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L'ospedale San Carlo di Potenza

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POTENZA – Una ragazza madre costretta dal referente della ditta da cui era stata appena assunta a firmare la tessera del sindacato “amico”, per non avere problemi con le turni di lavoro. Lo stesso referente che per intimidire i lavoratori si sarebbe fatto «forte» del suo rapporto col boss Dorino Stefanutti, e in precedenza avrebbe fatto carriera minacciando i suoi superiori dell’epoca di ritorsioni da parte di quel sindacato. Sfruttando l’amicizia col suo segretario.

C’è anche questa testimonianza tra gli elementi raccolti dagli inquirenti dell’Antimafia di Potenza nell’ambito dell’indagine sul clan Martorano Stefanutti, per cui lunedì scorso sono state eseguite 39 misure cautelari. Inchiesta in cui sarebbe emersa l’infiltrazione del clan all’interno della ditta, Kuadra srl, che ha gestito fino al 2017 l’appalto per le pulizie all’interno dell’ospedale San Carlo. Motivo per cui, oltre allo stesso Stefanutti, è finito in carcere anche l’ex responsabile della ditta per la struttura ospedaliera potentina, Giovanni Tancredi. Mentre al sindacalista Uitucs Rocco Della Luna (sospeso dai suoi incarichi poche ore dopo la notizia dell’arresto), sono stati concessi i domiciliari.

Negli atti dell’inchiesta soprannominata “Lucania felix” i pm guidati dal procuratore Francesco Curcio giudicano «significativi, oltre che decisamente inquietanti» in particolare i «riferimenti alle modalità di assunzione delle deleghe sindacali da parte di Giovanni Tancredi in favore della Uil di Rocco Della Luna, nonché “all’utilizzo” strumentale della stessa rappresentanza sindacale, tramite la quale da semplice operaio veniva promosso a dirigente d’azienda».

Quando le contestazioni per Stefanutti e gli altri approderanno in dibattimento, quindi. E’ probabile che tra i testimoni “chiave” dell’accusa riappaia questa coraggiosa ragazza madre che di fronte agli inquirenti non ha avuto esitazioni a raccontare come andavano le cose, al San Carlo, tra i lavoratori della Kuadra. Confermando anche l’episodio di un dipendente che sarebbe stato accoltellato a un ginocchio da Stefanutti come ritorsione per aver disubbidito a Tancredi. Come pure una serie di assunzioni che lo stesso Tancredi avrebbe pilotato a favore di «parenti e/o persone di interesse per i soggetti con i quali lui aveva rapporti». Ad esempio la figlia di Stefanutti (da lunedì scorso ai domiciliari, ndr). Ma anche «i parenti di alcune guardie giurate».

«Con riguardo al sindacato Uil diretto da Rocco Della Luna – si legge nel verbale con le dichiarazioni della donna – devo dire, portandovi a conoscenza di un episodio che è accaduto a me personalmente, che le iscrizioni degli operai a tale sindacato avvenivano attraverso specifiche richieste avanzate da Tancredi Giovanni».

La donna ha citato anche un’altra persona che avrebbe avanzato le richieste di adesione al sindacato, ma che non risulta iscritta sul registro degli indagati. Quindi il suo racconto prosegue, spiegando che: «un giorno, credo nel 2012, subito dopo essere stata assunta dalla Kuadra, sono stata convocata dal Tancredi Giovanni nel suo ufficio, il quale sottoponendomi una delega di iscrizione al sindacato Uil, già compilata nei miei dati di identificazione, mi obbligava a sottoscriverla altrimenti avrei avuto problemi sul lavoro».

«Pur rilevando che si trattava di una richiesta insolita – ha proseguito la lavoratrice – , ho ritenuto tuttavia di sottoscriverla e di accettare le condizioni prospettate in quanto non solo ero appena assunta ma temevo che mi potessero creare problemi sul lavoro soprattutto con riguardo alle turnazioni, visto per altro che sono una ragazza madre».

«Ho sottoscritto l’atto di delega – ha concluso la testimone – anche perché avevo saputo, tra i colleghi di lavoro, che la situazione era quella e che conveniva sottostare alle richieste di Giovanni Tancredi e di iscriversi al sindacato che lo stesso rappresentava. Pure essendo lui il responsabile in sede locale dell’azienda e quindi la controparte».

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