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Contrasto al caporalato, incontro in Regione per definire le priorità del campo di Boreano dopo l’ennesimo incendio della baraccopoli. L’ipotesi di alloggi comunali anche mediante il recupero di strutture pubbliche e private nell’area di Venosa

POTENZA – Iscrizione all’anagrafe, assistenza sanitaria e regolarizzazione nel servizio dei trasporti oltre che delle condizioni abitative: sono alcuni degli impegni assunti, con la sottoscrizione di un verbale, dalle istituzioni presenti all’incontro di ieri pomeriggio in Regione, su richiesta dell’Usb, al quale hanno preso parte il direttore generale della presidenza della giunta regionale, Vito Marsico, il coordinatore dell’organismo di Coordinamento delle Politiche per l’Immigrazione, Pietro Simonetti, il sindaco di Venosa, Tommaso Gammone, Raffaella Piarulli per conto dell’Asp, Aboubakar Soumahoro dell’Esecutivo nazionale Usb, Francesco Castelgrande della Federazione Usb Venosa e di Rosalba Gugliemi dell’Usb Basilicata, Gervasio Ungolo dell’Osservatorio Migranti, Arturo Raffaele Covella, consigliere comunale di Venosa. 
L’incontro arriva a meno di una settimana dall’ennesimo rogo – sulla cui natura ancora non esiste una versione ufficiale – che ha distrutto l’accampamento abusivo in cui vivevano una quarantina di migranti.
Il tavolo ha redatto e sottoscritto un documento fissando in alcuni punti le priorità per uscire dall’emergenza Inserire la proposta all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile di Venosa della delibera sull’iscrizione all’anagrafe; verificare da parte della Regione le modalità operative più idonee per dare attuazione alla questione del trasporto, sulla base delle previsioni contrattuale e di legge ed in particolare l’applicazione dei diritti salariali, previdenziali e di sicurezza sul lavoro; valutare, anche in relazione ai fondi concretamente disponibili da parte della Ue, del Ministero degli Interni e del Lavoro, facendo particolare riferimento al protocollo messo a punto dai Ministeri citati sulla base delle indicazioni della Regione Basilicata e della Caritas nazionale, oltre che alle più generali esigenze delle comunità lucane interessate al lavoro stagionale e al contrasto al caporalato, la possibilità di avviare programmi per la realizzazione di alloggi comunali, anche mediante il recupero di strutture pubbliche e/o private esistenti nell’area di Venosa. 
Si è ventilata anche l’ipotesi dell’attivazione di 2 presìdi ambulatoriali con cadenza settimanale a Venosa (Ospedale territoriale) e a Palazzo San Gervasio (Punto salute). 
Si è infine ribadito che, anche per uscire dalla clandestinità legata al lavoro nero e al caporalato, bisogna «garantire una dignitosa sistemazione abitativa, nonché i servizi indispensabili anche di tipo sanitario, entro e non oltre la fine della prossima settimana nel Centro di accoglienza di Venosa (ex Cartiera)» affrontando entro la fine della prossima campagna di raccolta «concretamente il problema abitativo dei migranti impegnati nel lavoro agricolo di Venosa nel periodo invernale». 

 

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