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Renato Martorano

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POTENZA – Fornire il pane a una struttura di accoglienza per richiedenti asilo, e persino all’ospedale San Carlo. Sarebbe stata questa l’offerta avanzata dal boss Renato Martorano al calabrese Lorenzo Bruzzese, che si sarebbe rivolto a lui nell’estate del 2020 per rilevare un panificio a Potenza.

È quanto emerge dalle oltre mille pagine a sostegno delle misure cautelari eseguite lunedì mattina nei confronti di presunti affiliati e complici dello storico clan egemone sugli affari criminali di Potenza e dintorni.

Il Quotidiano del Sud si era già occupato del caso di Bruzzese agli inizi di ottobre, quando era emerso lo scontro tra la Direzione distrettuale antimafia lucana, guidata dal procuratore Francesco Curcio, e il ministero dell’Interno sul programma di protezione concesso a Bruzzone e famiglia dopo le sue dichiarazioni.

Per il Viminale, infatti, sarebbero mancati i presupposti per il riconoscimento dei benefici dal momento che in passato Bruzzese aveva già avviato una collaborazione con la giustizia, rivelando agli inquirenti una serie di crimini commessi quando viveva ancora in Calabria. Una collaborazione che era stata interrotta, in seguito, decidendo di uscire dal programma di protezione e trasferirsi a Potenza.

Stando a quanto da riferito agli inquirenti potentini, quindi, proprio il riemergere di questo trascorso, e il timore di ritorsione da parte dei nuovi amici lucani, sarebbero stati il motivo del secondo “pentimento”.

In poco tempo, infatti, Bruzzese avrebbe conosciuto una vecchia conoscenza del clan come Giovanni Quaratino, intanto diventato un noto imprenditore nel settore funerario, e attraverso quest’ultimo anche il boss Martorano in persona. Quindi si sarebbe rivolto proprio a loro, nell’estate del 2020, per reperire i soldi necessari a rilevare il panificio preso di mira.

«Mi ha risposto di andare all’indomani al panificio per verificare l’attività di persona, cosa che io ho fatto il giorno dopo». Così Bruzzese ha riferito del “via libera” all’operazione ricevuto dal boss. «Giunto sul posto ho conosciuto il proprietario del panificio tale – omissis –, il quale dopo essermi presentato come Lorenzo di Reggio Calabria, mi rispondeva che era tutto a posto, che l’attività l’avrei potuta rilevare io e che provvisoriamente, trattandosi della vigilia di ferragosto, avrei potuto proseguire l’attività con la sua partita Iva».

«Renato Martorano non mi ha richiesto nulla per tale interessamento». Ha aggiunto il due volte collaboratore di giustizia. «Analogamente anche Giovanni Quaratino non mi ha richiesto soldi in cambio, anzi quest’ultimo su mia richiesta mi ha prestato del denaro, 5.000,00 euro in tutto, consegnati in due occasioni nei pressi del cimitero di San Rocco».

«Dopo ferragosto – omissis – il titolare del forno – omissis – mi ha presentato ai suoi clienti». Prosegue il racconto di Bruzzese. «Nella specifico abbiamo fatto il giro di tutti i punti vendita Md di Potenza, Rionero, Grottaininarda, Melfi e Villa D’Agri, non solo, mi ha anche presentato alla ditta che gestisce la mensa della Polizia di Stato a Potenza, e in tale occasione ho conosciuto tale Leonardo. Renato Martorano mi ba presentato anche l`avvocato – omissis – di Potenza, titolare dell’ – omissis –, sempre in prospettiva di effettuare la fornitura del pane presso il ristorante dell’albergo, dove credo siano ospitato dei cittadini extracomunitari».

Ma è a questo punto che in occasione di una banale compravendita di un auto sarebbe riemerso il passato dell’ex collaboratore, che temendo ritorsioni si sarebbe rivolto agli investigatori della squadra mobile di Potenza chiedendo protezione e raccontando tutto. Quanto siano attendibili le dichiarazioni rese da Bruzzese si capirà soltanto più avanti. Ieri, intanto, sono proseguiti gli interrogatori di garanzia per i destinatari delle misure cautelari eseguite lunedì. Ð stato il turno, in particolare, del «reggente» del clan Donato Lorusso, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Resta ancora da fissare, invece, l’interrogatorio del boss Martorano e di diversi altri indagati.

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