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Dirigente regionale di giorno, responsabile della distribuzione dei fondi per associazioni culturali e compagnie teatrali lucane. Attrice di notte, protagonista di spericolate esibizioni acrobatiche per una di quelle compagnie teatrali che lei stessa ha finanziato.


E’ racchiusa in questa doppia identità l’origine del corto circuito che si è appena innescato ai vertici del Dipartimento presidenza della giunta regionale. Una nuova grana, e neanche da poco, per il governatore Vito Bardi, con la denuncia della leghista Dina Sileo, consigliera regionale da lui stesso delegata «alle attività di promozione culturale per il rilancio e lo sviluppo socio-economico della Basilicata», sul possibile conflitto d’interessi della responsabile dell’Ufficio sistemi culturali e turistici, e cooperazione internazionale della Regione, Patrizia Minardi.

Già nota alle cronache mondane per il rapporto sentimentale che la lega dell’ex parlamentare del Pd, Carlo Chiurazzi.
L’affondo di Sileo è arrivato a distanza di meno di 15 giorni dalle due repliche materane, nel cortile dell’ex ospedale San Rocco, dell’ultimo spettacolo del regista lucano Ulderico Pesce. Uno spettacolo, intitolato “Occhi neri”, in cui Minardi si concede financo un monologo “da fatina”: agganciata a una fune che la mantiene sospesa nell’aria, con indosso il classico tutù bianco.

Tanto che il suo nome compare anche sulla locandina, poco sopra i simboli di enti e sponsor patrocinatori. Inclusa, per l’appunto, la Regione Basilicata.
«Possibile che non faccia notizia e non ci si scandalizzi se chi redige gli atti ne cura l’istruttoria ne predispone la graduatoria sia poi la stessa persona che pubblicizza, promuove ed addirittura è su locandina in qualità di attrice in uno spettacolo finanziato anche da Regione Basilicata?»
Questo l’interrogativo che Sileo ha deciso di rendere pubblico, parlando di «un’evidente anomalia», che potrebbe nascondere un comportamento inopportuno, «o forse anche un “leggero” profilo di abuso della posizione dirigenziale» da parte di Minardi. Proprio lei che dirige l’ufficio Sistemi

culturali praticamente dalla sua istituzione, nel 2018.
«Sono delegata alle politiche culturali ma anche delegata dal popolo lucano al cambiamento e questa contraddizione fra ruoli intendo immediatamente porla all’attenzione». Ha aggiunto Sileo, ricordando di aver sentito troppe volte che «la cultura in Basilicata è il volano dello sviluppo e della promozione del territorio». Specie da quando il governatore Bardi le ha conferito la delega alle politiche culturali.


La consigliera ha aggiunto, ancora, di aver «ascoltato decine e decine di operatori culturali, macinato chilometri sul territorio, scoperto straordinarie e virtuose realtà nel mondo della cultura, analizzato progetti, determine, atti». Sempre nell’esercizio della delega «politica e di indirizzo» ricevuta.
«Ho proposto e fatto approvare in Consiglio regionale chiare e precise linee di indirizzo strategico, lavoro da mesi al Testo unico della cultura, strumento che urge per disciplinare seriamente tutti i comparti culturali».

Ha proseguito Sileo. «Ho fatto chiarezza in commissione sulla incapienza dei fondi 2019 ed indicato le incongruenze emerse dagli atti. Ho espresso con voto palese la mia contrarietà al piano dello spettacolo 2021 proposto perché scritto in continuità con il passato e su fondamenti senza nessuna visione strategica indicata. Analizzo quotidianamente le determinazioni dirigenziali, le attribuzioni delle somme ed altro».


Di qui la decisione di uscire allo scoperto, perché «se il consigliere delegato alle politiche culturali boccia un piano predisposto dagli uffici non fa notizia». Ma su un caso come quello della dirigente-attrice non si può proprio tacere. Sia all’esterno che all’interno degli uffici regionali.

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