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NON essere di parte è impossibile per il presidente di una sezione elettorale. A meno che non sia un convinto astensionista interessato soltanto a guadagnarsi la giornata. Esserlo troppo, però, rischia di alimentare sospetti. Specie se si sommano ai pasticci combinati nella redazione dei verbali.

E’ quello che sta accadendo tra Potenza e Filiano, dove sono state registrate le anomalie più evidenti nelle consultazioni dello scorso 17/18 novembre.

Dopo le rettifiche del Tribunale, che in realtà hanno evidenziato un ulteriore problema dovuto al fatto che risultano più voti che votanti, è finito sotto la lente il presidente della sezione “contestata”.

Si tratta di quella di contrada Dragonetti, che è dove è cresciuto il primo dei non eletti in consiglio regionale del Pdl, Aurelio Pace, che oggi aspetta la decisione di Tito Di Maggio, che ha 6 mesi per optare per Palazzo Madama.

Pace è tallonato da vicino da Romano Cupparo, dietro di una ventina di preferenze. Motivo per cui quest’ultimo ha sollevato subito dubbi su quanto accaduto nella sezione di Dragonetti, dove all’inizio risultavano più preferenze per Pace che per tutto il Pdl.

Sentito dall’ufficio circoscrizionale il presidente della sezione ha ammesso di essersi dimenticato di assegnare le preferenze anche alla lista di riferimento di fronte alle schede che non riportavano altri segni oltre al nome del candidato prescelto.

Fatto sta che il Tribunale ha inviato i verbali in Corte d’appello perché valutino il da farsi nei suoi confronti.

Come si chiama? Domenico Pace. Ma non è parente del candidato. Soltanto un suo omonimo trentenne, partito da Filiano per Roma dove oggi coordina la segreteria politica del presidente pidiellino della commissione politiche sociali del Comune, dopo essere stato candidato a sua volta con il Pdl nel IX e il X municipio della capitale.

Sul suo profilo facebook non mancano foto con Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri e Renata Polverini. 

Infine l’iscrizione al gruppo “Mettiamo Pace in Regione”, che è quello ufficiale utilizzato da Aurelio durante la campagna elettorale.

A naso almeno il suo voto deve averglielo dato di sicuro. 

l.amato@luedi.it

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