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POTENZA – Sono tantissimi soldi, inutile negarlo. E sono quelli che spettano ad ogni consigliere in base all’articolo 11 della legge regionale numero 8 del 1998. Un contributo di 10mila 701,56 euro nel primo semestre che diventa di 21.403,12 nel secondo. Per alcuni è variabile, perché c’è da aggiungere qualche residuo dello scorso anno, ma più o meno le cifre sono queste. E questi soldi i consiglieri li hanno spesi.

Dalle ricariche telefoniche dei cellulari istituzionali ai rimborsi viaggi, oltre che alle cene di lavoro e alle non meglio precisate “spese di rappresentanza”. Ed è tutto riportato, nero su bianco, in tabelle che indicano spese precise, data e numero di fattura. Almeno per alcuni. Perché se dovessimo andare a guardare se effettivamente l’operazione trasparenza è andata a buon fine troveremmo chi ha precisato uno per uno i posti dove è stato, i biglietti che ha comprato, gli abbonamenti effettuati a riviste e quotidiani, i collaboratori pagati e i contributi versati e chi invece se l’è cavata con una voce semplice che può indicare tutto e niente: “spese di rappresentanza”.

Questo è il quadro della rendicontazione dei consiglieri per tutto l’arco del 2012, proprio quella fetta non finita nell’indagine sui rimborsi ai consiglieri regionali che ha portato alla fine di un’epoca e a nuove elezioni. Ed infatti sulla mappa che riportiamo a pag. 8 e 9 del Quotidiano ci siamo mantenuti secondo gli schieramenti del tempo, non badando all’attuale geografia politica che rischierebbe soltanto di confondere ancora di più le acque. Diciamo che questa è una fotografia precisa di quanto rendicontato, firmato e legittimato dall’ufficio di presidenza.

L’unico che consegna in bianco è Vincenzo Ruggiero, che praticamente non rendiconta nulla nonostante i pochi giorni del 2012 come consigliere. Cosa che non fa per esempio Rosa Gentile, che rendiconta e sfora anche il budget mensile di 2mila 675,39 euro di 60,7 euro. Marcello Pittella nel 2012 oltre a pagare i suoi collaboratori ha una fittissima serie di cene e pranzi, quasi ogni giorno regolarmente. E presenta fatture su fatture. Il grande paradosso invece è quello di Ernesto Navazio, che spende 3mila euro di acconto per ordinare i manifesti per la campagna di comunicazione sulla spending review, senza contare poi i saldi delle fatture all’agenzia che si è occupata della stampa dei manifesti. È un paradosso parlare di risparmio e spendere i soldi per promuovere una campagna sul risparmio, ma questi sono i costi della comunicazione. Dall’altra parte c’è Mariano Pici, con i suoi 20mila 007,99 euro restituiti completamente alla Regione perché non spesi. I suoi sono solo salari ed f24 dei collaboratori. Salari più o meno uguali, che si aggirano sui 728 euro massimo. E a fine dell’anno c’è anche il conguaglio. Francesco Mollica invece ci va leggero. Le prime cinque pagine sono semplicemente “spese di rappresentanza” dalle cifre più disparate. Dai 20 euro ai 119, passando per le 75 euro circa di spese per i quotidiani al 30 giugno 2012. E poi, ancora, un continuo riportare la voce “spese di rappresentanza” fino ad arrivare ad un totale, in un anno di 32mila 163,31 euro. Più di quanto propone il budget annuale della regione. L’altra faccia della medaglia potrebbe essere Pasquale Robortella, che invece riporta uno per uno i ristoranti dove è stato con tanto di riferimento geografico. C’è il Likos, il “Villa Argenzio”, l’“Osteria del Gallo” solo per citarne alcuni.

Vito De Filippo ha una lista semplice: 32mila 100,66 euro tra contributo mensile al consiglio regionale e “fornitura lavoro” da versare direttamente alla Tempor, l’agenzia per il lavoro che praticamente detiene il monopolio all’interno del consiglio regionale. E poi c’è Vincenzo Folino, che invece rendiconta punto per punto i suoi viaggi istituzionali a Roma da Potenza, i taxi, le spese di segreteria, gli stipendi ai collaboratori e quant’altro. Ritornando a Pittella c’è da fare i conti con una lista lunghissima di “Ricevuta fiscale ristoranti-riunioni politiche” e sono davvero tantissimo. Qualcuno ci paga anche la bolletta dell’Enel della sede politica, altri, come Rosa Mastrosimone, una macchina con fornitura di caffè per la sede. Ma comunque si tratta di documenti approvati e firmati nelle riunioni dell’ufficio di presidenza composto da Santochirico, Mollica, Mattia, Scaglione e Pici. Un altro fin troppo generico è Enrico Mazzeo Cicchetti che aggiunge voci, oltre al classico “spese di rappresentanza” a volte specificato come “segreteria”, a volte semplice, del tipo “spese di segreteria”.

Agatino Macusi è molto più laconico. in alcuni passaggi si limita a mettere il nome degli operatori telefonici: (Wind, Tim) ma mette anche i nomi dei collaboratori. Sulla benzina il rimborso è mensile, lo dimostrano le voci “Benzina marzo”, così come per i giornali. Ma alcuni vizi continuano ad esserci, come quello del lavaggio delle auto, cosa che però non riguarda precisamente Agatino Mancusi. Dicevamo di Pici ma il vero “premio” sul risparmio andrebbe consegnato a Vincenzo Viti, che lascia 23mila euro al consiglio regionale, praticamente una bella fetta. Gli altri, se si escludono diversi sforamenti, come quello di Gianni Rosa, arrivano quasi tutti al fondo del barile lasciando al massimo qualche migliaio di euro da restituire.

v.panettieri@luedi.it

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