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POTENZA – Sono 19 i lucani tra i 1.009 grandi elettori che ieri hanno preso parte al primo giorno di consultazioni per l’elezione del prossimo inquilino del Quirinale. Mai così tanti nei 76 anni di storia della Repubblica, e, quasi certamente, in tutti quelli che seguiranno.

E’ questo l’effetto della riduzione del numero dei parlamentari, che ha partire dalla prossima legislatura ridurrà da 13 a 7 i seggi delle due camere riservate agli eletti in Basilicata. Ma anche dei tre lucani eletti fuori regione, l’ultima dei quali meno di un mese fa. Vale a dire la potentina Cecilia D’Elia, romana d’adozione e appena subentrata nel seggio  lasciato dal neo sindaco della capitale, Roberto Gualtieri.

Il gruppo più consistente, nonostante le defezioni di 3 dei suoi 8 parlamentari, eletti nel 2018, resta quello del Movimento 5 stelle, che può contare sui voti di due “veterani” alla terza consultazione per l’elezione del capo dello Stato come Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli, e 3 novizi come Luciano Cillis, Agnese Gallicchio e Arnaldo Lomuti. Con l’adesione degli ex 5 stelle Saverio De Bonis e Andrea Rospi, tuttavia, è salito a 5 anche il numero dei grandi elettori lucani di Forza Italia, che oltre ai 2 parlamentari eletti, Michele Casino e il sottosegretario Giuseppe Moles, può contare anche sul voto del governatore Vito Bardi, indicato dal Consiglio regionale.

A quota 5 grandi elettori anche il Partito democratico, che ai 2 parlamentari eletti in Basilicata, Vito De Filippo e Salvatore Margiotta, può sommare la romana D’Elia, il senatore e sindaco di Lauria, Gianni Pittella, eletto in Campania, e il capogruppo in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli, designato dal parlamentino lucano. Due, invece, i grandi elettori della Lega, col senatore Pasquale Pepe affiancato dall’ultimo dei 3 rappresentanti del Consiglio regionale, Carmine Cicala, che è anche presidente dell’Assise di via Verrastro. Seguono Articolo Uno, col ministro della Salute Roberto Speranza, eletto in un seggio toscano; e Fratelli d’Italia, con l’ex 5 stelle Salvatore Caiata.

Se si dovessero tracciare i confini tra gli schieramenti, insomma, resterebbe maggioritario l’asse Pd-M5s-ArticoloUno, con 10 grandi elettori contro i 9 del centrodestra. Ma non è escluso che alla fine il nome del prossimo presidente possa riuscire a metterli d’accordo tutti.   Ieri intanto, al primo scrutinio, sono spuntati 3 lucani anche tra i nomi su cui si sono distribuiti i voti di chi non ha optato per la scheda bianca. In attesa dell’accordo tra le forze politiche in campo.

Così il sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles, s’è visto assegnare 3 preferenze alla pari dell’attuale capo dei servizi segreti, Elisabetta Belloni e di due ex ministri, come  il suo mentore, Antonio Martino, e Pierluigi Bersani. Appena sotto Bruno Vespa e «Craxi», con 4 preferenze. A smascherare lo spirito goliardico del momento, poi, è arrivato anche un voto per Angelo Mauro Calza, giornalista e titolare della rubrica “L’incalzante” sul Quotidiano del Sud. Un voto come quello raccolto dal premier Mario Draghi e dal governatore campano Vincenzo De Luca, lucano di Ruvo del Monte prima del trasferimento a Salerno.

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