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Una vaccinazione

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POTENZA – Benché ultimo in gradimento tra i presidenti di Regione, ieri Vito Bardi ha incassato un 6,5 – “più che sufficiente” si sarebbe detto una volta – sia nella gestione della pandemia che in quella del piano vaccinale.
E’ il Lazio la regione al top per la gestione del piano vaccini secondo i suoi cittadini. A quanto emerge da un sondaggio Emg/Adnkronos, infatti, alla domanda “Come giudica la gestione del piano vaccinazioni nella sua regione in una scala da 1 a 10?”, in media il gradimento per il Lazio si è attestato al 7,46. Sopra il 7 anche Trentino Alto Adige (7,30), Veneto (7,07) e Liguria (7,01), mentre la regione che in media raccoglie meno consensi è la Puglia, ferma al 4,22, contro una media nazionale che si attesta al 5,97.

Si piazzano sopra la sufficienza anche Molise (6,67), Basilicata (6,53), Emilia Romagna (6,19), Valle d’Aosta (6,13), Marche (6,05), per un totale di 9 regioni sopra il 6. Tra il 5 e il 6 invece Piemonte (5,97), Abruzzo (5,81), Campania (5,79), Sardegna (5,70), Friuli Venezia Giulia (5,60), Toscana (5,52), Umbria (5,41), Lombardia (5,15), Sicilia (5,06). Ferme tra il 4 e il 5, infine, la Calabria (4,85) e la Puglia (4,22).

Il sondaggio, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d’ampiezza demografica dei comuni, è stato realizzato tra il 12 e il 14 aprile 2021 con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un campione di 1.582 casi (universo: popolazione italiana maggiorenne) e presenta un intervallo fiduciario positivo/negativo del 2,3%. Totale contatti: 2.000, tasso di risposta 79%; rifiuti/sostituzioni 418 (tasso di rifiuti 21%).

Per quanto riguarda invece la gestione dell’emergenza, la Basilicata conferma posizione e votazione: il Trentino Alto Adige, seguita a ruota da Lazio e Veneto, è la Regione che ha gestito meglio l’emergenza secondo i suoi cittadini. Alla domanda “In generale come giudica la gestione dell’emergenza nella sua regione in una scala da uno a dieci?”, il Trentino Alto Adige raggiunge una media di 7,50, il Lazio di 7,19, il Veneto di 6,90. Sud fanalino di coda con la Puglia ultima (4,24), preceduta da Calabria (4,29) e Sicilia (5,11). Lombardia quartultima al 5,34. La media nazionale del gradimento si attesta al 5,92.

Sopra il 6, oltre alle tre regioni sul podio, si collocano anche Liguria (6,79), Molise (6,67), Basilicata (6,53) ed Emilia Romagna (6,09). Appena sotto la sufficienza invece si piazzano Marche (5,97), Piemonte (5,96), Sardegna (5,86), Valle D’Aosta (5,80), Campania (5,77), Toscana (5,71), Abruzzo (5,61). Più vicine al 4 che al 5, invece, Umbria (5,41), Lombardia (5,34), Friuli Venezia Giulia (5,26).

Il sondaggio, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d’ampiezza demografica dei comuni, è stato realizzato tra il 12 e il 14 aprile 2021 con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un campione di 1.582 casi (universo: popolazione italiana maggiorenne) e presenta un intervallo fiduciario positivo/negativo del 2,3%. Totale contatti: 2.000, tasso di risposta 79%; rifiuti/sostituzioni 418 (tasso di rifiuti 21%).

«Ho letto il sondaggio e sono soddisfatto dell’esito favorevole. Questo giudizio dei cittadini ha solo margini di miglioramento perché ci siamo organizzati per fare un grande numero di vaccini dalla prossima settimana in poi»: così all’Adnkronos il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, sull’esito del sondaggio. «Il risultato ottenuto – dice il governatore lucano – certamente tiene conto della vaccinazione degli over 80, su cui probabilmente siamo la prima regione in Italia, e delle persone più fragili. La campagna vaccinale è stata svolta andando nei vari Comuni, e sono tanti in Basilicata quelli con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, e raggiungendo gli over80 a domicilio. Questo è stato possibile grazie a un’organizzazione capillare in cui i sindaci hanno svolto un ruolo importante. Il nostro trend è ancora in crescita.

Grazie a un accordo, da lunedì oltre 150 medici di famiglia potranno vaccinare nei propri studi professionali, andando in ordine di anzianità, cominciando dalle persone di età tra i 70 e i 79 anni. In questo modo – spiega Bardi – potremo aumentare la capacità sul territorio di fare vaccini, gli studi medici si aggiungeranno ai 16 centri vaccinali che sono operativi in Basilicata».

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