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Una parte della mappa del Comune di Potenza

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POTENZA – Storia e tradizione sono sempre importanti. Un concetto che però non vale quando si parla di informazioni, che vanno costantemente aggiornate. Altrimenti si rischia di promuovere prodotti freschi di stampa – come la nuova “Mappa della città di Potenza” pubblicata dall’Azienda di promozione territoriale della Basilicata – contenenti alcune notizie, appunto, “storiche”. Leggi: datate e non più corrispondenti alla realtà.

Il portale del Comune di Potenza dà in questi giorni importanza alla nuova cartina, che – nella sua versione digitale – riporta oltre al consueto stradario anche una serie di brevi testi su temi specifici: cultura, storia, gastronomia, natura, sport.

Il primo nome che balza agli occhi è quello della chiesa della Ss. Trinità in via Pretoria. Ecco cosa si legge: «Dell’XI secolo ma ricostruita dopo il terremoto del 1857, conserva pitture di Mario Prayer (1937)». Certo. Peccato che la descrizione sia inserita fra quelle delle altre chiese visitabili a Potenza mentre la Trinità è chiusa da dieci anni e mezzo (per la vicenda di Elisa Claps, il cui corpo è stato ritrovato proprio nel sottotetto dell’edificio sacro) e di riaperture in vista non se ne vedono. La chiesa è inserita anche, in basso sulla carta, in un elenco di posti “da visitare”.

Oltre due anni fa il Quotidiano del Sud segnalò lo stesso problema sul sito internet (sul quale si trovano ancora foto vecchie della Trinità). Non si capisce perché non scrivere come stanno le cose, ossia che è una chiesa inaccessibile al pubblico.

Nello stesso capitoletto si legge che la Biblioteca Nazionale si può visitare «a sud, oltre il polo scientifico-tecnologico dell’Università degli Studi della Basilicata e il ponte Musmeci sul Basento». Già. Peccato che la sede cui si fa riferimento è quella oramai chiusa, un edificio che non ospita alcun servizio pubblico, mentre tutti i libri hanno traslocato dal maggio dell’anno scorso nel nuovo Polo culturale integrato di rione Santa Maria.

Nel paragrafo sulla storia, si parla della Torre Guevara, che viene segnalata anche sulla mappa (esattamente come la chiesa della Trinità) fra monumenti e palazzi cittadini. In calce, anche la torre è considerata “da visitare”. Ecco. Peccato non si dica che la Torre è chiusa in un recinto, celata dal fabbricato dell’ex Ragioneria. Un altro bene escluso dalla fruizione del turista – e del cittadino – senza che sia segnalato sulla cartina.

Proprio la cartina attira di nuovo l’attenzione. Manca la via dedicata a Emilio Colombo, il politico lucano scomparso sette anni fa. Manca non solo nell’indice ma proprio nella cartina, dove ci sono ancora le stradine Santa Caterina e Caduti di Kindu senza il tratto che le congiunge, inaugurato dall’amministrazione comunale nel giugno del 2018. Se si va a guardare bene la cartina, non c’è neanche il sottopasso di via Angilla Vecchia (il disegno è ancora quello del passaggio a livello di via Campania).

Inoltre, andrebbe aggiornato lo status di alcune zone: ad esempio quella denominata nella carta “contrada Cerreta – Dragonara” semplicemente non è più considerata “contrada”. Il Comune ha dato un nome a tutte le vie dell’area. Alcune in effetti sono nominate con l’odonimo (cioè, il toponimo di via) corretto.

Infine, un dettaglio: c’è scritto che per arrivare in auto a Potenza bisogna prendere l’A3 Salerno-Reggio Calabria. Bene. Peccato che l’A3 si chiamasse così tempo fa. Da giugno del 2017 si chiama A2 (ha anche un nuovo soprannome: autostrada del Mediterraneo). “A3” è oramai solo il tratto che collega Napoli a Salerno.

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