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Donato Pessolano

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POTENZA – Impossibile «rinnovare» col Partito democratico lucano. Né affidarsi a una destra-senza-centro buona soltanto ad «operazioni elettorali», come si vede in Regione Basilicata. Parla da candidato in pectore Donato Pessolano, segretario regionale dei calendiani di Azione.

L’imprenditore potentino, un tempo segretario cittadino del Pd di Potenza, ha accettato di rispondere ad alcune domande del Quotidiano del Sud sul terzo polo appena costituito con i renziani di Italia viva e la campagna elettorale per il voto del 25 settembre.

Donato Pessolano, ieri Ettore Rosato ha detto che la lista Calenda arriverà oltre il 6%. Renzi giorni fa parlava di un potenziale del 10%. Lei che risultato si attende qui in Basilicata?
«Io vorrei restare sempre sul 6% e spero di raggiungere il risultato. Ma ci sono ancora spazi molto ampi se si pensa alle persone che non vanno a votare e si sono allontanate dalla politica. Se facciamo buon lavoro possiamo arrivare ancora più su nei sondaggi e avere una bella sorpresa finale quando si faranno i calcoli il 26-27 settembre».

Quindi crede che possa scattare davvero per la lista Calenda almeno 1 dei 7 seggi in Parlamento da assegnare in Basilicata?
«Dipende da come vanno le altre liste piccole collegate a destra e sinistra. Ma è chiaro che ci proviamo. Ci sono tre schieramenti. Centro, destra e sinistra. Se riusciamo a far comprendere questo possiamo riuscirci».

E i 5 stelle?
«Il risultato dei 5 stelle dipende molto da cosa farà davvero nel segreto dell’urna la gente che per strada dice che non li voterà più. Io non credo in un grande risultato ma non mi sorprende più nulla in politica. Non ho un buon giudizio su quello che hanno fatto e quello che hanno promesso e non hanno mantenuto».

La scorsa settimana, quando era ancora in piedi l’alleanza tra Azione e il Pd, lei ha incontrato il segretario regionale dei democratici Raffaele La Regina per iniziare a ragionare di una campagna elettorale da fare assieme. Dopo lo strappo vi siete risentiti?
«No, ma Raffaele, prima di essere segretario del Pd, è un amico. Ci siamo frequentati moltissimo prima che diventasse segretario. Abbiamo un buon rapporto anche se la politica ci ha fatto prendere strade diverse. Io ho detto subito e più volte che non mi convinceva l’idea di fare un pezzo di strada assieme al Pd per un milione di motivi».

Ce ne dice almeno uno?
«Perché il male del Pd è il Pd stesso. Chi è dentro pensa solo alle lotte intestine e non ai problemi reali dei cittadini. Hanno governato per 30 anni e hanno lasciato una regione in mano alla destra che sta finendo di rovinarla. Il Pd poteva rinnovare, fare candidature nuove, ma avevo capito subito che era una cosa non avverabile quando ho visto i nomi portati a Roma per le candidature».

Non le piace la “rosa” di candidabili individuata dai democratici lucani?
«Credo che i cittadini non vogliano vedere gli stessi nomi per 30 anni. Non è giusto anche per i giovani che si spendono all’interno del Pd e vogliono qualcosa di nuovo».

Quindi come saranno candidati della lista Calenda? È vero che potrebbero esserci ministri uscenti, come Mara Carfagna o Elena Bonetti, paracadutati in Basilicata per provare ad assicurarsi l’elezione nel caso in cui dovesse scattare un seggio alla Camera?
«No, io credo che non ci saranno paracadutati. Non ho avuto input in questo senso. Ci sarà un 50% di candidati di Azione e un 50% di Italia Viva. E spero che ci sia anche un 50% di donne».

Nomi?
«Ancora no. Tempo 2/3 giorni e saranno più chiare le cose. E’ stata mandata a Roma una rosa di nomi. Ma non vorrei bruciarne nessuno».

Donato Pessolano c’è?
«Io ho dato la disponibilità come segretario regionale. È dal 2019 che mi sono dichiarato disponibile a costruire il partito e per ogni tipo di candidatura».

Che giudizio dà di questo centrodestra che secondo i sondaggi è destinato a stravincere anche in Basilicata?
«Innanzitutto oggi parliamo di destra e non di centrodestra. Il centro è il terzo polo. Siamo noi. Dunque, per quanto riguarda la destra credo che questi sondaggi la sopravvalutino. Non dobbiamo fare i tifosi ma valutare sempre le persone e quello che hanno fatto, non quello che promettono. Se guardiamo alla Basilicata si vede che non c’è nulla a parte qualche operazione elettorale. Io ancora non ho visto presentato ufficialmente il piano strategico regionale. Sono state pagate persone per una cosa mai presentata ufficialmente ai cittadini. Il mio invito è valutare bene e votare meglio, prendendo spunto proprio da quanto sta avvenendo in Basilicata».

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