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MARATEA – Il parcheggio è abusivo e l’hanno stabilito ben due sentenze prima del Tribunale ordinario, poi della Corte di Appello. Ma a Castrocucco di Maratea, nell’area antistante l’Approdo, il problema è tutt’altro che risolto. La segnalazione arriva dal Centro studi Thalia. La società cooperativa Agricola Zootecnica Maratea ha iniziato ad allestire il parcheggio antistante il lido obbligando, di fatto, tutti i clienti dello stabilimento ad usufruire degli spazi ombreggiati con il pagamento di un biglietto giornaliero di 3 euro (come da cartello esposto all’ingresso). «Non c’è alternativa a questo parcheggio per la chiusura alla sosta della restante area non ancora adibita a parcheggio ombreggiato, tale da non consentirne l’utilizzo ai clienti e turisti. Una vicenda – si legga nella nota del Centro studi – che stona fortemente con ogni tentativo di promuovere la costa di Maratea», anche perché il parcheggio sarebbe allestito molto alla buona.
La vicenda si trascina da tempo a livello legale. Sono gli avvocati Raffaele Ladaga e Rosa Marino che tutelano i legittimi interessi dei titolari dei lidi di Castrocucco a ricostruirne le tappe, riferendo che è intervenuto di recente il Corpo di Polizia Municipale del Comune di Maratea unitamente alla pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Lagonegro, provvedendo ai rilievi ed agli accertamenti del caso e redigendo appositi verbali.
«Per quanto è a nostra conoscenza, e più volte rappresentato alle autorità competenti – riferisce l’avvocato Ladaga – vi sono diversi provvedimenti i quali sanciscono che la società cooperativa zootecnica Maratea non può vantare alcun titolo giuridico sul terreno foglio di mappa n. 53 particella n.124 e, pertanto, l’occupazione dello stesso è da ritenersi abusiva così come l’attività di parcheggio dalla stessa società esercitata. Nel 2011 c’è stata la prima sentenza del Tribunale. Impugnata, successivamente, dalla cooperativa agricola zootecnica Maratea. Ma la Corte di Appello di Potenza ha respinto l’istanza di sospensione dell’efficacia.
Ebbene, tali provvedimenti, di fatto – conclude l’avvocato Ladaga – statuiscono l’assenza di un valido titolo giuridico che consentirebbe alla Cooperativa di svolgere l’attività di parcheggio. Forse è il caso di chiarire definitivamente quale “titolo” ha la società per esigere un pagamento per il parcheggio su area demaniale, perché se è vero, come appare dalle pronunce giudiziali richiamate, che non è legittimata a detenere beni demaniali».

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