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COME ogni lunedì, nella politica tiene banco il dibattito che si conduce nella programmazione tv della domenica: ieri Matteo Renzi è stato ospite di “Che tempo che fa” e, oltre al caso Marino, ha anticipato che le pensioni slittano al 2016. Nel salotto di Fabio Fazio, il premier ha anche escluso l’ipotesi di un impegno dei Tornado italiani in Iraq – la notizia era stata prefigurata martedì scorso dal Corriere della Sera – e sul sindaco di Roma ha commentato che «è stato sfiduciato dai cittadini» (oggi a mezzogiorno sono attese le dimissioni del chirurgo genovese). Ieri in Campidoglio una manifestazione nata sul web di sostenitori del primo cittadino. Repubblica include il blocco di politica nel colonnino sinistro – su Roma riporta la condizione del Vaticano («La Capitale va scossa») e approfondisce con le Mappe di Ilvo Diamanti – ma il titolo più forte è quello dedicato alla strage turca con i 97 manifestanti per la pace morti per mano dell’Is a causa di un’esplosione al corteo di Ankara: Adriano Sofri scrive un pezzo su «Quei sorrisi verso la morte» e Marco Ansaldo intervista lo scrittore premio Nobel Orhan Pamuk: «Temo la guerra civile». A proposito di Nobel, sempre sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, Roberto Saviano parla di letteratura e rivoluzione: «Con il riconoscimento alla Aleksievic cadono i pregiudizi sulla non fiction».

Il Messaggero punta proprio sulla notizia di Marino e nel blocco di apertura specifica anche la possibilità (confermata da Renzi in tv) di celebrare le primarie. Secondo il Giornale «Marino lascia e raddoppia» ovvero «pensa di ricandidarsi contro Renzi»: il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti evidenzia la posizione di Berlusconi («uniti ci riprendiamo la Capitale e l’Italia») e propone un fondo di Paolo Guzzanti sull’identikit del nuovo sindaco: «Un manager non basta, a Roma serve un genio». Secondo la Stampa prende quota l’ipotesi Sabella (il magistrato attualmente assessore alla Legalità).

Su quasi tutti i giornali, infine, la notizia della buona performance di Valentino Rossi in MotoGp: dopo il piazzamento in seconda posizione, il titolo è più vicino.

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