utilizzare subito i fondi disponibili per ricostruire quella parte di Basilicata. E qui arriva l’atto puramente “politico”. Pittella infatti prende spunto da questo per dipingere una Basilicata che attualmente svolge un ruolo più che strategico all’interno dell’esecutivo nazionale. Una Basilicata che adesso ha bisogno di risposte concrete e i primi a muoversi dovranno essere proprio i deputati e i senatori lucani che attualmente tengono insieme il governo delle larghe intese.

E quindi la Basilicata che si assume la responsabilità e tenta di non assumere un ruolo di semplice gregario. Lo dimostra il passaggio nella lettera dove Pittella annuncia che «con i deputati e i senatori della Basilicata, in stretto raccordo con i consiglieri regionali appena eletti e sulla scorta di un’ampia concertazione con le forze sociali, sindacali  e imprenditoriali, metteremo a punto, nelle prossime ore, una proposta di modifica al testo legislativo citato, che mi premurerò di farLe pervenire quanto prima, nella certezza che il Governo, Presidente Letta, vorrà accelerarne l’iter parlamentare nei modi e nei tempi che riterrà opportuno, alla luce della gravissima emergenza in atto».

La posizione è lapalissiana: c’è bisogno di maggiore interazione e soprattutto di una presa di posizione a partire dallo stesso governo regionale. D’altronde all’interno del governo ci sono nomi lucani che possono avere non poco peso

«Sono certo – scrive Pittella –  che anche in virtù dei rapporti di stima e di amicizia con la classe dirigente lucana, a partire dal presidente uscente, Vito De Filippo,  dal vice ministro Filippo Bubbico, nonché con il nostro capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, ma soprattutto per la sensibilità che caratterizza la Sua azione politica, i lucani potranno contare, sin da subito, sul fattivo sostegno da  parte Sua e del Suo Governo».

Pittella praticamente gioca da duro: mette avanti sulla scacchiera tutti: dai consiglieri agli uomini di governo, passando per sindacati e associazioni. Dimostra quindi quella che dovrà essere la linea della nuova Regione. Ed è un punto importantissimo per capire quale sarà il futuro del governo Pittella, che sceglie la strada del “do ut des” sempre ricordando le “buone amicizie”. Eppure Pittella non è mai stato un estimatore delle larghe intese, anzi. Secondo lui «con questa promiscuità non si va da nessuna parte. C’è da fare la riforma elettorale e poi da riconsegnare ai cittadini il diritto-dovere di scegliere, fra due grandi schieramenti, da chi essere governati». Ma adesso le cose stanno così.

De Filippo, Bubbico e Speranza hanno un peso e dovranno servire a non ignorare la Basilicata, così come lo hanno i deputati e i senatori lucani. E tre giorni fa, nella richiesta di intervento sempre scritta da Pittella ci sono stati altri bagliori del nuovo corso. «Siamo noi – scriveva Pittella –  ad avere bisogno di quelle risorse, perché la verità è che non ne abbiamo come giusto riconoscimento per quanto concediamo, neppure quando una catastrofe come questa imporrebbe ad un governo centrale di agire tempestivamente».

E ancora «Dobbiamo fare in modo che una voce si levi alta, possente, unisona e non più solitaria per far sentire che ci siamo, esistiamo e contribuiamo allo sviluppo del paese con le nostre risorse e con i nostri territori». la Basilicata, non vuole essere l’ultima della classe, soprattutto alla luce di quanto tragicamente accaduto nei giorni scorsi sul suo territorio.

E sembra che sui social i sostenitori del governatore abbiano capito quale sarà la linea di Pittella nei prossimi anni.

 La sfida è dura ma si parte con il piede giusto. Basta interlocuzioni unilaterali, adesso la Basilicata vuole essere nuovamente protagonista sullo scenario nazionale. E la questione petrolio vuol dire anche questo, rimettere al centro della discussione l’enorme patrimonio lucano.

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