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Giovanni Vizziello, consigliere regionale di Fratelli d'Italia

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«DIRE che con l’istituzione del corso di laurea in medicina all’Università degli Studi della Basilicata il futuro del sistema sanitario regionale è indirizzato verso magnifiche sorti e progressive significa creare facili illusioni, in un contesto, quello lucano, che ha visto all’opera molti, troppi illusionisti».
E’ arrivato a sorpresa dall’interno della maggioranza in Consiglio regionale, ieri mattina, il giudizio più severo sui toni trionfalistici che nei giorni scorsi hanno accompagnato l’annuncio, da parte della giunta guidata dal governatore Vito Bardi, dell’accordo tra la Regione e governo sui fondi per il nuovo corso di laurea in medicina dell’Università della Basilicata.

LO STRAPPO DI BASILICATA POSITIVA

A stroncare gli entusiasmi è stato il medico e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello, smarcandosi ancora una volta dall’assessore espresso dal suo partito in giunta, Gianni Rosa.
Vizziello ha criticato soprattutto l’esclusione della provincia di Matera, «e, con essa, l’Ospedale Madonna delle Grazie», dal progetto del novo corso di laurea, «che non può non avere per finalità quella del trasferimento ai servizi sanitari dei risultati della ricerca scientifica».
Il consigliere Fdi ha parlato della necessità di assicurare «a tutto il territorio regionale identiche opportunità di sviluppo, senza discriminazioni territoriali».
«Senza il coinvolgimento dell’intera provincia di Matera nel progetto – ha aggiunto – si corre il rischio di aggiungere alle differenze esistenti nel Paese tra atenei di serie A, soprattutto al Nord e atenei di serie B, soprattutto al Sud, differenze nell’ambito dello stesso ateneo, l’Unibas, tra le sedi di Potenza e di Matera, con quest’ultima confinata nel ruolo di succursale della sede potentina».
Più in generale, Vizziello ha posto come obiettivo da raggiungere a tutti i costi quello di garantire «anche in Basilicata la stessa qualità della ricerca e della didattica degli atenei del Nord».
«Se no è meglio non avere determinate facoltà», ha proseguito. «Perché corriamo il rischio di fare un grave danno ai nostri studenti».
«Se è vero che oggi gli studenti universitari vanno dove ci sono le migliori opportunità sotto il profilo della qualità e della quantità dell’offerta formativa – ha insistito Vizziello – oltre che della cosiddetta accoglienza, cioè posti letto, treni, bus, mense, agevolazioni e facilitazioni, non può non far riflettere la circostanza che in Basilicata su 4 studenti che decidono di intraprendere un percorso universitario ben 3 scelgono atenei di altre regioni, un dato esattamente contrario alla media nazionale, dove il 75 per cento degli studenti universitari si iscrivono ad atenei della propria regione di appartenenza».
«Numeri questi – ha sottolineato l’esponente di Fratelli d’Italia – che devono indurci a non commettere gli errori a tutt’oggi commessi sulle politiche dell’alta formazione universitaria e soprattutto a non immaginare alcuni fenomeni, ad esempio l’istituzione della facoltà di medicina all’Unibas, come immediatamente risolutivi di criticità e problematiche di notevole portata».
Vizziello ha ricordato anche gli 800 anni di storia impiegati dalla facoltà di medicina dell’Università di Bologna per raggiungere l’unanime apprezzamento di cui gode oggi a livello scientifico.
«Non oso quindi immaginare – è stata la sua chiosa – quanto tempo occorrerà per la stessa facoltà in Basilicata».
«I nostri cittadini non hanno bisogno di colpi di scena – ha sottolineato ancora il consigliere regionale di Fratelli d’Italia – bensì di politiche in grado di favorire per davvero la coesione dei territori, secondo una visione di crescita e di benessere collettivo, nella quale gli stanziamenti economici siano supportati da una particolare attenzione alla qualità della spesa. L’attuale condizione di debolezza del nostro ateneo nonostante il sostegno strutturale di ben dieci milioni di euro garantito negli anni dalla Regione, sta a dimostrare l’importanza di far seguire agli stanziamenti politiche virtuose di potenziamento dell’offerta formativa e della ricerca, secondo una prospettiva di qualità dei servizi universitari che impedisca all’Unibas di diventare lo sterile palcoscenico di qualche baronetto non meglio collocato in altre università limitrofe».
«Occorre dunque un sussulto di responsabilità – ha concluso Vizziello – nella consapevolezza che la scelta che facciamo oggi ci farà stare meglio domani, nella misura in cui non ci fermeremo agli slogan, non ci limiteremo a parlare solo di soldi, ma saremo in grado di garantire l’efficienza della spesa pubblica, la mobilità degli studenti e dei ricercatori, la fine della precarizzazione dei dottorati di ricerca e la lotta senza tregua ai favoritismi e ai nepotismi».

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