X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Bardi renda noto quanto prima il nuovo piano sanitario allo studio della sua giunta, aprendo un confronto con i sindacati sul tema.
E’ quanto chiesto con forza, ieri, dalla segretaria generale Fp Cgil di Potenza, Giuliana Scarano, per cui «è necessario affrontare insieme i nodi dell’emigrazione sanitaria, delle liste di attesa, della sanità territoriale e domiciliare, dell’innovazione tecnologica, della riqualificazione e del potenziamento del personale, oltre che di una reale politica di garanzia di accesso ai servizi sanitari essenziali a favore di tutta la popolazione, ridando priorità a prevenzione, riabilitazione e, appunto, medicina territoriale».

Inoltre: «è indispensabile discutere con i sindacati dei nuovi assetti previsti e del nuovo stravolgimento che dovranno trovarsi ad affrontare gli operatori sanitari, grazie ai quali il nostro sistema sanitario regionale ha retto la devastante onda d’urto del covid».
A scatenare la reazione del sindacato sono state le anticipazioni del Documento tecnico sul Piano sanitario della Basilicata predisposto dall’Agenas, che è l’Agenzia nazionale per i sistemi sanitari regionali, per conto di via Verrastro. Una bozza in cui sono tracciate le linee progettuali del nuovo sistema sanitario regionale annunciato da Bardi poco dopo l’insediamento. Progetto rivisto e riscritto a causa dell’esplosione dell’emergenza covid, e poi in considerazione delle risorse in arrivo dall’Europa nell’ ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza.


Scarano sottolinea che la riforma «prevederebbe la creazione di 4 ospedali di comunità per persone che “non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici ma necessitano di un‘assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio”». Ognuno con: «171 operatori, di cui 99 infermieri, 66 oss, 6 medici». Poi: «12 “case di comunità” ossia presidi sul territorio, che si dovranno occupare della prima assistenza al paziente». E ancora: «6 centrali operative territoriali» e «273 infermieri di famiglia e di comunità».
La segretaria Fp Cgil Potenza sottolinea la nuova riorganizzazione dell’assetto delle aziende sanitarie lucane: con gli ospedali periferici di Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri che uscirebbero dall’azienda ospedaliera regionale per ritornare, dopo 4 anni, sotto la gestione dell’Azienda sanitaria di Potenza. Mentre il Dipartimento emergenza urgenza 118 passerebbe sotto il San Carlo.


«Dovrebbe essere creato – insiste Scarano – anche un coordinamento regionale multidisciplinare che definirebbe le modalità organizzative e monitorerebbe l’andamento».
La sindacalista evidenzia come la riforma tratteggiata per tanti aspetti rappresenterebbe «un passo indietro» rispetto alla precedente riorganizzazione della sanità regionale, decisa nel 2017 dalla giunta di centrosinistra guidata da Marcello Pittella, che «come Cgil avversammo sin da subito, ritenendola solamente un escamotage giuridico nel malcelato tentativo di aggirare vincoli contabili».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE